ACE: l’eccellenza sanitaria italiana si trova in Calabria ed è gratuita – Calabria sarai tu #6
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Reggio Calabria - Pellaro, un piccolo borgo nei pressi di Reggio Calabria. Qui, nel profondo sud, ha una delle sue sedi ACE – Medicina Solidale, dove ACE sta per Associazione Calabrese di Epatologia. In realtà però, ACE – Medicina Solidale è oggi sinonimo di avanguardia assoluta, di presidio di società civile, di una visione della salute e della medicina che passa attraverso la cultura, l’equità sociale, l’ambiente, le relazioni umani.
L’esperienza di ACE per me sarebbe straordinaria anche se nascesse laggiù al nord, nelle tanto osannate Lombardia e Veneto, ma diventa addirittura incredibile considerando che nasce e si sviluppa in Calabria. O forse incredibile è la mia – la nostra? – ignoranza, che ci porta a guardare il mondo attraverso continui “bias di conferma”, pre-giudizi che ci dicono che al Sud le cose non funzionano, che questa o quella regione è arretrata, che le esperienze più innovative sono altrove e che il sociale, in Calabria, può solo fare elemosina e assistenzialismo.
“La realtà è più avanti”, cantava Giorgio Gaber e in queste tappe del mio/nostro viaggio alla scoperta della Calabria che Cambia devo dire che ogni tappa svela un pezzo di mondo che destruttura immaginari e costruisce nuovi paradigmi. L’esperienza di oggi presenta una realtà unica in Italia e forse in Europa, che unisce accesso alla medicina e alla salute equa e trasversale con una visione davvero olistica e complessa dell’essere umano e delle sue esigenze e necessità.
ACE – MEDICINA SOLIDALE
“Chi ha doni, chi non ha prenda”, diceva il Professor Giuseppe Moscati, uno dei soci ispiratori del Centro ACE – Medicina Solidale, nato nel 1998 a Pellaro. Passeggiando per il centro, tra una sala medica e una biblioteca, tra una stanza dedicata ai bambini e uno studio psicoterapeutico, risaltano continui richiami all’articolo 2 e dell’articolo 32 della Costituzione, nonché di molte altre citazioni e aforismi. Si respira cultura, ci si sente accolti e avvolti dai colori caldi e confortevoli, si “incontrano libri e quadri” di varia ispirazione e natura e si capisce che non ci si trova in un luogo come un altro, ma in un vero e proprio presidio di umanità.
Il dottor Lino Caserta, fondatore del Centro, che ho il piacere di intervistare insieme alla mia collega Selena Meli, ci mostra le foto del rudere che era questo centro prima di essere recuperato e rivitalizzato dalla presenza di ACE, ci conduce nella biblioteca, nei vari spazi della sede locale e poi – seduti nel suo studio – ci racconta dell’altra sede, quella di Arghillà, un quartiere difficile della zona, delle loro attività di ricerca all’interno dell’università di Reggio Calabria, nonché della recente realizzazione di un parco pubblico, per portare i “pazienti fuori dalla clinica” anziché le persone dentro la clinica.
LA PREVENZIONE PASSA PER AMBIENTE, CULTURA E RELAZIONI UMANE
Nella video-intervista che qui vi proponiamo e che racchiude il cuore di questa storia – e che non sto quindi a ripetere per non spoilerare la bellezza disarmante di questo incontro – Lino spiega come nella sua visione e in quella dei circa 40 sanitari, filosofi, avvocati, psicologi e antropologi che collaborano con il centro, la prevenzione sia la vera cura e si infiamma quando ci spiega come questa passi attraverso la cultura, le relazioni umane, il contatto con la Natura e più in generale con un ambiente sano.
DIAMO I NUMERI
In un video presente sul sito ufficiale di ACE – Medicina Solidale, Lino Caserta spiega che in Italia ci sono circa sei milioni di persone oggi che faticano ad accedere al servizio sanitario per mancanza di risorse economiche. Un dato che rischia raggiungere percentuali molto più alte in regioni “svantaggiate” come la Calabria. Se infatti in apertura ho scritto che spesso i pre-giudizi orientano negativamente i nostri giudizi e ci portano a rimanere sconvolti di fronte alle esperienze di autentica avanguardia che incontriamo in territori come quello calabrese, questo non significa certo negare alcune oggettive problematiche che affliggono questo territorio.
