Napoli in vita: ricostruire la memoria del Rione Sanità partendo dall’identità napoletana
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Campania - Napoli ha un ricco patrimonio artistico e culturale da valorizzare, soprattutto se si gira lo sguardo verso i quartieri popolari della città. Napoli in vita, associazione no profit, si impegna per la promozione dei beni storici napoletani includendo le realtà presenti sul territorio e formando una rete con esse. Situata al centro della città, nella zona del Rione Sanità, l’organizzazione ha come obiettivo la tutela non solo di tesori culturali, ma anche dei cittadini stessi del quartiere popolare.
LA PRIMA RETE DI COMUNITÀ
Il presidente della realtà, Luigi Mingrone, spiega la nascita di Napoli in vita. «Siamo nati nel 2013 formalmente con lo statuto, in realtà ci conoscevamo dal 2012. Ci siamo incontrati nell’ambito della rete di padre Alex Zanotelli, il primo coordinamento delle associazioni del Rione Sanità. Padre Alex lasciò l’Africa e decise di venire nella Sanità perché sapeva della situazione difficile del territorio. Ha iniziato a coordinare le associazioni creando la Rete del Rione Sanità, che esiste tutt’ora».
Partendo dal turismo responsabile, l’associazione mira a «promuovere la conoscenza della storia di Napoli e la sua identità culturale», afferma Luigi Mingrone. Questa si mescola con altre culture presenti sul territorio napoletano, in particolare nel Rione Sanità, dando vita a questa forma di turismo che si basa su «concetti di comunità e territorio» coinvolgendo cittadini e realtà, partendo dalla scoperta della zona popolare napoletana.
PROGETTI DI VITA
Napoli in vita si è trasformata nel corso del tempo e ha ampliato la sua mission, infatti organizza iniziative che favoriscono l’occupazione, soprattutto di piccoli commercianti e artigiani. Cerca di combattere la dispersione scolastica con eventi e manifestazioni, organizza eventi culturali nelle zone principali della città e nei luoghi simbolo e dà rilievo a strutture abbandonate o inadeguate, ristrutturandole ed evidenziandole.
Per quanto riguarda i bambini, il presidente racconta un progetto importante dedicato a loro: «Inizialmente ci appoggiavamo ad altre realtà associative, poi per caso abbiamo fatto una richiesta di finanziamento all’8×1000 Valdese, grazie al collegamento con Raffaele Bruno, fondatore di Delirio Creativo, per un progetto di laboratorio per bambini. Nel 2016 abbiamo iniziato avviando una linea di attività di Napoli in vita. Il laboratorio di artigianato, creatività e tradizioni, abbreviato in ACT Lab, che è sempre aperto».
CREARE MEMORIA DEL RIONE SANITÀ
Ciò che ha segnato la vera svolta per Napoli in vita, secondo Luigi Mingrone, è stato «l’incontro che abbiamo avuto con l’associazione AISO, che ha come finalità la promozione delle fonti storiche orali attraverso le interviste. Tali tecniche raccolgono storie di vita, cosicché un domani possano diventare una fonte importante». Grazie a questa collaborazione ed al bando “Giovani per la valorizzazione dei beni pubblici”, è stata ideata “La casa del Rione Sanità”, «con scopo di far nascere un luogo fisico della memoria, e creare l’archivio digitale. Per arrivare a questo siamo passati attraverso un percorso formativo rivolto a giovani under 35 che sono diventati narratori di comunità, ovvero mediatori tra persone e territorio».
Questi giovani, formati e accompagnati da tutor, sono partiti per il Rione ad intervistare le persone e creare i primi pezzi di memoria del quartiere. Il progetto prevedeva una restituzione alla comunità del lavoro svolto e questo è stato realizzato dalle immagini scattate dalle fotografe in giro per la zona e soprattutto dal libro. «Il libro è il punto d’arrivo del percorso, realizzato da alcuni soci di Napoli in Vita, professori, ricercatori, e i ragazzi che hanno scelto l’argomento che più poteva interessarli».
Il progetto è raccontato dal volontario Luigi Stanzione. «Casa Sanità è un progetto memoria del Rione, gestito da Napoli in vita, e le associazioni LESS e AISO. Abbiamo fisicamente un archivio digitale con interviste svolte per circa un anno nel quartiere, una resa al pubblico attraverso un fumetto di Diego Miedo e foto scattate da Alessia Cinque e Alessandra Mascarucci. L’idea è di continuare questa collaborazione con altri artisti». Sono presenti diverse iniziative nel progetto, come il laboratorio di storia orale, digital storytelling e la geo-esplorazione, pratica di osservazione e narrazione del paesaggio circostante.
Riguardo i progetti futuri, il presidente precisa che «abbiamo avuto la possibilità di ricevere due piccoli finanziamenti, uno dal PNRR per la realizzazione di un docufilm che parte dal lavoro della memoria. Ci siamo affiancati all’AISO e all’Accademia di Belle Arti per raccontare la storia di un condominio particolare, quello del Palazzo dello Spagnolo. L’altro finanziamento da Film Commission Regione Campania per una rassegna cinematografica in sede a metà dicembre con tema di carattere documentaristico».
All’insegna della solidarietà, Napoli in vita offre una nuova visione della città, non bloccata nella criminalità ed emarginazione, ma aperta a nuove esperienze. Grazie agli eventi, incontri e visite, l’associazione riqualifica il territorio includendo tutte le organizzazione e creando rete con i cittadini, primi promotori di cambiamento. Il progetto di memoria di Napoli in vita permette di valorizzare i luoghi del quartiere Sanità e rendere partecipi gli abitanti in questo percorso di rinascita.
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