La Capra Selvatica, il progetto di cucina con piante spontanee di un giovane agronomo
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Salerno, Campania - Deforestazione, allevamenti intensivi, sfruttamento del terreno: sono solo alcune delle cause legate all’attività umana che alterano il bilancio ecologico e riducono le capacità della terra. In un mondo in cui la sostenibilità ambientale e l’attenzione alla diversità divengono elementi centrali, Emanuele Cavaiolo – dai più conosciuto come La Capra Selvatica – si distingue ed emerge come un esempio straordinario di passione per la natura e di innovazione. Agronomo e botanico originario di Capaccio Paestum, Emanuele ha trasformato il suo amore per il green e vegan in una missione: con i suoi corsi insegna alle persone a riconoscere le piante spontanee e il loro uso, in primis nella vita quotidiana e poi in cucina.
Il suo soprannome evocativo ricorda la libertà e la connessione con l’ambiente selvatico: «Il progetto de La Capra Selvatica è nato un po’ per caso, dopo la mia laurea. Ho cominciato con un corso di riconoscimento delle piante spontanee e da allora non ho mai più smesso», ricorda il giovane agronomo.
Emanuele descrive come il potere del selvatico e della natura lo abbiano spinto a credere in sé: «Devo ringraziare gli uomini e le donne che hanno creduto in me e nel mio dono. Quando io stesso non credevo nelle mie capacità, la natura mi ha fatto scoprire e riscoprire». Andiamo dunque insieme a lui alla scoperta del percorso compiuto e del valore delle sue iniziative, con uno sguardo al foraging – cioè la ricerca di erbe selvatiche a scopi alimentari –, alla cucina sostenibile e alla consapevolezza ambientale.
AGRICOLTURA NATURALE
L’agricoltura naturale è un approccio innovativo alla coltivazione: essa si basa sulla limitazione dei processi naturali e sull’interazione tra uomo, piante, animali ed ecosistemi. Questo metodo punta a produrre cibo in modo sostenibile, senza l’uso di sostanze chimiche e riducendo al minimo o azzerando l’intervento umano sul terreno e sull’ambiente, incoraggiando la crescita spontanea delle piante. «È importante ricordare quotidianamente che il nostro pianeta è limitato. Non basta ridurre l’inquinamento o lo sfruttamento del suolo e degli animali, i nostri ambienti, i nostri deserti urbani, hanno bisogno di verde», continua La Capra Selvatica.
Emanuele presenta la botanica come la regina delle scienze: «Ancor prima degli organismi animali, sono state le piante a dare all’uomo nutrimento, sia allo spirito che al corpo». La cultura delle piante selvatiche, profondamente radicata nelle tradizioni di molte comunità, oggi viene riscoperta come una risorsa preziosa non solo per la sostenibilità ambientale e per la medicina, ma anche per l’alimentazione. Le piante selvatiche sono specie vegetali che crescono spontaneamente e la loro presenza contribuisce a preservare la biodiversità e a valorizzare gli ecosistemi naturali favorendo un ritorno alle origini.
Negli ultimi anni grazie al foraging, la cultura delle piante selvatiche sta vivendo una rinascita e questa riscoperta rappresenta un’opportunità per una vita più sana e consapevole, ma anche un modo per sostenere un modello di sviluppo ecologico e rispettoso della natura. «La Capra Selvatica vuole essere da guida nel recupero di una serie di conoscenze che negli ultimi secoli abbiamo abbandonato. Questa rottura, avvenuta in seguito all’industrializzazione e alla globalizzazione, ha causato e continua a causare problemi alla nostra società e alla nostra salute». Il neocolonialismo e la perdita della propria cultura hanno spinto alle generazioni passate di fare tabula rasa delle tradizioni della dieta mediterranea.
FLORMEAT
In Italia e nel Cilento le terre incolte permettono ancora la raccolta di piante selvatiche: parafrasando Carlo Petrini, La Capra Selvatica afferma che “brucare è un atto politico”. «Con il selvatico ho ritrovato me stesso, inconsapevolmente la natura mi ha permesso di rigenerarmi e di distaccarmi dall’avventura cosmopolita e dalla società che vuole il popolo rinchiuso in gabbia a ingrassare proprio come animali da macello», afferma Emanuele Cavaiolo. Uno dei progetti che ha permesso a La Capra Selvatica di farsi conoscere è stata la Floarmeat, letteralmente una carne di fiori, un prodotto alimentare completamente vegetale ottenuto dai fiori dell’albero di Giuda, una pianta tipica del territorio cilentano.
«L’idea è nata in maniera del tutto casuale: attraverso alcuni processi di fermentazione dei fiori è venuto su un impasto violaceo con una consistenza simile a quella della carne. Miscelando nell’impasto acqua, sale e spezie ho dato vita a questo prodotto completamente vegetale e sostenibile», racconta Emanuele. Priva di additivi chimici e industriali, la Flormeat è una sperimentazione culinaria a tutti gli effetti, adatta a tutti i tipi di palato.
«Con questo prodotto abbiamo aggiunto un tassello nel mondo della gastronomia vegetale. Il più grande riconoscimento è da parte di chi mi segue e vede nella Flormeat un prodotto che unisce la tradizione del territorio cilentano, con l’innovazione. Mi piacerebbe che il mio paese venisse citato non solo per la mozzarella di bufala, ma anche per la mia carne vegetale – carne, dal greco κείρω, significa tagliare».
LA CAPRA SELVATICA E I SUOI SOGNI
Emanuele Cavaiolo, in arte La Capra Selvatica, coniuga il rigore scientifico della biologia con l’etica vegana, traducendo quotidianamente le proprie idee in progetti innovativi e pratiche. Un’agricoltura senza sfruttamento è possibile e con essa una convivenza in armonia tra essere umano e natura attraverso scelte alimentari e di vita che rispettino la biodiversità del pianeta. «Il mio sogno è istituire una clinica all’interno della quale i problemi alimentari e di vita possano essere risolti a contatto unicamente con la natura. La medicina è profondamente interconnessa con la natura ed essa è stata la prima fonte di ispirazione per quanto concerne lo sviluppo di terapie per il benessere umano».
«Questo legame si basa sulla consapevolezza che alcune sostanze naturali presenti in piante, minerali e organismi viventi, hanno proprietà curative», continua La Capra Selvatica. «Alcuni farmaci moderni derivano da composti naturali. Inoltre passeggiare nei boschi e vivere in ambienti naturali favorisce il benessere psicologico e riduce lo stress». La valorizzazione e il rispetto della natura non sono solo un atto di responsabilità ambientale, ma una necessità.
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