Festival delle donne, un momento d’incontro tra Chiesa e universo femminile
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Campania - Dal 4 al 9 novembre si è svolta la prima edizione del Festival delle Donne, evento voluto dalla Diocesi di Napoli sul tema del femminile. Punto focale dell’iniziativa è stata la valorizzazione delle donne come promotrici di una comunità basata sull’inclusione. Gli eventi proposti durante il festival – spettacoli, performance e seminari – hanno avuto lo scopo sensibilizzare sul tema e aiutare a riflettere riguardo la determinazione e la resistenza femminile, lontano da discriminazioni e pregiudizi. Adriana Valerio, insegnante di teologia, ha esposto il lavoro effettuato durante il festival su questo tema così riflessivo.
L’IDEA DEL FESTIVAL
«Sono delegata dell’arcivescovo di Napoli e sono stata chiamata per parlare di donne perché ho a cuore la loro storia. Sono una teologa e tutto il mio impegno è stato quello di dare valore e dignità all’universo femminile. L’arcivescovo mi ha nominata sua delegata per dare un impulso alla chiesa di Napoli attraverso iniziative come il corso “La Bibbia e le donne” e un sito web a tema. Ho attivato percorsi turistico-religiosi sui luoghi importanti della storia napoletana con ragazze che fanno da guida».
Il progetto, ideato da Adriana, è partito dalla volontà di creare un incontro su quello che poi è diventato il tema della sei giorni di Napoli. «Ho fatto in modo che la diocesi di Napoli si collegasse con altre diocesi per creare una rete con un documento firmato dai vescovi sull’impegno a valorizzare la presenza delle donne». “Sorelle Diocesi” è il documento basato sull’incontro e firmato da sei diocesi.
GLI EVENTI DELLE GIORNATE
Su questo tema è stata ideata una serie di eventi. «Abbiamo pensato di fare un festival che potesse mettere a fuoco queste iniziative. Incontri, performance, spettacoli per aprirci alla città. Ho immaginato questo momento come un’incontro delle donne con altre religioni, etnie, uomini e con sé stesse. Non si tratta di rivendicare, ma di far in modo che esse possano essere un ponte per la costruzione di una società inclusiva e non discriminatoria».
Il festival ha voluto dare un spinta importante sul tema del femminile e gli incontri svolti sono stati ideati per valorizzare le donne come punto d’incontro tra culture e generi. I momenti proposti hanno aiutato a riflettere su temi importanti come il superamento di genere, abbattimento delle differenze sociali e lotta alle discriminazioni. È la prima volta che si avvia un progetto del genere nella Diocesi di Napoli, come ci tiene a sottolineare Adriana, e gli eventi proposti sono stati molto significativi.
INCONTRO TRA CHIESA E DONNE
«L’incontro con le altre diocesi, per la prima volta nel mondo, con l’impegno dei cinque vescovi per questa riflessione e valorizzazione delle donne, è stato un momento molto significativo dal punto di vista sinodale. Durante l’incontro dell’ultima serata, quella conclusiva, c’è stato un confronto “maschile e femminile allo specchio”. Non ho voluto un evento tra donne, come rivendicazione, ma un’unione dei due generi per una comunità inclusiva».
Importanti le rappresentazioni teatrali esposte durante le giornate, che hanno dato valore al tema. Adriana ci ha tenuto a evidenziare la presenza del coreografo, il quale ha reso possibile uno degli spettacoli principali. «Grazie anche a Mario Palumbo, che ha messo in scena questa performance finale. Danzatori e danzatrici che hanno inscenato una danza simbolica. Uomini e donne che si guardano e si incontrano, ognuno il riflesso dell’altra».
Non una rivendicazione, ma far in modo che le donne possano essere un ponte per la costruzione di una società inclusiva e non discriminatoria
Uno dei momenti più significativi del festival è stata la performance “mamme nere”, le immigrate a Napoli che cercano di inserirsi in un contesto diverso da quello d’origine. «Il filo conduttore è stato il pensiero “i figli sono figli” di Eduardo De Filippo nel film Filumena Marturano, per indicare che il cuore materno non distingue tra figli legittimi e illegittimi. È un messaggio legato alla spiritualità mariana, come Maria che accoglie tutti, per indicare che non c’è una discriminante. Una spinta ancora più inclusiva riguardo etnie e diversità che, devono esserci ma non come ostacolo».
Essenziali anche gli incontri nelle scuole sul tema “Contro le discriminazioni per una cultura della convivenza”, per coinvolgere e sensibilizzare le nuove generazioni. In mattinata, durante i sei giorni, si sono tenute visite guidate per la città con il gruppo “Destinazione Donna”, guidato da giovani guide turistico-religiose. I visitatori hanno potuto attraversare la storia di alcuni luoghi, come il Monastero Regina Coeli, Monastero S. Maria in Gerusalemme e l’Ospedale della Pace, che hanno goduto del contributo femminile. Anche se «c’è ancora c’è molta resistenza per le donne ed è difficile passare alla trasformazione dei ruoli e al cambiamento».
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