Sarotto Group: muri di riso, case a km0 e lotta al consumo di suolo
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Cuneo - Qual è l’impatto che la costruzione di una casa può avere per l’ambiente? È questa una delle tante domande che Mauro Sarotto si pone da quando si occupa di edilizia abitativa. Coerente con la mission della sua azienda, Sarotto Group ha da sempre fatto “la sua parte” mettendo in pratica i principi dell’economia circolare e realizzando un’edilizia sostenibile. Come? Scegliendo materiali ecocompatibili ed ecosostenibili, riutilizzando scarti di produzione, adottando una filiera corta nell’acquisizione e nella diffusione delle materie prime, facendo uso di fonti rinnovabili, portando avanti una politica attenta alla riduzione dei rifiuti e al recupero delle acque, incentivando la sostituzione edilizia e studiando ogni giorno soluzioni e migliorie per il futuro delle nostre case e del nostro pianeta.
Sarotto Group, che da oltre un decennio realizza soluzioni abitative prefabbricate a basso impatto ambientale, ha sempre ricercato materie prime provenienti da territori non molto lontani dalla propria sede. Da vent’anni recupera scarti di polistirene, sia nel corso del processo produttivo che durante le lavorazioni in cantiere, che attraverso un impianto di frantumazione vengono ridotti in granuli che, mescolati con impasti cementizi, permettono di ricavare un calcestruzzo alleggerito.
MURI IN LOLLA DI RISO
«Ci siamo sempre mossi cercando di essere meno impattanti e più sostenibili e continuiamo in questo percorso. Negli ultimi quattro anni, in collaborazione con il Politecnico di Torino che ha attivato delle tesi di laurea, siamo andati alla ricerca di materie di origine naturali, provenienti da scarti agricoli, da sostituire al polistirene di origine sintetica che usiamo nelle nostre produzioni», sottolinea Mauro Sarotto, amministratore delegato dell’azienda.
L’obiettivo è stato raggiunto. Il materiale che sembra essere più adatto all’uso è la lolla di riso: dopo la raccolta, attraverso il processo di sbramatura, il riso grezzo viene trasformato in riso edibile eliminando la buccia esterna che lo riveste, la cosiddetta “lolla”. Si tratta del 25% del peso totale che attualmente, a causa di una bassa degradabilità, non viene usato in agricoltura. Lo si usa per le lettiere per gli animali, ma ha anche molte potenzialità nell’edilizia sostenibile.
Prima di Sarotto Group era stata la Ricehouse a individuare le potenzialità – da tempo infatti lavorano con gli scarti di riso, con la paglia e la lolla per realizzare intonaci, massetti e isolante sfuso per tetti – e grazie a una collaborazione tra le due aziende è stato possibile sperimentare un processo produttivo per realizzare murature prefabbricate. La lolla viene impastata con un legante naturale che dà origine una miscela che viene colata nelle casseforme per la produzione di pareti.
«Un percorso complicato e oneroso: abbiamo dovuto adeguare gli impianti, ma siamo soddisfatti perché abbiamo ottenuto un sistema che sta funzionando. È già pronta una prima casa prototipo, a novembre Ricecycling Wall, la parete realizzata con la lolla di riso, verrà presentata a Torino alla fiera Restructura. Stiamo ancora producendo la vecchia muratura, ma l’obiettivo è sostituirla del tutto con la lolla di riso», continua Mauro Sarotto.
EDILIZIA SOSTENIBILE E A KM0
Una filiera corta sia nell’acquisizione delle materie prime che nella fase di costruzione. I trasporti e le trasferte danno origine a costi elevati e a un impatto ambientale considerevole, ma Sarotto Group ha pensato anche a questo scegliendo di operare entro un raggio di azione limitato che non si spinge oltre i 100 chilometri. Per ogni 10 chilometri in più rispetto ai 100 si aggiunge l’1% di costo, un calcolo che vale anche al contrario: se il raggio di azione è a una distanza inferiore ai 50 chilometri si genera uno sconto del 5%.
«Abbiamo sempre privilegiato gli interventi più vicini dove progettare e installare l’edificio al fine di ridurre gli impatti. Con la nuova produzione, pur mantenendo lo stesso criterio, vorremmo estendere il nostro raggio d’azione, ma solo con la fornitura degli elementi prefabbricati ad aziende sensibili ai temi ambientali. Ci piacerebbe anche replicare il nostro modello altrove. Il riso è presente ovunque, la produzione può essere riprodotta facilmente. È come scambiarsi le ricette», ironizza Mauro.
Fa molto riflettere il suo approccio, lontano da un’imprenditoria che punta al solo profitto e disponibile a una partecipazione condivisa sempre nel rispetto dell’ambiente, come dimostra anche lo stabilimento dell’azienda. Dalle coperture e dai piazzali si ricava infatti l’acqua piovana, che viene poi utilizzata durante la fase di produzione. L’energia è ricavata da fonti rinnovabili grazie a impianti fotovoltaici e anche nella produzione si cerca di ridurre al minimo la produzione di rifiuti. Gli scarti dei getti, a fine giornata, vengono colati dentro una cassaforma che, una volta riempita, dà origine a blocchi che possono essere usati per il contenimento a secco e il consolidamento di argini dei terreni.
AZZERARE IL CONSUMO DI SUOLO
Un altro aspetto è quello del consumo di suolo: secondo il rapporto annuale dell’Ispra, la velocità con cui prosegue il consumo di suolo nel nostro Paese è di circa 2,4 metri quadrati ogni secondo. «Noi realizziamo nuove costruzioni, sarebbe più favorevole per noi realizzarle ex novo su terreni vergini, ma esiste la possibilità della sostituzione edilizia, ovvero del costruire sul costruito. Se si demolisce e si ricostruisce non si cementifica una nuova superficie di terreno».
«Da diversi anni nella preventivazione prevediamo uno sconto del 5% per chi decide di demolire e ricostruire evitando il consumo di suolo. Con il super bonus si è incentivato molto questo aspetto, noi cerchiamo di farlo anche se con una contribuzione di molto inferiore», conclude Mauro Sarotto. Ma questa è un’altra storia che vi racconteremo in un prossimo articolo.
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