13 Dic 2024

Acqua: quanta ne sprechiamo in casa senza accorgercene?

Scritto da: Valentina D'Amora

I consumi e gli sprechi di acqua in un appartamento dipendono da diversi fattori: dal numero di persone che ci abitano alle abitudini personali, dalla presenza di dispersioni all'efficienza degli elettrodomestici. Ecco una stima per capire meglio quanti litri d’acqua sprechiamo ogni giorno.

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Lo spreco di acqua nelle abitazioni è un problema considerevole che contribuisce al consumo eccessivo di una risorsa fondamentale. Tra usi superflui e perdite invisibili nei rubinetti, nelle tubature e negli sciacquoni si possono sprecare fino a 20mila litri all’anno per appartamento.

Ma andiamo con ordine e riflettiamo su cosa accade in casa nostra, stanza per stanza. In cucina, lavare i piatti a mano può richiedere circa 20 litri di acqua, decisamente di più rispetto a un giro di lavastoviglie che, a seconda dei modelli e del tipo di lavaggio scelto, può consumare tra i 6 e i 15 litri d’acqua per ciclo. Questo significa che, in termini di consumi idrici, la lavastoviglie è decisamente più efficiente del lavaggio manuale. Certo, se consideriamo l’impatto ecologico più generale il discorso cambia: in quel caso per la lavastoviglie vanno considerati anche i consumi energetici dei lavaggi, l’energia grigia, ovvero l’energia necessaria alla produzione dell’oggetto, e il consumo dei materiali necessari a costruirla.

In bagno, invece, una doccia può impiegare circa 10 litri d’acqua al minuto: se una persona, quindi, fa una doccia di dieci minuti ogni giorno usa circa 80-100 litri al giorno. Invece sono circa 8 i litri d’acqua potabile che vengono sprecati ogni volta che viene azionato lo sciacquone, mentre un WC moderno con doppio pulsante consuma tra i 3 e i 6 litri a scarico. Se moltiplichiamo questo dato per il numero di volte che viene utilizzato in una giornata, il totale diventa consistente. È proprio il water, infatti, a incidere per il 30% sul consumo totale di acqua impiegata in casa.

soffione doccia
Foto tratta da Pixabay

Facendo un rapido calcolo, una famiglia di 3/4 persone in un appartamento può sprecare anche 1000 litri di acqua al mese solo per cattive abitudini o perdite dei rubinetti non riparate che possono arrivare anche a 50 litri al giorno. Con buone pratiche e manutenzione degli impianti, questo dato può essere drasticamente ridotto.

QUALCHE IDEA PER RIDURRE GLI SPRECHI

Come fare? Sembra banale, ma sciacquare il water solo quando è necessario – per intenderci non azionare lo sciacquone a ogni pipì – o, come faceva mia nonna, raccogliere in un catino l’acqua con cui ci si è lavati i denti o il viso e usarla per il risciacquo può essere un modo per iniziare. C’è poi un sistema molto semplice per ridurre i volumi di risciacquo: basta posizionare degli oggetti, come ad esempio delle bottiglie piene direttamente all’interno delle cassette, per dimezzare la quantità di acqua impiegata.

Un dato confortante: secondo Istat quasi il 70% degli italiani dai 14 anni in su fa molta attenzione a non sprecare acqua, adottando soluzioni quotidiane concrete, come chiudere il rubinetto durante i lavaggi e utilizzarla in modo intermittente, ridurre i tempi della doccia, utilizzare i frangiflutti nei rubinetti di casa e riparare tempestivamente le perdite. Molte altre azioni ce le hanno suggerite i ragazzi di Cittadini Sostenibili e le trovate qui.

OLTRE LE CATTIVE ABITUDINI: LE DISPERSIONI D’ACQUA

C’è però un altro dato su cui posizionare la nostra lente d’ingrandimento: le perdite invisibili dell’acqua prima ancora che arrivi a destinazione, ossia le dispersioni infrastrutturali – ne abbiamo parlato approfonditamente qui. Se in media i cittadini europei consumano 125 litri di acqua al giorno, in Italia arriviamo a 236 litri, proprio “grazie” alle tubature che perdono. Parliamo del 42,4% del volume di acqua potabile immesso nella nostra rete idrica che, purtroppo, si dimostra essere un colabrodo. I motivi? Principalmente infrastrutture vecchie e inefficienti: un quarto delle reti comunali di distribuzione ha più di mezzo secolo e il 60% oltre trent’anni.

