9 Ott 2024

Soluzioni fai da te per stoccare acqua in caso di siccità

Scritto da: Salvina Elisa Cutuli

Le evoluzioni di un clima sempre più imprevedibile ci sorprendono quotidianamente. Diventa necessario ingegnarsi per trovare soluzioni capaci di mitigare, anche se in parte, le difficoltà. Vi proponiamo due video ideati da Cristiano Bottone che propongono sistemi fai da te per lo stoccaggio di acqua in casa e negli orti urbani.

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Lunghi periodi di siccità interrotti da piogge torrenziali e prolungate nei mesi autunnali e invernali o da violenti temporali nei mesi estivi. Sembra essere questa la nuova normalità a cui abituarsi, senza distinzioni tra regioni del nord e sud. Il cambiamento climatico non fa che accelerare anche il ciclo dell’acqua e come spiegano gli scienziati, ogni grado in più aumenta del 7% circa l’evaporazione dell’acqua dai suoli, bacini, laghi. Questo è uno dei motivi per cui l’Accordo di Parigi mira a limitare il riscaldamento globale al di sotto di 2°C e a proseguire gli sforzi per circoscriverlo a 1,5°C.

Mentre a livello globale governi e organizzazioni internazionali cercano faticosi accordi per mitigare le cause e adattarsi agli effetti dei cambiamenti climatici, ci sono delle azioni semplici che anche noi possiamo compiere per imparare a vivere in un clima che cambia. Alcune di esse sono illustrate in due video, realizzati da FabLab Valsamoggia e Municipalities in Transition con il supporto di Philip Morris, per recuperare un bel po’ di acqua da stoccare nei momenti di siccità.

Ad esempio, se si ha una tettoia o un balcone di 10 metri quadrati è possibile recuperare, con un temporale intenso che scarica dai 50 ai 100 millimetri di pioggia, dai 500 ai 1000 litri di acqua  – ogni millimetro di pioggia corrisponde a un litro su un metro quadrato – in contenitori facilmente reperibili. 

Nel primo video troverete sistemi di raccolta fai da te, di intercettazione e filtraggio da applicare ai pluviali delle nostre abitazioni. Un sistema pensato per un territorio rurale con abitazioni costituite da piccoli edifici, che consentono quindi l’installazione di microimpianti di raccolta. Il materiale è reperibile online e soprattutto alla portata di tutti.

Potrete costruire in autonomia un semplice sistema di accumulo da installare in giardino o in balcone intercettando l’acqua convogliata dai pluviali dell’edificio. È una soluzione praticabile quando l’intero edificio è di vostra proprietà o, in qualche caso, attraverso accordi di condominio. L’acqua raccolta può essere poi utilizzata per irrigazione di piante, orti e giardini o altri usi di lavaggio domestico che non richiedano acqua potabile.

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Cristiano Bottone

Il progetto divulgativo è stato ideato da Cristiano Bottone, Presidente di Transition Italia, che opera dal 2008 nel contesto internazionale del Movimento di Transizione come trainer, ricercatore, consulente, sperimentatore sul campo. Mentre parliamo, monitora la pioggia battente che ancora una volta sta cadendo sulla sua regione, l’Emilia Romagna. Aspetta di capire quale sarà la zona più colpita. Contraccambio raccontando della drammatica siccità in Sicilia resa ancora più esasperata dalle temperature roventi. 

Sull’isola si sono verificati altri episodi simili in passato, anche se non di questa portata, il sistema culturale locale ha imparato ad adattarsi alla mancanza di risorsa idrica. In Emilia-Romagna no: difficilmente si può immaginare di restare senz’acqua, anche se in un passato recente l’assenza di precipitazioni ha messo in difficoltà i servizi idrici limitando molto la risorsa destinata alla rete irrigua. 

L’aumento di 1,2°C delle temperature globali nel 2023 rispetto all’era preindustriale, e al livello italiano ed europeo anche maggiore, sta causando non pochi problemi

«Bisogna costruire una nuova consapevolezza culturale e ragionare sul piano infrastrutturale. Nasce da qui l’idea del video, con gli interventi di Luca Lombroso, e dei laboratori nei territori per far toccare con mano le attrezzature necessarie a fronteggiare lo scenario che si preannuncia da qui ai prossimi anni. La Philip Morris ci ha fornito quel minimo di risorse per il progetto. Anche i Comuni vicini al nostro ci hanno chiesto di tenere i nostri laboratori. È il segnale di un’attenzione che cresce e video come questi generano un effetto su più livelli, tra cittadini e istituzioni», sottolinea Bottone. 

Enea ad esempio – l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile – ha sviluppato un progetto urbano proprio su questi temi coinvolgendo anche Bottone. Una nuova consapevolezza culturale sembra svilupparsi tra imprese, popolazione e comparto agricolo, servirebbe implementarla anche dal punto di vista strutturale. In una quotidianità in cui si alternano allagamenti e periodi di forte siccità serve per forza industriarsi e andare oltre. 

«Dopo il primo video siamo andati oltre. Abbiamo pensato a un sistema di recupero di acque anche per gli orti pubblici dove non ci sono tetti. Abbiamo creato un’apparecchiatura, per motivi normativi non è possibile costruire delle tettoie, per realizzare un sistema leggero che avesse una capacità di raccolta significativa. Un percorso tra prove ed errori realizzato nel corso del 2023 e di cui si trarranno le somme, quantitative e qualitative, nell’inverno 2024», commenta Cristiano Bottone. 

La gestione dell’acqua rientra nelle attività di adattamento al nuovo clima che sorprende i climatologi stessi. L’aumento di 1,2°C delle temperature globali nel 2023 rispetto all’era preindustriale e al livello italiano ed europeo anche maggiore sta causando non pochi problemi. «Stanno morendo tutti i boschi, perdiamo alberi, le conifere dei nostri Appennini non riescono più a resistere a queste temperature. È un tema a cui nessuno vuole rivolgere lo sguardo, ma non possiamo fare finta di niente», conclude Cristiano Bottone. E questo è solo uno dei tanti problemi

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