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Campania - Negli ultimi tempi si sente parlare spesso di immigrazione, soprattutto da parte di un Governo intenzionato a prendere provvedimenti immediati e tempestivi riguardo la cosiddetta “difesa dei confini”. L’associazione Scuola di Pace ODV lega il tema migranti con quello dell’inclusione, ciò a cui uno stato civile dovrebbe puntare. Includere significa far entrare nelle proprie abitudini usi e costumi di altri popoli diversi dal proprio. Unire due culture può essere un’enorme ricchezza e una risorsa e questo è il principio da cui parte l’associazione.
Scuola di Pace è situata a Napoli e da 17 anni, s’impegna a insegnare l’italiano ai migranti, per favorire la giusta inclusione nel paese che permetta alla persona un lavoro dignitoso e una vita migliore. Corrado Maffia, presidente dell’associazione, ha spiegato quando e come è nata questa realtà: «La scuola di italiano per immigrati è rivolta soprattutto ad adulti. Esiste da 17 anni ed è sempre stata ospite della chiesa Battista. Noi siamo un’associazione laica, ma usufruiamo dei locali. In tutto abbiamo 11 aule funzionanti, 5 dalle 16:30 alle 18:00 e altre 6 dalle 18:30 alle 20:00. Con le aule avute dalla chiesa accanto, su via Foria, abbiamo aumentato il numero delle classi che sono diventate 15».
COSTRUIRE UN FUTURO DI PACE
Nonostante il livello basso della conoscenza di lingua italiana da parte degli studenti, Corrado Maffia ci tiene a ricordare che non si segue un programma di scuola elementare classico, infatti «il metodo della scuola è quello comunicativo-affettivo, quindi è importante essere vicini a chi è arrivato da poco tempo a Napoli. Abbiamo diversi livelli: pre A1, A1, intermedio A1-A2, A2, poi B1 e B2, online abbiamo anche C1. Più si sale con i livelli e più diventa insegnamento di italiano, con molta grammatica e sintassi».
«La nostra funzione è quella di dare la possibilità a chi non sa parlare e capire di imparare, utilizzando soprattutto il metodo comunicativo. Non si comincia dalle vocali e consonanti, come alle elementari. Siamo convenzionati con la CISL di Siena e siamo sede d’esame. Ogni anno ci sono esami A1, B2 e cittadinanza, quest’anno ne abbiamo avuti 2 per il livello C2». Lo scopo infatti è quello di mettersi a disposizione degli altri dedicando il proprio tempo affinché le persone immigrate non si sentano sole e riescano a raggiungere obiettivi più alti.
DOCENTI ED INSEGNAMENTO DELLA SCUOLA DI PACE
A fare la differenza sono soprattutto i volontari e Corrado Maffia ci illustra chi fa parte dell’associazione Scuola di Pace. «Il corpo docenti è composto da insegnanti liceali e universitari in pensione, volontari di tutte le età e tirocinanti della Federico II e L’Orientale con cui, a luglio scorso, abbiamo realizzato un Accordo Quadro. Tengono molto alla collaborazione con Scuola di Pace proprio per la pratica che svolgono gli studenti. Ci mandano sia i ragazzi con tirocinio curriculare che con master L2».
Corrado Maffia ci spiega che «il target è di adulti con età media sui 33-35 anni». Per i più piccoli invece si seguono altre strade, infatti «l’insegnamento sui minori è più difficoltoso anche per custodia e permessi che bisogna avere». Scuola di Pace è una realtà che, come abbiamo accennato, si occupa di immigrati da 17 anni, ma non è nata con tale scopo. «Scuola di Pace è nata nel 1991 con una serie di incontri e conferenze per ragazzi liceali. Abbiamo tre licei che ci seguono: Villari, Caccioppoli e Brunelleschi di Afragola», precisa il presidente dell’associazione.
LA PACE COME SCOPO
In un mondo che vede nel “diverso” un nemico da combattere e distruggere, con governi impegnati nella ricerca di un capro espiatorio per i propri errori, esistono realtà fondate su basi di solidarietà e amore verso il prossimo. Grazie a una piccola idea iniziale, Scuola di Pace ha raggiunto traguardi altissimi. Tra il 2022 e il 2023, ci sono stati ben 497 studenti provenienti da 63 nazioni diverse. Partire dallo studio della lingua italiana significa cercare di abbattere il muro dell’incomprensione ed aprirsi ad una comunicazione libera.
Scuola di Pace ODV continua quindi la sua azione di contaminazione della zona centrale di Napoli, ponendosi come punto di riferimento per gli immigrati sostenendoli ed aiutandoli nel loro percorso di studi e di vita, dando un’opportunità talvolta negata. Spesso non ci si rende conto infatti che uno dei più grandi limiti all’inclusione è proprio l’apprendimento di una lingua nuova e questa associazione cerca di istruire gli studenti consentendogli di intraprendere vita e lavoro in modo più semplice.
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