Radici locali, sguardo globale: qual è lo stato dell’informazione in Sardegna?
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In un mondo in cui le abitudini di comunicazione evolvono rapidamente, in Sardegna il forte valore generalmente dato all’identità locale continua a intrecciarsi con l’informazione giornalistica, creando un panorama che rimanda a uno stato dell’informazione in cambiamento, ma sempre vitale. Un’indagine recente svela infatti quelle che sono le abitudini, le preferenze ma anche le prove e gli obiettivi di un sistema informativo che vuole riflettere il carattere vario di un’Isola.
Sono infatti stati presentati qualche giorno fa i risultati della ricerca sullo stato dell’arte dell’informazione in Sardegna, commissionata dal CORECOM Sardegna all’Alta Scuola in Media Comunicazione e Spettacolo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, con la direzione scientifica della Professoressa Mariagrazia Fanchi. L’indagine ha mappato canali e contenuti e ha ricostruito i processi attraverso i quali i cittadini si informano, con attenzione a includere strumenti e formati innovativi o non convenzionali. L’intento è stato dunque quello di analizzare il fenomeno informativo dal punto di vista dell’offerta messa in campo dal comparto regionale e dal punto di vista della ricerca e della fruizione di contenuti informativi.
IDENTITÀ SARDA E MOTIVAZIONI INFORMATIVE
I ricercatori e le ricercatrici incaricati di Almed Università Cattolica – Sara Sampietro, Giulio Vidotto Fonda, Sebastiano Pacchiarotti – hanno realizzato un’indagine multimetodo, articolata in differenti step: un’analisi quali-quantitativa tra gli abitanti del territorio sardo, che rivela abitudini, motivazioni e giudizi sulla fruizione informativa in Sardegna (1.003 soggetti tra i 16-80 anni); una mappatura dei contenuti online tramite un tool di web listening e una revisione sistematica dei dati e delle ricerche già esistenti (è stata consultata la reportistica prodotta da 7 fonti specializzate nell’ambito della comunicazione e della diffusione dell’informazione, per un totale di 15 report confrontati e spesi per la stesura della revisione sistematica).
Innanzitutto, quello che emerge dall’indagine sullo stato dell’informazione è che prima che italiana o europea, la maggioranza delle persone intervistate si sente sarda, il 57%. In un’identità nazionale italiana si rivede il 18% mentre il 25% rivendica un’identità cosmopolita. L’identità locale che si riscopre quindi trendy, a conferma di una tendenza radicata nell’Isola, facendo breccia in particolare tra i giovani residenti nei grandi centri del territorio.
La spinta a informarsi nasce da una pluralità di driver che vedono al centro il desiderio di ampliare i propri orizzonti culturali e di essere cittadini attivi e consapevoli – rispettivamente 50% e 45%. Ciò si riflette in un più spiccato interesse per l’informazione locale e regionale (51%, molto interessati), rispetto a quella nazionale o internazionale – rispettivamente al 40 e al 31%.
TEMI E FONTI DI INFORMAZIONE
I temi nell’agenda dei cittadini sardi sono diversificati, anche se tutti però seguono le notizie su meteo e traffico (96%), una maggioranza si informa regolarmente sugli eventi a livello locale (55%), mentre molti seguono costantemente politica, cronaca nera e sport. Lavoro, innovazione ed economia intercettano una nicchia imprenditoriale. Guardando ai meccanismi di condivisione delle notizie invece, il più potente rimane il passaparola nelle reti familiari, lavorative e amicali, che rappresenta una fonte di approvvigionamento regolare di informazione locale per il 61% delle persone intervistate.
Tra i principali soggetti ed enti riconosciuti come fonte di informazione prevalgono gli enti locali come ad esempio Comuni e Regione, da cui il 37% afferma di ricevere informazioni regolarmente, trasversalmente alle varie fasce d’età. Seguono gli influencer locali online (30%), più seguiti dalla Generazione Z. A distanza invece politici o partiti (23%), associazioni e attivisti (21 e 17%), ma ancora con maggiore seguito tra le persone più giovani.
LA LETTURA DEI QUOTIDIANI
La propensione dei cittadini sardi verso l’informazione, che emerge anche dalle indagini multiscopo di ISTAT, è confermata dal numero delle testate e fogli regionali e locali: oltre 50, con una diffusione capillare sul territorio. Anche la Sardegna risente però della più ampia dinamica che vede una crescente propensione alla fruizione di testate online a detrimento di quelle cartacee.
