4 Dic 2024

Accessibilità e turismo: al via il primo festival sardo Monumenti a Ruota Libera

Monumenti a Ruota Libera è un festival pilota dedicato al turismo accessibile, nato per promuovere buone pratiche, sensibilizzare sull’inclusione e sviluppare itinerari fruibili da tutti.

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Cagliari - In Sardegna è iniziato un evento che segna un passo storico verso l’inclusione: Monumenti a Ruota Libera, il primo festival sardo dedicato al tema dell’accessibilità legata al turismo. La manifestazione, inaugurata a Cagliari fine novembre, si estenderà fino al 15 dicembre, coinvolgendo e animando i Comuni di Cagliari, Pau e Las Plassas con un ricco calendario di appuntamenti. Attività di ricerca, studio, animazione e formazione che andranno dai workshop fino ai concerti, passando per escursioni e convegni. Tutte le attività saranno aperte al pubblico e a titolo gratuito, grazie anche al contributo della Regione Sardegna e dell’Assessorato a Turismo, Artigianato e Commercio che hanno finanziato il progetto.

Organizzato dall’agenzia Trip Sardinia, il festival non si limita a evidenziare le criticità del turismo accessibile, ma si propone di costruire soluzioni pratiche. «Non volevamo solo fare un festival critico, ma creare un momento di elaborazione propositiva», spiega Claudia Caredda, vicepresidente di Trip Sardinia e tra le organizzatrici del progetto.

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UN FESTIVAL NATO DALL’ESPERIENZA DIRETTA

L’idea di Monumenti a Ruota Libera ha radici profonde, risalenti al 2016, quando Trip Sardinia progettò una caccia al tesoro accessibile per l’iniziativa Monumenti Aperti. «Fu un’esperienza illuminante ma anche frustrante», ricorda sempre Caredda. «Ci rendemmo conto degli enormi problemi di accessibilità del centro storico di Cagliari. Questo fastidio si è trasformato in una volontà: affrontare il problema in modo costruttivo e creare un evento che non solo evidenziasse le barriere, ma suggerisse soluzioni concrete».

La situazione di Cagliari – comune a buona parte del panorama sardo e non solo –, diventa rappresentativa delle azioni che la Sardegna tutta deve affrontare per diventare una meta e un luogo realmente accessibile e vivibile. «Per esperienza personale posso dire che circa l’80% dei monumenti cittadini non è accessibile e anche quando lo è spesso ci sono ostacoli meno visibili, come la mancanza di percorsi tattili per i non vedenti o l’assenza di continuità nei servizi. Del restante 20% solo il 10% è davvero accessibile, il resto solo in parte».

Perché si guardi all’accessibilità come diritto e come opportunità per una partecipazione possibile

UN INVITO AL CAMBIAMENTO

Il festival invita a guardare oltre le barriere architettoniche, concentrandosi su tutto ciò che rende un luogo davvero fruibile. Non basta eliminare un gradino o aggiungere una rampa: serve una visione più ampia, che ponga la persona al centro e guardi ai luoghi inaccessibili non come “problematica” individuale, ma come freno alla piena fruizione dello spazio urbano di cui tutti e tutte dobbiamo avere cura, affinché il percorso verso l’accessibilità sia un’intenzione comunitaria.

«La prima risposta ai limiti delle nostre città è la cura, non l’indifferenza», spiega Caredda. «Spesso nei centri storici è primaria l’esigenza di preservare il patrimonio, ma ci sono degli interventi compatibili. Percorsi tattili per persone cieche o sonori per non udenti ad esempio. Oppure un esempio può essere Piazza Indipendenza a Cagliari, che ha una pavimentazione in pietre di fiume che rende il passaggio impossibile per una carrozzina ma limitante anche per l’equilibrio durante la deambulazione o la fruizione autonoma dello spazio. È possibile cambiarla senza snaturare il contesto storico ma rendendo uno dei luoghi più inaccessibili della città, vivibile».

Monumenti a Ruota Libera rappresenta un’edizione pilota, ma le ambizioni sono grandi. Il festival punta a promuovere le buone pratiche esistenti nell’Isola ma anche fuori, arricchendo la conoscenza del tema e invitando alla ricerca di soluzioni concrete, mettendo a punto itinerari in grado di superare le problematiche esistenti, sollecitare i rappresentanti dei centri museali e di cultura all’adeguamento dei propri siti nell’ottica dell’accessibilità, favorire il confronto tra operatori, cittadini e associazioni di categoria. Perché si guardi all’accessibilità come diritto e come opportunità per una partecipazione possibile.

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ALCUNI EVENTI IN PROGRAMMA

Il festival si è aperto con una conferenza inaugurale al Parco di Molentargius, dove esperti e operatori del settore hanno discusso delle barriere e delle opportunità legate al turismo accessibile. Ma questo è stato solo l’inizio. Nelle prossime settimane, Monumenti a Ruota Libera offrirà una vasta gamma di attività. Il 6 dicembre ad esempio, il festival proporrà due eventi: una visita guidata al quartiere Villanova con percorso accessibile e nel pomeriggio una conferenza sull’accessibilità e l’ospitalità. Quest’ultima, moderata da Maurizio Orgiana, docente di marketing territoriale, vedrà la partecipazione di esperti del settore che condivideranno buone pratiche e suggerimenti per rendere le strutture turistiche più inclusive.

Per chi preferisce attività più interattive, l’8 dicembre sarà organizzata una caccia al tesoro accessibile in collaborazione con il MUTSEU – Sistema Museale di Sant’Eulalia, mentre il 13 dicembre il workshop “Toccare la città” esplorerà il tema della disabilità visiva, guidato da esperti di RP Sardegna Onlus. Il festival non dimentica la forza del cinema come strumento di sensibilizzazione. Grazie alla collaborazione con il Cagliari Film Festival, il pubblico potrà assistere, l’11 dicembre, alla proiezione di due film: The Special Need di Carlo Zoratti e Perdiamoci di vista di Carlo Verdone. Entrambe le pellicole affrontano il tema della disabilità da prospettive diverse, offrendo spunti di riflessione e confronto.

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UN LABORATORIO DI ACCESSIBILITÀ

Monumenti a Ruota Libera si distingue per il suo approccio pratico, che punta a trasformare il confronto in azione. I workshop organizzati durante il festival coinvolgono direttamente persone con disabilità, guide e professionisti, per progettare insieme itinerari accessibili. Questa interazione è fondamentale: «Vogliamo che i partecipanti ci aiutino a capire cosa è realmente possibile fare – prosegue Claudia Caredda – i workshop non sono solo momenti di formazione, ma strumenti per costruire un percorso concreto, sul campo, che tenga conto delle varie esigenze che arrivano dalla comunità».

I risultati di questi laboratori saranno raccolti online, scaricabili gratuitamente dal sito del festival, che rappresenteranno un’eredità tangibile di questa prima edizione del festival ma soprattutto, una risposta a chi vuole visitare la città senza divieti d’ingresso.

Per informazioni e prenotazioni, è possibile visitare il sito www.monumentiaruotalibera.it.

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