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Catania - Quante volte abbiamo sentito dire e detto che “il denaro non fa la felicità”? Qual è la relazione fra donne e soldi? Se guardassimo oltre i luoghi comuni e gli stereotipi cosa scopriremmo? L’ha fatto Natascha Lusenti, giornalista, conduttrice e autrice televisiva e radiofonica, nel suo libro Il coraggio di contare. Storie di donne, finanza ed etica nell’Italia contemporanea, edito da Il Saggiatore, con la postfazione di Anna Fasano, Presidente di Banca Etica.
All’indomani del 25 novembre, la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, è stato presentato a Catania presso la Libreria Libri Catania. A dialogare con l’autrice c’erano Elvira Tomarchio del GIT Sicilia Nord-Est, Nancy D’Arrigo e Claudia Mangano della Filiale Banca Etica di Palermo. Un’occasione per promuovere cultura e parità di genere anche in ambito economico perché ancora oggi, e non solo in Italia, si guarda alle donne con sospetto e diffidenza: “Cosa vuoi che ne sappiano o capiscano di finanza?” è il retro pensiero più ricorrente.
“Il coraggio di contare” è un racconto corale che demolisce il luogo comune secondo cui donne e finanza apparterrebbero a due universi distanti e non comunicanti e, con leggerezza nonostante le tante difficoltà, riflette sulle criticità della nostra società e sulla relazione fra donne e soldi attraverso le testimonianze di studentesse, imprenditrici, lavoratrici del Terzo Settore, tutte protagoniste nella costruzione di un futuro più equo e sostenibile. Perché, come sottolinea Anna Fasano, «quella delle donne con la finanza non può essere solo una relazione individuale, ma una questione collettiva».
Leggendo si scopre che in Italia il 37% delle donne non ha un conto corrente, che esse vengono spesso impiegate in settori a bassa remuneratività o meno strategici rispetto a quelli degli uomini, che le lavoratrici percepiscono una paga oraria inferiore tra il 10% e il 12% rispetto a quella maschile, solo per citare alcuni dati. Alle donne si preferisce non dare credito, in tutti i sensi, siano esse imprenditrici o private, eppure come dimostrano molti dati sono loro che li restituiscono in maggiore misura e con più puntualità e spesso li investono in settori che hanno un forte risvolto sociale con ricadute positive anche sulla collettività.
Il libro di Natascha Lusenti mostra e dimostra come le esperienze delle singole donne possano creare una rete di solidarietà e cambiamento e dà l’opportunità di misurarsi con diversi aspetti quali il lavoro di cura, il giusto compenso, la lotta contro la violenza sulle donne. L’autrice si è anche “divertita” a dialogare in maniera immaginaria con pensatrici, donne del passato che hanno trovato il “coraggio di contare” e leggerle può suggerire buone idee e pratiche. Da Judith Butler alla premio Nobel Claudia Goldin, ad Anna Bravo, a Audre Lorde, agli uomini Mark Fisher e Zygmunt Bauman.
Alcune delle storie nascono dall’incontro dell’autrice con il collettivo di donne di Banca Etica, donne che hanno sofferto, che hanno incrociato la violenza, ma che hanno saputo chiedere aiuto e l’hanno trovato in un istituto bancario differente. «È un libro avvincente, a tratti commovente. Si trovano i tanti colori dell’animo femminile, ma di sicuro non è drammatico. Non ho voluto unirmi alla retorica, sono già tante le storie di violenza raccontate ogni giorno, va bene farlo, ma serve altro perché ci si abitua e non si provoca una giusta reazione costruttiva in chi legge e nelle stesse donne», sottolinea Natascha Lusenti.
Tra le testimonianze, alcune anche in forma poetica o in versi, si indaga il rapporto con i soldi, ma anche l’aspirazione verso il cambiamento, la scelta di essere felici a prescindere, ma con una stabilità economica che non guasterebbe. Tra le tante, c’è la storia di Chiara, «una storia di fiducia e speranza nonostante una famiglia abusante tra violenza fisica e psicologica. Una storia che racconta bene la complessità degli esseri umani in cui il male non è tutto da una parte. Oggi Chiara è una persona felice e realizzata nonostante i numerosi traumi e un contesto complicato», continua Natascha Lusenti.
Chiara e le altre donne scardinano luoghi comuni, culture, tradizioni e forma mentis e invitano a porci domande, a non delegare, a essere protagoniste e protagonisti del proprio futuro finanziario e non solo. Perché la finanza non è solo una questione economica, ma condiziona anche la nostra libertà e capacità di agire nel mondo.
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