29 Ott 2024

In Sicilia le PMI che puntano alla sostenibilità di filiera migliorano nelle capacità d’impresa

Scritto da: Salvina Elisa Cutuli

La Sicilia è tra le prime cinque regioni d’Italia per il numero di aziende che hanno avviato processi di sostenibilità in linea con i criteri ESG. Ne abbiamo parlato con Federico Lo Presti, uno dei promotori di “Sinergie Sostenibili”, un calendario di incontri che si svolgeranno nei vari capoluoghi siciliani sul tema della sostenibilità per le PMI.

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Sostenibilità sì, sostenibilità no. Se per qualcuno è una necessità o un’opportunità, per qualcun altro è ancora un mondo non del tutto familiare a cui bisogna comunque approcciarsi se si vuole restare “competitivi” e in linea con le direttive dell’Unione Europea. Sì, perché ormai è dimostrato che l’investimento responsabile, che non tiene conto solo dei risultati economici ma fa riferimento ai cosiddetti ESG – environment, social e governance –, permette di avere una visione a medio-lungo termine della capacità dell’impresa e degli eventuali rischi. Inoltre non comporta necessariamente rinunce in termini di rendimento, al contrario riesce a dare dei rendimenti migliori nei periodi medio-lunghi. 

In Sicilia sembra che le piccole e medie imprese stiano dimostrando di aver compreso l’importanza della sostenibilità, non solo come risposta alle esigenze ambientali, ma anche come motore di innovazione e sviluppo. «Il 69% delle aziende che si sono approcciate alla sostenibilità di filiera ha un fatturato fino ai 10 milioni di euro – il 26% è tra i 10 e i 50 milioni e il 5% oltre i 50. Questo significa che proprio le PMI, ossatura del nostro tessuto economico, sono quelle che stanno affrontando le sfide più significative verso modelli più sostenibili», commenta Federico Lo Presti, vicepresidente del Gruppo Giovani imprenditori di Sicindustria e Consultant CRIBIS gruppo CRIF.

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Le aziende che puntano alla sostenibilità hanno rendimenti migliori nel medio-lungo termine

La maggior parte delle aziende in Sicilia sono PMI legate al settore dell’artigianato, del commercio, dei servizi e della piccola industria e sono quelle che avrebbero maggiori difficoltà ad approcciarsi a determinate innovazioni. Secondo il racconto di Lo Presti, le associazioni di categoria hanno fatto da ponte tra le PMI e il mondo comunitario europeo e internazionale, come nel caso della direttiva CSRD sulla sostenibilità delle filiere e opportunità per le PMI italiane.

Dal 15 ottobre scorso infatti è partito “Sinergie Sostenibili”, un calendario di incontri sparsi nei vari capoluoghi siciliani – qui trovate le prossime date – per fornire informazioni e accompagnare le PMI in un percorso di misurazione e di comunicazione relativo al proprio impegno nella sostenibilità, con servizi di supporto tecnico e finanziario e con l’obiettivo di incrementare consapevolezza e trasparenza nell’adeguamento dei criteri di riferimento

La sensibilità delle proprie coscienze è il motore di avviamento dell’inizio della sostenibilità, ma non l’unico. Coesistono anche necessità e opportunità

Da quelli ambientali ed energetici a quelli sul welfare, dal creare valore sociale che serve alla comunità stessa ai dipendenti e ai clienti, alla governance. «L’interesse c’è, noi cerchiamo di accompagnare le aziende sui passi da fare a partire da un piano strategico delineando gli obiettivi degli standard da raggiungere, anche per fare squadra e tener conto di tutto il processo di filiera. Oggi il 90% dell’impatto non è dato dall’azienda, ma dalla sua filiera. Per essere sostenibili infatti bisogna controllare che anche i propri fornitori e i subappaltatori siano altrettanto in linea con i requisiti sostenibili, altrimenti si rischia di alimentare un mercato che tale non è», continua Lo Presti. 

Solitamente la Sicilia è tra i fanalini di coda nei report sulla sostenibilità, contribuendo a una narrazione scontata e in negativo; in questo caso però la regione si colloca, secondo i dati raccolti da Cribis – Crif Group, tra le prime cinque regioni d’Italia per il numero di aziende che ha avviato processi di sostenibilità in linea con gli ESG. C’è chi lo fa lavorando sui rifiuti, chi sulle energie rinnovabili, chi sul welfare aziendale. 

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“Sinergie Sostenibili” è un calendario di incontri sparsi nei vari capoluoghi siciliani sul tema della sostenibilità per le PMI

Migliorare la sostenibilità significa anche migliorare il proprio rating finanziario; le aziende con ottimi parametri ESG infatti non rischiano default nei finanziamenti e hanno più facilità di accesso al credito grazie ai tassi di interessi più agevolati che la BCE – la Banca Centrale Europea – “obbliga” alle banche.

«Se le aziende hanno una sostenibilità economica finanziaria il punteggio si alza. Generalmente i voti più bassi si registrano sulla governance, mentre sui criteri legati all’ambiente e al sociale si procede più spediti. La sensibilità delle proprie coscienze è il motore di avviamento dell’inizio della sostenibilità, ma non l’unico. Coesistono anche necessità e opportunità da cogliere al volo se non si vuole essere sopraffatti e superati, in un mercato globale, da aziende che sono molto più avanti», conclude Federico Lo Presti

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