Barbara e Beatrice, le sorelle che hanno trasformato l’hotel Luxor Veg in un albergo vegano
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Rimini, Emilia-Romagna - Oggi vi portiamo sulla riviera adriatica, all’hotel Luxor Veg, di Bellaria Igea Marina. Lo sorso settembre a Cesena, al Macrolibrarsi Fest – un festival dedicato alla sostenibilità, al biologico e al benessere –, abbiamo conosciuto Barbara Bianchi, la titolare, che insieme alla sorella Beatrice gestisce questo albergo nelle mani della loro famiglia da ben tre generazioni. Ve ne parliamo perché, come suggerisce il nome, questa struttura è protagonista di una bella storia di cambiamento che l’ha portata a essere il primo hotel ecosostenibile della riviera romagnola.
«L’hotel Luxor Veg esiste da più di cinquant’anni, precisamente dal 1972», precisa Barbara, che ci racconta di essere diventata vegana tredici anni fa. Cosa c’entra questo cambio di stile di vita con la nostra storia? «È stato proprio a partire da quel momento che è iniziata la transizione verso il cruelty-free anche della struttura, eliminando gradualmente alimenti di origine animale», rivela.
D’altronde, anche Walt Disney diceva che “l’unico modo per iniziare a fare qualcosa è smettere di parlare e iniziare a fare”. Così anche Barbara e sua sorella si sono rimboccate le maniche per intraprendere un cammino su una strada nuova e impervia. Nel 2012 inizia il percorso – durato circa dieci anni – che ha rivoluzionato la proposta dell’albergo, che è passato dall’offrire i piatti tipici della cucina tradizionale romagnola a un menu esclusivamente a base vegetale.
Barbara, com’è nato questo percorso di cambiamento?
Il cambiamento è partito prima dentro di noi, quando io e mia sorella siamo diventate vegane; dopodiché abbiamo pensato che quella sarebbe stata la nostra strada anche in ambito lavorativo. Per questo, poco a poco, abbiamo convertito sempre di più anche l’offerta ristorativa dell’hotel.
E raccontateci, com’è stata questa transizione?
È stato un percorso lungo, graduale, anche po’ complicato a tratti, ma ricco di gratificazioni. D’altronde la nostra visione era molto chiara sin da subito: quando diventi vegano per motivi etici non puoi fare a meno di proseguire verso il cambiamento a 360°.
Com’è stata la reazione degli ospiti dell’hotel Luxor Veg?
La nostra era una clientela molto affezionata e fedele alla cucina tradizionale romagnola, che era delle nostre nonne. All’inizio i primi clienti vegani li servivamo a tavola, con delle varianti senza ingredienti di origine animale al menu classico. I clienti storici erano molto incuriositi nei confronti di questa novità: li vedevamo molto attenti a quello che servivamo agli altri, osservavano, chiedevano.
Così abbiamo deciso di mettere i piatti vegani a buffet, in modo che tutti potessero provare tutto. Molte persone si approcciavano con curiosità a questi nuovi sapori, assaggiavano volentieri le nuove pietanze. C’è da dire che in vacanza si è anche molto più rilassati e in generale più aperti a sperimentare. Nel frattempo sono aumentati i turisti vegani che alloggiavano qui, così la proposta vegetale è aumentata al punto da farci optare per il cambiamento definitivo.
Quindi siete passati al menu vegano 100%?
Sì. Il periodo più difficile è stato questo di transizione, in cui erano presenti entrambe le offerte ristorative, perché era molto complicato da gestire, però ci siamo riusciti. Era molto divertente però vedere che le persone si muovevano, osservavano i piatti del nuovo buffet, provavano cose nuove.
Il tema del “veganismo” è sempre stato purtroppo molto polarizzato e spesso ha rappresentato una divisione quasi ideologica tra onnivoro e vegano, come tra bianco e nero. Voi cosa avete notato in questi anni?
Diciamo che trovo più curioso scoprire cosa accomuna piuttosto che divide le due “squadre”. Si può essere onnivori e venire qui in vacanza e fare una settimana da vegani. Certo, è anche vero che nel tempo molti clienti storici hanno smesso di venire, optando per altri alberghi, anche se poi tornano comunque a trovarci perché sono affezionati a quella determinata camera o a quella spiaggia. Altri invece hanno continuato a venire da noi pur non essendo diventati vegani, ma avendo compreso però cosa vuol dire per esempio mangiare una pasta al pomodoro preparata come si deve. E quello è proprio un piatto vegano, punto, non c’è niente da fare.
Quindi anche questa idea che il cibo vegano debba essere per forza qualcosa di complicato, di elaborato, con ingredienti difficili non è veritiera o quantomeno da noi non è così. Avendo un albergo dobbiamo per forza proporre anche dei piatti semplici, perché chi soggiorna qui una settimana non può mangiare tutti i giorni pietanze molto elaborate o comunque troppo diverse dalla routine quotidiana, quindi questo è stato il primo aspetto interessante che abbiamo notato.
Chi viene quindi ad alloggiare all’Hotel Luxor Veg?
In realtà non sappiamo precisamente in che percentuale la nostra clientela sia vegana, perché molto spesso è solo quando gli ospiti ci salutano prima di ripartire che ci rivelano i motivi per cui hanno prenotato da noi. Un cliente, per esempio, recentemente mi ha detto: “Guarda io sono onnivoro, sono venuto qui perché mia moglie si sta approcciando a questo stile di vita e volevamo provare. Devo dire che sono rimasto davvero molto soddisfatto!”. Quella soddisfazione ci appaga moltissimo. La curiosità di tanti vediamo che si rivolge soprattutto verso uno stile di vita più sano e anche questo è anche un aspetto molto interessante.
Altri vengono e ci raccontano la loro storia clinica: ci sono moltissime persone che hanno fatto questo cambiamento per questioni di salute e questo è proprio un dato di fatto. Per rispondere alla domanda quindi, la nostra clientela è molto variegata e in costante evoluzione. Quello che posso dire è che sta andando molto bene, l’affluenza c’è e le richieste aumentano di anno in anno.
Curioso è ora pensare che sono stati proprio i racconti di alcuni miei clienti ad avermi aperto a questo mondo alcuni anni fa, quando ero ancora vegetariana. Chi veniva a ringraziarmi per la bella esperienza si fermava poi a chiacchierare, dandomi tante informazioni molto interessanti che ho avuto modo poi di approfondire. Nel 2012 sul tema del maltrattamento degli animali si sapeva poco, le inchieste e i reportage non erano ancora diffusi come oggi. In questi dodici anni devo dire che c’è stato un notevole aumento di consapevolezza sull’argomento.
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