Taxi (poco) accessibili e diritto alla mobilità delle persone con disabilità
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Bologna, Emilia-Romagna - Il comitato Disability Pride Bologna scende in piazza per reclamare il diritto alla mobilità delle persone con disabilità, diritto attualmente non garantito, né nel capoluogo emiliano né in altre città. Questo il tema della manifestazione indetta per domenica 10 novembre – il ritrovo è previsto per le ore 11 davanti alla Stazione Centrale. La richiesta sul piatto è maggiori chiarezza ed efficienza da parte del servizio taxi.
UN PO’ DI NUMERI
A Bologna si contano attualmente 722 taxi, di cui solo 31 attrezzati per il trasporto di persone con disabilità motorie. Eppure – come fa notare l’organizzazione del Disability Pride – per molte persone con disabilità il taxi è un mezzo indispensabile per spostarsi. Non tutte infatti possono guidare o prendere i mezzi pubblici. In questi casi si dipende dal servizio taxi per andare al lavoro, uscire con gli amici e qualsiasi altro spostamento.
Ma a Bologna ci sono pochissimi taxi con pedana per persone in carrozzina e trovarne uno in tempi utili è quasi impossibile. Un tentativo di migliorare questa situazione è stato il bando comunale per l’assegnazione di 72 nuove licenze taxi, scaduto il 30 agosto 2024. Tale bando avrebbe dovuto prevedere – stando alle dichiarazioni dell’amministrazione – 31 licenze prioritarie, ovvero per veicoli attrezzati al corretto trasporto di persone in carrozzina. Tuttavia nei fatti all’interno del bando la menzione di tale distinzione è scomparsa e il risultato è stata l’effettiva assegnazione di 67 nuove licenze, di cui solo 8 prioritarie.
I DISAGI DERIVANTI DA QUESTO DISSERVIZIO
«È nato tutto dal fatto che quando si è tenuto il Disability Pride lo scorso 22 settembre – spiega un’attivista dell’organizzazione – abbiamo ricevuto diverse segnalazioni da parte di persone con disabilità motorie che non trovavano taxi e per questo hanno avuto difficoltà a raggiungere il luogo della manifestazione». Non è un problema nuovo, poiché «non è possibile uscire di casa nelle modalità e nei tempi che vorremmo: se usciamo non sappiamo se e quando potremo rientrare, restiamo in attesa per ore, a volte per strada», fanno notare dal Disability Pride.
«Come se non bastasse – prosegue la volontaria – è umiliante dover rispondere a domande personali quando si richiede un taxi, ad esempio: perché devi andare in quel posto? Con chi? Cosa hai intenzione di fare? Avere bisogno di un servizio differente non autorizza gli operatori dei radio-taxi ad infantilizzarci. Siamo persone adulte e come tali vogliamo essere trattate».
NON SOLO DISABILITÀ MOTORIE
«Per offrire un servizio taxi davvero accessibile a tutte le persone potenziali clienti è importante prevedere la formazione degli operatori dei radio-taxi e dei tassisti stessi affinché sappiano interagire non solo con la disabilità motoria, ma anche con disabilità cognitive e sensoriali. Tale formazione sarebbe utile solo se resa obbligatoria, poiché abbiamo visto che ciò che viene lasciato opzionabile rimane pure teoria».
Infatti il Comune non ha reso obbligatoria l’accessibilità di tutti i taxi – fa notare il comitato Disability Pride – lasciando ai tassisti la possibilità di scegliere se dotarsi di un mezzo attrezzato, a fronte di uno sconto sulla licenza. I tassisti, da parte loro, hanno scelto di non acquistare mezzi attrezzati, nonostante lo sconto. «Gli autisti sono un po’ restii ad avere mezzi attrezzati perché questi sono difficilmente rivendibili e tolgono un posto per il trasporto di persone senza disabilità. In sostanza lamentano la poca fruibilità del mezzo, tolta la necessità delle persone disabili», fa sempre notare lo staff del Disability Pride.
A fronte di quali costi? La licenza ha un costo complessivo di 150.000 euro, a cui a seconda delle caratteristiche del candidato – acquisto di auto a basse emissioni, disponibilità a coprire turni notturni e festivi, attrezzamento del taxi per persone in carrozzina – vengono applicati sconti che la possono far scendere fino a 90.000 euro. «Il Disability Pride vuole chiarimenti sul perché nonostante queste scontistiche le licenze prioritarie continuano a non essere acquistate».
IL DIRITTO ALLA MOBILITÀ NON È UN’OPZIONE
Il Disability Pride Bologna ritiene che la mobilità sia un diritto fondamentale da garantire, al di là di logiche economiche, interessi politici e di categoria. «Confrontandoci a livello di network abbiamo visto che questo problema è comune anche in altri territori, quindi confidiamo che a questa manifestazione ne seguano altre simili in altre città», fa notare una delle persone organizzatrici all’interno del comitato.
«Non si può continuare a parlare di mobilità – soprattutto quando si fa riferimento ai taxi – senza tenere in considerazione le persone con disabilità, anche in un’ottica di mobilità sostenibile e riduzione dell’utilizzo dei mezzi a motore. Il servizio taxi è un servizio pubblico e come tale deve essere garantito, anche tramite l’utilizzo di azioni positive che nel concreto vadano ad attuare l’uguaglianza sostanziale tra le persone cittadine, sancita dall’articolo 3 della nostra Costituzione», concludono.
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