I trasporti in Calabria sono molto meglio di quello che pensiamo – Calabria sarai Tu #5
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Reggio Calabria - Quando pensiamo ai trasporti in Calabria la nostra mente va subito a disservizi, problemi, autostrade infinite, treni che mancano, faraonici ponti da costruire. Eppure la realtà è molto diversa e nella video-intervista che vi proponiamo qui sotto vi spieghiamo perché. Con il professor Domenico “Mimmo” Gattuso, docente di Pianificazione e Ingegneria dei Trasporti presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, abbiamo affrontato tutti gli aspetti della mobilità: dalle strade statali alle ferrovie, dagli aeroporti alle navi, dalle strade pedonali ai percorsi turistici.
In tutti questi ambiti, questo pacato ma implacabile docente si è attivato costantemente per migliorare le cose e ci è riuscito! Ancora una volta ho potuto constatare come una persona sola possa cambiare concretamente il mondo. L’importante è non fermarsi di fronte alle difficoltà, alle delusioni, alle sconfitte. Ovviamente non è statolo il professor Gattuso a cambiare le cose. In molti e molte lo hanno appoggiato e seguito, ma senza le sue iniziative probabilmente la situazione dei trasporti in Calabria sarebbe molto peggiore di quella attuale.
UN RAPIDO PASSO INDIETRO
Incontrai per la prima volta Mimmo nella primavera del 2013 quando – nel corso del mio primo viaggio in camper alla scoperta dell’Italia che Cambia – giunsi a Reggio Calabria. Ci sedemmo su una panchina e lui mi spiegò la follia del ponte sullo stretto, la lontananza di molte istituzioni dalle esigenze reali degli abitanti locali e una sorta di piano infernale teso a smantellare la ferrovia regionale.
Me ne andai arricchito da informazioni e prospettive, ma anche angosciato dalla progressiva dismissione della ferrovia ionica. Dodici anni dopo la situazione apparentemente è rimasta uguale. Si parla ancora di ponte sullo stretto, ma nel frattempo tutto il resto è cambiato, qualche volta in peggio, ma molte volte in meglio. Come? In questo piccolo video integrativo è tutto spiegato dalla viva voce di Domenico Gattuso.
LE GRANDI OPERE INUTILI
«Non è l’opera in sé che genera sviluppo, ma tutto quello che sta intorno. Non abbiamo bisogno di poche grandi opere, ma di cento piccole opere», ci spiega Mimmo. Eppure si continua a parlare di alta velocità e super-ponti e si tagliano budget per trasporti locali. Esistono già treni “veloci” tra Reggio Calabria e Roma ma sono pochissime corse al giorno. E poi c’è il tema dei costi. Si punta su trasporti elitari, costosi, dimenticando il servizio pubblico, davvero pubblico.
UNA VISIONE INTEGRATA
Quello che mi colpisce della chiacchierata che facciamo io e la mia collega Selena Meli in un bar di Reggio Calabria in questa seconda intervista – girata a maggio 2024 – è come un argomento apparentemente tecnico e lontano dalla nostra vita si riveli caldo e appassionante. Le parole di Domenico prendono forma, corpo, e mentre lui parla io sento e vedo treni che ripartono, navi a prezzi accessibili, aeroporti che non vengono chiusi, territori che non vengono abbandonati, calabresi che riscoprono il proprio territorio, turisti che calpestano le migliaia di chilometri di sentieristica locale.
Vedo le montagne, le coste, i parchi e i centri storici riprendere vita. Sento il dolore delle ruspe che abbattono senza alcuna logica una stazione ferroviaria che collegava porto e aeroporto. Mi entusiasmo di fronte ai giovani che si attivano e per giorni e notti portano avanti presidi. Mi emozioni all’idea di quanti studenti abbiamo imparato ad amare e difendere il proprio territorio grazie alla passione di questo uomo mite.
Non solo mi emoziono io, ma si emoziona anche lui mentre ci parla. Si illumina mentre racconta aneddoti. Come quando ha portato un gruppo di studenti in treno, studenti che non ci erano mai saliti. Studenti che non sapevano quanto fosse bello il loro paesaggio locale, ma che non conoscevano nemmeno il degrado del treno nelle ore di punta.
I PROSSIMI PASSI
Ovviamente non bisogna abbassare la soglia di attenzione. I tagli sono sempre all’ordine del giorno, così come le speculazioni. Domenico continua la sua opera di divulgazione, denuncia e propone dentro e fuori le università e con lui tante e tanti attivisti. Il nostro dovere è non lasciarli soli, ma anche essere consapevoli che la realtà spesso è migliore di come pensiamo e che quando ci si attiva si può incidere concretamente per costruire un mondo migliore o per fermare un degrado potenziale.
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