Agricoltura di precisione: quali sono i vantaggi delle tecnologie al servizio dei produttori?
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Cambiamenti climatici, molteplici criticità, nuove patologie sono solo alcuni dei fattori che possono condizionare le rese produttive delle tante aziende agricole in Italia. Per sostenere il lavoro delle aziende agricole in difficoltà si cercano nuove soluzioni con tecnologie da mettere in campo per un’agricoltura di precisione.
Fondazione Agrion, nata nel 2014 per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura piemontese, mira a interpretare i bisogni delle diverse filiere produttive mettendo la ricerca al servizio delle imprese agricole del territorio. Oggi Agrion sta dando vita ad Agriontech, un settore dedicato in modo specifico alle tecnologie applicate a frutticoltura, corilicoltura, viticoltura e orticoltura per acquisire informazioni che siano complementari a quelle raccolte da agronomi e frutticoltori.
«Il primo studio è stato fatto sulle viti, mentre adesso siamo concentrati sui frutteti», spiega Luca Nari, ricercatore della Fondazione Agrion. «Vogliamo contribuire alla diminuzione dei costi di produzione, ormai insostenibili, a carico dei produttori, ma non solo: le normative europee hanno limitato l’utilizzo di alcuni principi chimici utili alla difesa sanitaria, ma in questo momento è ancora molto difficile fare fronte alla riduzione di questi strumenti. Noi stiamo lavorando su questo, anche per adeguare i metodi di coltivazione a una nuova quotidianità».
Nel mese di ottobre è stato lanciato il nuovo progetto della Fondazione di agricoltura di precisione dedicato alla frutticoltura e volto a migliorare la qualità degli alimenti, accrescere la rete imprenditoriale e investire nell’innovazione. Il progetto prevede diverse fasi, tra cui la realizzazione di living lab – uno spazio dove sperimentazione le nuove tecnologie in condizioni reali, in un contesto geografico circoscritto e in un arco di tempo limitato – all’interno delle aziende aderenti, la costruzione di una rete con le Università e il Politecnico di Torino per lo sviluppo delle tecnologie, il contatto con le imprese agricole italiane e non solo e infine la sperimentazione in campo.
«Noi lavoriamo per i produttori, per cercare di dare loro delle risposte», aggiunge Nari. «Le evoluzioni sono tante e continue. Ad esempio, le etichette dei nuovi prodotti prevedono di ridurre le derive, ovvero la dispersione aerea delle particelle di miscela dei trattamenti, del 60% in chioma e del 20% in suolo. Per fare questo ed evitare che i produttori subiscano queste direttive, occorrono tecnologie specifiche a cui intendiamo lavorare anche attraverso sperimentazioni in campo. Così, nella nostra Fondazione, parte della ricerca applicata sarà quindi rivolta proprio alla prova sul campo delle tecnologie da testare insieme ai produttori» .
Per rispondere con prontezza a questo scenario, anche il Politecnico di Torino ha inaugurato lo scorso anno il corso di Laurea magistrale in AgriTech Engineering, che andrà a formare nuove figure professionali in grado di dialogare con agronomi e frutticoltori. L’agricoltura di precisione non è ancora molto frequente in Italia e la mancanza di un disciplinare europeo comune tende a creare disomogeneità tra i vari paesi sia per gli aspetti legati ai finanziamenti, che per gli incentivi e le pratiche.
Sebbene l’Europa abbia messo in evidenza l’importanza dell’agricoltura di precisione con il Green Deal Europeo e il Farm to Fork, la regolamentazione non riesce ancora a supportare in modo efficiente gli agricoltori. Inoltre, nonostante la PAC – politica agricola comune ovvero un insieme di leggi adottate dall’UE per offrire una politica unificata in materia di agricoltura nei paesi dell’UE – non esiste ancora un quadro condiviso e comune per la lettura e l’interpretazione di dati, l’uso di macchinari e l’adozione di pratiche di agricoltura di precisione.
Eppure l’agricoltura di precisione sarebbe quanto mai urgente anche per i tanti vantaggi che offre. Ad esempio, distribuire un prodotto solo dopo una mappatura accurata permette di agire in modo più mirato e di dosare correttamente i prodotti, massimizzando la resa e minimizzando gli sprechi. L’uso di sensori in campo permette di conoscere lo stato di salute del suolo e delle piante e procedere quindi in maniera precisa con le irrigazioni.
Questi sono solo due esempi utili a comprendere le opportunità di un’agricoltura di precisione rispetto a maggiori efficienza e sostenibilità delle coltivazioni. In frutticoltura questo permette anche di prevedere in anticipo potenziali rischi e di applicare in tempo le soluzioni e le strategie più idonee per una produttività costante in grado di adattarsi alle richieste del mercato.
Di recente anche il World Economic Forum, tra le cinque tecnologie destinate a cambiare il mondo, ha inserito i sensori da distribuire nei campi agricoli, vantaggiosi nel recuperare dati precisi e a beneficio dell’agricoltore. Ad esempio, nell’ambito di Wappfruit, il progetto realizzato in collaborazione tra Fondazione Agrion e Politecnico di Torino, i sensori hanno permesso un risparmio idrico del 50% alle aziende che ne hanno fatto uso.
Tuttavia per molte aziende agricole, soprattutto di piccole e medie dimensioni, l’adozione di strumenti di precisione è una sfida economica significativa. I costi di acquisto e di manutenzione di attrezzature specializzate, oltre all’accesso a servizi di consulenza, possono essere elevati. Una delle prove è quindi sviluppare sistemi e dispositivi a basso costo d’acquisto e di consumo energetico agendo su più fronti. Non solo attraverso il sostegno economico, ma anche con la formazione di nuovi professionisti e lo sviluppo di infrastrutture tecnologiche, piattaforme open source e soluzioni convenienti per la gestione dei dati agricoli e l’accesso a strumenti digitali.
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