Il risultato è che quasi la metà dell’acqua potabile immessa viene dispersa durante la distribuzione e quello che è ancora più frustrante che questa enorme perdita idrica avviene in un Paese tradizionalmente ricco d’acqua, che soffre però ciclicamente la siccità per periodi sempre più prolungati a causa del suo status di hotspot climatico. Questo rende l’Italia più soggetta di altri luoghi all’aumento delle temperature medie e a una progressiva desertificazione, oltre che a un progressivo aumento della siccità.

lavaggio mani
Foto tratta da Pixabay
COME PROGETTARE UNA CASA EFFICIENTE

Mettendo per un momento da parte tutte le pratiche virtuose per utilizzare al meglio l’acqua in casa e non dissiparla inutilmente, viene da chiedersi, a monte, in che modo si può progettare un’abitazione affinché sia più sostenibile possibile. Ne avevamo parlato tempo fa con l’architetta Francesca Gagliardi, permacultrice e progettista dell’azienda agricola La Tabacca. «Quando si progetta l’impianto idraulico in una casa che vuole essere più sostenibile, bisogna ragionare in modo diverso rispetto a “una casa tradizionale”», mi aveva spiegato. Pensiamo agli elettrodomestici che si usano più o meno tutti i giorni, come lavatrice e lavastoviglie: un duplice ingresso per il tubo dell’acqua calda può già fare molto in termini di risparmio energetico con un sistema piuttosto semplice.

«In una casa dove sono stati installati i pannelli solari che scaldano l’acqua grazie al sole, non devo mandare l’acqua fredda alla lavastoviglie, la quale poi attiva una resistenza elettrica per portarla alla temperatura scelta per il lavaggio, ma studiare invece un sistema per impiegare quella già calda che ho a disposizione. Per farlo si opta per lavatrici “bitermiche”, ossia a doppio attacco e senza resistenza».

Con una progettazione integrata, però, è possibile ridurre significativamente anche i consumi idrici in un appartamento. Per prima cosa è opportuno prevedere un sistema di recupero delle acque grigie provenienti da lavandini, docce e lavatrici, da riutilizzare nello sciacquone o nell’irrigazione. Un altro buon sistema, qualora ci si appresti a una ristrutturazione, è pianificare una riduzione delle distanze dei vari punti di utilizzo dell’acqua, quindi avvicinare cucina, bagno e vano lavanderia per ridurre le perdite lungo i tubi.

Installare rubinetti con aeratori o riduttori che miscelano l’acqua con l’aria riduce considerevolmente il flusso. Si può inserire poi sul balcone un serbatoio per la raccolta dell’acqua piovana da utilizzare a scopi ovviamente non potabili, quindi per l’irrigazione del giardino o dell’orto e di pulizia. Infine, sfruttare la tecnologia per orientarsi su display che mostrino il consumo d’acqua in tempo reale per monitorare le quantità impiegate giornalmente può sensibilizzare tutti gli abitanti della casa.

serbatoio acqua piovana

IL QUADRO GLOBALE: COM’È LA SITUAZIONE IDRICA NEGLI ALTRI SETTORI?


Dal momento che l’agricoltura ha a proprio carico l’utilizzo di circa il 70% dell’acqua dolce a livello globale, tutti gli sforzi quotidiani dei cittadini per riuscire a risparmiare acqua potrebbero risultare quasi vani. Il consumo domestico di acqua spesso costituisce una parte molto più ridotta che generalmente resta sotto il 10%: quindi tutto questo slancio al risparmio idrico e al cambio di abitudini ha realmente senso? Sì, è giusto in ogni caso, perché ogni litro d’acqua risparmiato porta a una maggiore consapevolezza collettiva e può influenzare anche politiche più ampie.

Parallelamente però devono essere più regolamentati anche il comparto agricolo e l’industria, affinché tutta l’acqua risparmiata in appartamento non venga sprecata altrove. Tecniche come l’irrigazione a goccia, l’uso di colture resistenti alla siccità e il riciclo dell’acqua piovana nei processi industriali possono fare una grande differenza in termini di consumi.

In Liguria l’azienda agro-ecologica La Tabacca su questo tema fa scuola e in una recente intervista – la trovate qui – Giorgia Bocca, una delle due titolari, ci ha raccontato che uno dei principali obiettivi del loro progetto agricolo è sempre stato proprio quello di studiare tecnologie ecocompatibili per la gestione dell’acqua, del suo utilizzo sostenibile e del suo riciclo. Sono stati creati così dei processi circolari proprio per non generare fonti d’inquinamento, intesi come accumulo di risorse non distribuite: compost toilet, un sistema di fitodepurazione e uno di recupero dell’acqua piovana sono i principali circuiti chiusi che caratterizzano l’azienda.

Anche se casi studio come questi sono replicabili e utilizzabili come modello di efficienza nel settore dove viene maggiormente impiegata la risorsa acqua, l’approccio per preservare le risorse idriche dovrebbe essere il più possibile sistemico e coinvolgere tutti gli ambiti, proprio per non ragionare a compartimenti stagni. Il contributo individuale è comunque importante, quindi nonostante questi dati poco confortanti, non ci si deve sentire demotivati nel risparmiare acqua a casa, ma piuttosto essere consapevoli dell’importanza di farlo tutti i giorni e di richiedere politiche più sostenibili anche nei settori responsabili del consumo idrico.

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