5 Dic 2024

La latteria turnaria di Valmorel, dove delle mucche si prende cura una comunità intera

Scritto da: Susanna Piccin

Vi portiamo fra gli alpeggi del bellunese a scoprire cos'è e come funziona una latteria turnaria, dove il latte viene prodotto con metodi estensivi da una piccola comunità di allevatori che si mettono insieme.

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Belluno, Veneto - Franz, Pippi, Bell, Isabel, Bianca, Goran, Aurora. Luogo di nascita: Valmorel. Me li sono appuntati i nomi dei sette vitellini che quel giorno i miei figli hanno conosciuto e accarezzato. Era l’ultimo giorno delle nostre ferie d’agosto in camper e il giorno prima eravamo approdati a Belluno per rifugiarci in un cinema e sfuggire così alla pioggia e al tempo incerto. 

Fortunatamente Mirco d’Incà, che vive proprio in quelle zone, non era ancora in vacanza e così, nonostante una pioggerellina e temperature non certo afose, sono riuscita a vedere dal vivo un progetto di cui mi parlava da tempo. Mirco è una di quelle persone iper-generose, che non stanno mai ferme e producono idee in continuazione. Immagino quindi che Franca, sua moglie, non si sia stupita poi tanto quando un giorno lui le ha proposto di comperare cinque mucche. L’idea non era di tenerle in giardino per farci giocare i loro quattro figli, ma di portarle in alpeggio in malga a Valmorel – frazione di Limana, Belluno –, per sostenere il progetto di una nuova cooperativa di amici. 

Valmorel
Mucche in malga a Valmorel

Malga Van è una malga comunale a 979 metri di altitudine e il nostro camper fatica un po’ sulle salite: una volta arrivati, i bambini scendono e saltellano tra le pozzanghere della stradina che porta alla malga, tra il verde dei pascoli e dei boschi, circondati da montagne e nuvole, l’aria è fresca e piena di profumi. I ragazzi della malga ci accolgono con calore – siamo gli unici avventori, visto il tempo – e preparano per noi del cibo che parla di montagna.

Mentre il formaggio si scioglie sulla piastra, Mirco ci porta nella stalla a conoscere le vere padrone di casa, cioè le mucche e i nuovi vitellini. Toccare il loro muso è un’emozione e anche un’occasione per spiegare ai bimbi cose piuttosto importanti: ad esempio che quei vitellini sono fortunati a poter stare lì con la loro mamma perché a volte – nei molti, troppi allevamenti intensivi che popolano queste zone e tutto il paese – le cose non vanno così. Ma fortunatamente per produrre il formaggio che mangeremo sono stati rispettati sia il vitello che la sua mamma

Valmorel

È un formaggio che nasce lì, dalla raccolta di quel latte lavorato nella latteria turnaria di Valmorel, una delle ultime in Italia, l’ultima in Veneto. Cosa sia una latteria turnaria lo si intuisce dal nome: un vero e proprio esempio di convivenza ed efficienza sociale – come solo in montagna a volte sanno fare – in cui l’azienda non acquista il latte ma effettua un servizio di lavorazione per conto dei soci. Una volta a Valmorel erano cento i soci conferitori – famiglie principalmente – mentre ora sono rimasti solo in quattro. Ma da quest’anno il numero è salito a cinque grazie alla nuova cooperativa Pascolando.

C’è anche il latte delle mucche che Mirco ha comprato e messo in comune nella cooperativa. Lui e altri dieci sono i soci di Pascolando al momento, anche se gli operativi sono quattro e gestiscono 21 vacche e 7 vitelli – ma il numero continua a salire. «Senza la latteria turnaria non avrebbe avuto senso nulla, avremmo dovuto costruirci il nostro caseificio e non ce lo saremmo mai potuti permettere. Se esiste la cooperativa è proprio perché qui c’è la latteria turnaria», mi spiega Carlo Murer. È il presidente di Pascolando, una persona di grandissima competenza e passione, e colui che ha avuto l’idea iniziale del progetto con una visione molto chiara. 

Le mucche vanno accudite ogni giorno, non ci sono ferie

Carlo si è trasferito in montagna, vicino a Valmorel, quando stava per nascere il suo primo figlio. Dal centro di Treviso lui e sua moglie sapevano di volere un posto da cui non si vedessero case e macchine. In effetti ora dalla finestra vedono solo prati e bosco. Prima vedevano anche le loro tre mucche, ma ora sono in baita, assieme alle altre. «Tre mucche sono un hobby perché non ci puoi produrre quasi niente, ma sono comunque un impegno importante. Ed è allora che mi è venuta l’idea di cercare qualche altra persona con qualche vacca e metterci insieme, per avere una produzione di latte più sostanziosa, magari da vendere alla latteria, e per condividere fatica e passione». 

Carlo per lavoro pensa a come facilitare il mestiere degli agricoltori di montagna, ha girato il mondo sviluppando progetti con la FAO – Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, IFOAM – Federazione internazionale dei movimenti per l’agricoltura biologica e NaturaSì. Ed è probabilmente questo suo bagaglio che l’ha portato a sviluppare l’idea di una gestione del lavoro che fosse sostenibile in tutti i sensi, sia ecologicamente che economicamente che umanamente.

Valmorel
Il gruppo della Malga Van di Valmorel (Mirco D’Incà è il secondo da destra)

Si è fatto ispirare dal modello della latteria turnaria e ora lui e gli altri soci stanno cercando di applicarlo anche alla gestione delle vacche e della malga. «È chiaro che ora, essendo in quattro operativi, è ancora una turnazione stretta, ma stiamo cercando altre figure che entrino nell’operatività e quando saremo a regime ci sarà più respiro. Spero che questo ispiri e incoraggi i giovani che vogliono fare questo mestiere ma che spesso, dopo pochi anni, smettono perché troppo duro. La mia giornata inizia alle tre del mattino normalmente, all’una quando devo andare in caseificio. Le mucche vanno accudite ogni giorno, non ci sono ferie».

I prati attorno alla malga non vedevano una mucca o una capra da moltissimi anni ed erano un po’ lo specchio di tutto il paese, che ha subito un periodo di forte abbandono. Ora invece c’è un ripopolamento, sia per la posizione del paese stesso che per la presenza di un “capovillaggio” – come lo chiama Carlo –, ovvero Sergio Venturin, formalmente il presidente del comitato frazionale di Valmorel, ma soprattutto «una persona dedita al volontariato puro e che sta sorreggendo sulle sue spalle tutta l’attività culturale. Lui è una delle prime persone a cui abbiamo parlato del progetto della malga e che sin da subito ci ha detto “io sarò al vostro fianco, vi aiuto” e così ha fatto». 

Pascolando è nata da poco ma ha già radici forti e lo sguardo lungo sul futuro, anche grazie all’aiuto della Fondazione Elserino Piol e di NaturaSì. Il giorno in cui le mucche sono state portate “su in baita” a Valmorel, tutto il paese di Limana è venuto a vedere, a partecipare, a incoraggiare con grande entusiasmo. A sostenere una comunità che cresce.

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