Negli ultimi tre anni i due principali player regionali, l’Unione Sarda e La Nuova Sardegna, registrano infatti una prevedibile, evidente e progressiva riduzione della tiratura cartacea. D’altra parte, potrebbe stupire di più l’altrettanto evidente e progressiva flessione delle edizioni online di entrambe le testate, quasi dimezzata tra il 2021 e il 2023. Ciò potrebbe essere in parte spiegato da dinamiche, anch’esse sovra locali, legate probabilmente alla disaffezione delle persone più giovani verso le fonti “tradizionali”, nella direzione di una dieta informativa più spostata verso i social network.
GIUDIZIO E FIDUCIA SULL’INFORMAZIONE LOCALE
Il giudizio complessivo sul sistema dell’informazione locale è nettamente positivo per quanto concerne la chiarezza dei contenuti, adeguata per l’82% del campione, e prevalentemente positivo per quanto riguarda la loro veridicità (66%) e per il loro livello di approfondimento (61%). Diviso risulta invece il giudizio sull’imparzialità dell’informazione, adeguata solo per il 49% dei rispondenti (55% nel caso dell’elettorato di centrodestra).
Ciò tuttavia non si traduce in una critica dei mezzi d’informazione tradizionale in favore dei media digitali, è vero anzi il contrario. L’informazione ricevuta attraverso tv, quotidiani e radio riscuote soddisfazione maggioritaria tra il 70% e il 78% del campione, superiore a quella accordata ai nuovi media. In particolare, perlomeno in fatto di informazione locale, i podcast e i contenuti prodotti dagli influencer riscuotono un giudizio diviso: oltre il 45% degli intervistati si ritiene insoddisfatto.
Indagando invece l’opinione rispetto all’informazione locale legata alle specifiche tematiche, i temi più controversi risultano invece politica, economia e lavoro – pienamente soddisfacenti per il 16-17% del campione – sui quali è più probabile che il lettore rintracci letture divergenti dalle proprie opinioni; dato che potrebbe essere associato alla limitata percezione di imparzialità del sistema informativo complessivo.
Infine, uno sguardo all’immagine della Sardegna attraverso i quotidiani locali. Per la maggioranza questi restituirebbero un ritratto realistico ed equilibrato del territorio regionale, ma per 1 su 5 – in particolare tra i cittadini delle province di Oristano e Sud Sardegna – la rappresentazione della Sardegna risulterebbe invece distorta in senso peggiorativo dai quotidiani locali.
TRASFORMAZIONI IN CORSO
«La ricerca sull’informazione in Sardegna rappresenta per noi la realizzazione piena di una delle finalità del CORECOM», dichiara il Presidente Sergio Nuvoli. «È un risultato a cui abbiamo puntato con determinazione fin dall’inizio del mandato. Il lavoro fatto dall’autorevole team di ricercatori guidato dalla professoressa Fanchi restituisce una mole di dati molto consistente ottenuta e analizzata con metodo scientifico: emerge un quadro estremamente vitale, vario e professionale in cui lavorano ogni giorno centinaia di professionisti. Sono certo che quanto emerso possa costituire la base per una riflessione approfondita sul sistema informativo sardo, che siamo orgogliosi di mettere a disposizione della categoria giornalistica, della classe politica e di tutti i sardi».
«I dati raccolti confermano la profonda trasformazione in corso nelle pratiche e nella regolarità con cui ci si informa e configurano uno scenario complesso che non si può ridurre al rilievo che non si leggono più giornali», sottolinea la Direttrice di Almed Mariagrazia Fanchi. «Il caso della Sardegna è in questo senso emblematico sia per la molteplicità di forme attraverso le quali i cittadini – e non solo i più giovani – assumono e condividono informazioni, sia per il ruolo che le testate tradizionali si stanno ritagliando: come il canale più trasversalmente capace di soddisfare i bisogni di informazione – in termini di autorevolezza, fiducia e chiarezza – dei cittadini, soprattutto rispetto ai nuovi erogatori di notizie».
Il panorama informativo della Sardegna, con le sue radici profondamente ancorate nell’identità locale e il suo sguardo rivolto verso l’innovazione, rappresenta quindi un esempio di come la tradizione possa evolvere senza perdere il contatto con le necessità dei cittadini. Resta ora la sfida di continuare a costruire un sistema capace di rispondere ai cambiamenti senza smarrire il suo cuore autentico.
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