Felici da Matti: saponi ricavati da olio esausto per dare lavoro e creare un’economia etica – Calabria sarai Tu #4
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Reggio Calabria - Oggi vi portiamo a Roccella Ionica, in provincia di Reggio Calabria, e vi presentiamo la storia, il lavoro, l’impresa, le difficoltà e i sogni di un magnifico gruppo di donne e uomini che oltre vent’anni fa ha dato vita a una Cooperativa Sociale di Tipo B – una cooperativa che da statuto deve fare “cose buone” per gli altri e dare lavoro a categorie svantaggiate – che trasforma scarti in risorse, in particolare producendo detergenti e saponi recuperando in loco olio esausto. Questa cooperativa si chiama Felici da Matti e il nome – come scoprirete guardando il video che vi presentiamo in questo articolo – è quanto mai appropriato.
«Volevamo uscire dal cenacolo ed entrare in società», ci spiega Teresa Nesci, presidente della cooperativa durante l’intervista che abbiamo realizzato lo scorso maggio. Uscire dal cenacolo, per Teresa e le altre fondatrici di Felici da Matti, significava non limitarsi alla preghiera e ai buoni propositi per cambiare il mondo, ma rispondere alla chiamata e attivarsi concretamente per migliorare le cose.
Sul sito ufficiale della cooperativa Teresa racconta l’origine del progetto: “Ricordo ancora quel giorno, non avemmo delle risposte circa il come, ma io e l’altra socia tornammo a casa con una domanda scritta su un foglio bianco: chi? Chi veramente vuole fare qualcosa? Chi veramente vuole mettere mano all’aratro e dare risposta a un desiderio del nostro territorio?”.
Questa domanda ha guidato le cooperanti e i cooperanti per questi vent’anni. E in effetti, alle sei donne e un uomo – per la precisione un sacerdote – che diedero vita all’impresa si sono uniti negli anni altri cooperanti, molti acquirenti, molti attivisti, donatori, cittadine e cittadini che hanno contribuito con i loro vestiti usati, il loro olio esausto, il loro entusiasmo alla riuscita di questa iniziativa.
COSA HA FATTO E COSA FA FELICI DA MATTI
“Ma quindi – direte voi – che hanno fatto sti cooperanti?”. Un sacco di cose. Hanno iniziato recuperando vestiti usati prima dell’arrivo dei cinesi e della fast fashion, riutilizzando stoffe e indumenti e facendo stracci con gli scarti. Questi scarti venivano venduti e da questa attività – che trasformava rifiuti in risorse – nasceva qualche posto di lavoro dedicato a persone con disagio psichico o di altro tipo.
Nel frattempo il mondo cambia e le cooperanti si rendono conto che devono cambiare focus. Decidono di dedicarsi alla raccolta dell’olio esausto – nello specifico quello delle fritture, che è molto inquinante – e lo trasformano in saponi e detergenti. Nasce così la linea Bergolio. Vi invito a guardare il video per scoprire cosa si nasconde dietro a queste semplici parole, quante soddisfazioni, difficoltà e impatti concreti a livello ecologico e umano.
Vi dico solo che dalle fritture di Roccella Ionica esce un sapone che viene venduto persino in Germania e Austria. Ma nel corso di questi vent’anni cambia anche la missione di Felici da Matti. Le persone che portano avanti il progetto infatti decidono di rispondere a una forte domanda che arriva dal territorio e si dedicano quindi a soggetti svantaggiati come ad esempio ex-carcerati.
I PRINCIPI CHE GUIDANO FELICI DA MATTI
Come si legge sul sito, ci sono cinque principi base che guidano e ispirano il lavoro delle e dei cooperanti: la realizzazione di prodotti ecologici, ecocompatibili e privi di sostanze nocive per la salute e l’ambiente; la messa in opera di un’economia circolare, che trasforma ogni rifiuto in risorsa; una filiera etica che privilegi partner con un impatto sociale e portatori di inclusione lavorativa; dei prodotti fatti a mano realizzati artigianalmente con cura e passione; il rispetto degli animali, con la scelta di non usare ingredienti testati su creature viventi; un prezzo equo accessibile nel rispetto di chi produce e lavora.
LE DIFFICOLTÀ E LE SODDISFAZIONI
Le difficoltà non mancano. Nella video-intervista emerge nettamente la forza d’animo di Teresa, ma anche l’angoscia e il dolore di fronte ai disagi incontrati ogni giorno e al rischio di veder chiudere la propria impresa a causa di fattori esterni, come uno sfratto, l’assenza di interventi pubblici e il passare degli anni. Anche le soddisfazioni non sono poche però. Dai risultati ecologici ed economici a quelli sociali, passando per un intervento del Papa e gli incontri con tanti giovani. Ancora una volta vi rimando al video per saperne di più.
IL QUADRO GENERALE
Questa storia che vi sto raccontando si inserisce nella nostra serie di articoli sulla Calabria che Cambia e in particolare su un viaggio-inchiesta condotto da me e da Selena Meli lo scorso maggio 2024. Come nelle tappe precedenti, anche qui emerge un immaginario completamente diverso da quello “solito” su questa regione. Scopriamo che molto prima che da altre parti qui si trasformavano i rifiuti in risorse, si diffondeva sensibilità ecologica, si produceva lavoro per categorie svantaggiate, ci si assumeva la responsabilità della propria vita e si cambiava concretamente il mondo.
Nello specifico, ancora una volta emerge come il cambiamento ecologico e quello sociale vadano ancora una volta a braccetto. Che sia recupero di vecchi vestiti o di olio esausto, che sia creare lavoro per soggetti con problemi psichici o disagio culturale, a unire questi vent’anni di attività resta la consapevolezza che tutto è interconnesso, che lavorare con i e le giovani è fondamentale, che costruire presidi di legalità e bellezza è possibile e che farlo ci pone di fronte a grandi sfide, grandi difficoltà, grandi soddisfazioni, ma soprattutto ci rende felici. Felici da matti!
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