«In Calabria il sistema sanitario è in forte crisi e le liste d’attesa sono tra le più lunghe d’Italia. In questo contesto, il centro offre prestazioni gratuite a chiunque», afferma Caserta. Per questo ACE – Medicina Solidale offre prestazioni totalmente gratuite a tutte e tutti, senza chiedere di presentare ISEE o altri “giustificativi”. L’unico requisito è una richiesta scritta del medico curante per evitare che le persone occupino servizi e spazi senza reali necessità.
Se molte prestazioni sono offerte gratuitamente dagli stessi specialisti, altre figure necessitano di una qualche forma di retribuzione. Ci sono poi la sede, le bollette, i macchinari. Nel video sul sito ufficiale, Caserta afferma che il costo annuo è di circa 300.000 euro, coperti grazie alle donazioni dei pazienti – che lasciano mediamente dai 2 ai 20 euro –, grazie al 5×1000 e grazie ai contributi di fondazioni di origine bancaria. Questi ultimi vengono utilizzati soprattutto per sviluppare progetti di ricerca scientifica e sociale.
LA NECESSITÀ DI UN “PRIVATO ETICO”
Nella nostra chiacchierata, Lino tiene a sottolineare come il centro di medicina solidale non sia frequentato solo dai meno abbienti. Proprio per evitare di creare un “ghetto” infatti ha chiesto ad alcuni colleghi e colleghe di elargire alcune prestazioni esclusivamente in questo spazio. «In questo modo – racconta – abbiamo abbattuto il muro delle discriminazioni economiche e culturali. Ci vengono anche i ricchi, anche il più ricco di Reggio Calabria è venuto qui, ed era seduto proprio accanto a un contadino. Le due mani, una accanto all’altra, erano un’immagine paradigmatica di quanto stiamo cercando di costruire».
Proprio questi continui richiami a cultura, relazioni e ambiente – che sono stati approfonditi nel primo video contenuto in questo articolo – mi colpiscono particolarmente, ma questa visione così antica e moderna insieme non deve farmi dimenticare di raccontarvi delle migliaia di prestazioni gratuite che vengono offerte quotidianamente, delle ecografie, delle visite specialistiche, delle divisioni tra ricchi e poveri che qui crollano, della volontà di contaminare la città e la campagna con incontri e iniziative.
C’è la consapevolezza che il privato etico, quello portato avanti dal terzo settore, dovrà inevitabilmente svolgere un ruolo di fronte alla crescente crisi del settore pubblico e a un privato “tradizionale” mosso solo da logiche speculative. Ho cercato di riassumere quanto emerso su questo tema con un estratto di pochi minuti che racchiude il pensiero di Caserta su questo tema e che trovate qui sotto.
“UN MEDICO – PER ESSERE TALE – DEVE ESSERE UN BUON ECOLOGISTA”
Le parole riportate in grassetto qui sopra sono di Lino Caserta. L’approccio ecologico è per il fondatore di ACE fondamentale e non mi sono stupito quindi quando sul sito di ACE ho visto riferimenti a temi come la permacultura – un metodo di progettazione ispirato agli ecosistemi naturali – e l’eco-medicina, che esplora la connessione tra salute umana e ambiente. O i tanti richiami all’ambiente, alla sostenibilità e al già citato “parco della conoscenza per il Benessere”. Lino e i quaranta soci e socie di ACE – Medicina Solidale ogni giorno costruiscono un modello unico nel suo genere che mira davvero a una visione integrale e integrata, che affianchi il pubblico e valorizzi le forze sane del privato. A noi ora il compito di comprendere, divulgare, far conoscere e magari replicare questa paradigmatica esperienza nel nostro territorio. Perché quando la Calabria chiama, tacere non è un opzione.
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