29 Nov 2024

Con il rating di sostenibilità l’assicurazione costa meno se ci si comporta in modo virtuoso

Scritto da: Redazione

Arriva lo strumento di auto-valutazione che consente di valutare la governance e le politiche ambientali e sociali degli enti giuridici. E abbassare il proprio impatto può convenire anche dal punto di vista economico.

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“Sostenibilità” è una delle parole più abusate in questi ultimi anni. Se per qualcuno è diventata una missione per cui impegnarsi seriamente e quotidianamente, per qualcun altro è un’esigenza a cui adeguarsi per restare al passo con i tempi. Volente o nolente siamo tutti chiamati a essere più sostenibili e quindi più attenti a soddisfare i nostri bisogni senza compromettere quelli delle generazioni future.

Non solo come singoli, ma anche come aziende. Tra quelle che credono tanto nei valori della sostenibilità c’è CAES, il primo Consorzio Assicurativo Etico e Solidale in Italia, che insieme a Banca Etica e al Gruppo Assimoco nell’ambito del progetto Eticapro – Assicurazione Sostenibile Solidale, ha predisposto il rating di sostenibilità, uno strumento che permette di valutare i comportamenti sui temi ESG – ambientale, sociale e di governance – degli enti giuridici. Da dicembre sarà disponibile anche per le persone fisiche.

rating di sostenibilità
Il rating di sostenibilità permette di valutare i comportamenti sui temi ESG – ambientale, sociale e di governance – degli enti giuridici

Rispondendo a un semplice questionario è possibile per chiunque lo richieda – associazioni, cooperative sociali, Enti del Terzo Settore e imprese – conoscere il proprio posizionamento rispetto ai temi dell’Agenda 2030 ed eventualmente intraprendere un percorso migliorativo. Il rating di sostenibilità è uno strumento di autovalutazione con domande che riguardano la gestione del personale e quindi la governance, ma anche gli aspetti ambientali e sociali concorrendo a una trasparenza e una responsabilità da parte di coloro che aderiscono a Eticapro.

Essere sostenibili conviene anche in questo caso. L’assicurazione diventa infatti un servizio che premia i comportamenti responsabili di ciascuno attraverso un’agevolazione economica sulle polizze di nuova emissione richieste, in funzione del punteggio ottenuto grazie al rating di sostenibilità. 

CAES, Banca Etica e il Gruppo Assimoco nell’ambito del progetto Eticapro hanno predisposto il rating di sostenibilità, per valutare i comportamenti sui temi ESG

Con il rating di sostenibilità si scardina anche il concetto di “sconto commerciale” sulle polizze assicurative, che generalmente crea favoritismi e iniquità, generando invece un’agevolazione economica proporzionata al profilo di responsabilità dichiarato. Una volta compilato il questionario si verrà valutati infatti in base a tre fasce di merito. CAES Italia, Gruppo Assimoco e Banca Etica sono i primi ad averlo introdotto in ambito assicurativo. Strumenti come il rating di sostenibilità sono utili anche a contrastare il cosiddetto greenwashing, ovvero la strategia di certe imprese, organizzazioni o istituzioni politiche finalizzata a costruire un’immagine di sé ingannevolmente positiva sotto il profilo dell’impatto ambientale, allo scopo di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dagli effetti negativi per l’ambiente delle loro attività o prodotti.

Secondo l’analisi effettuata da Influence Map, oltre la metà delle aziende è a rischio greenwashing. Nel caso specifico sono state analizzate le aziende che fanno parte dell’elenco di Forbes 2000 e sebbene il 93% di loro usi termini come “net zero” – o emissioni nette zero, ovvero la condizione in cui le emissioni di CO₂ rilasciate nell’atmosfera vengono bilanciate da una quantità equivalente compensata (rimossa o evitata) – sono poche ad adottare comportamenti degni di tale definizione

rating di sostenibilità
Con il rating di sostenibilità si può conoscere il proprio posizionamento rispetto ai temi dell’Agenda 2030

Alcuni, pur avendo come obiettivi net zero, sostengono l’industria dei combustibili fossili cercano di indebolire le soglie emissive dei veicoli, combattono tramite lobbisti contro il Green Deal europeo o si oppongono all’introduzione di tasse sul carbonio. Gli esperti delle Nazioni Unite hanno individuato cinque buone pratiche e consigli che possono essere utili alle aziende per non cadere nella trappola del greenwashing, tra queste ad esempio annunciare un impegno a zero emissioni con obiettivi chiari e impegni, oltre a dichiarare un piano che verrà confrontato con le analisi e il bilancio di sostenibilità presentato dall’azienda stessa. 

Anche l’Unione Europea punta a incoraggiare gli utenti verso atteggiamenti di acquisto consapevole che possano promuovere un mercato più sostenibile. La direttiva Greenwashing, approvata dal Consiglio Ue il 17 gennaio 2024, è un sostegno alla responsabilizzazione dei consumatori verso una transizione verde. Per CAES e il progetto Eticapro, il principale obiettivo è proprio far leva sulla responsabilità civica degli Enti del Terzo Settore, appellandosi a valori di rispetto dell’ambiente e dell’essere umano che pongono in secondo piano le pure logiche economiche.

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