4 Ott 2024

Le Serre dei Giardini: rigenerazione, verde e socialità nel centro della città

Un vecchio complesso che anni fa ospitava piante e orti in uno dei parchi pubblici più frequentati di Bologna è tornato a vivere. Il legame con il mondo naturale è rimasto ma è stato arricchito dall'innovazione sociale, dalla cultura, dall'inclusione. Il nome di questo progetto – le Serre dei Giardini – rende omaggio alla vocazione originaria del luogo e al tempo stesso lo traghetta verso un presente e un futuro in cui assume un nuovo ruolo, quello di agorà.

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Bologna, Emilia-Romagna - Luce che filtra dalle vetrate, il calore del sole che sfiora la pelle, il verde intorno. Siamo a Bologna, nelle Serre dei Giardini. Ma non lasciatevi fuorviare dal nome. La natura c’è, è stata preservata, è importante, ma qui si trova molto di più. «Le Serre dei Giardini, all’interno dei Giardini Margherita, nascono 12 anni fa in un mondo che non è il presente», racconta Nicoletta Tranquillo, co-fondatrice di Kilowatt, la cooperativa che si occupa dello spazio.

«La rigenerazione urbana non era così diffusa – continua Nicoletta –, si iniziava a parlare di innovazione sociale, di sharing, di condivisione. C’era bisogno per noi e per il territorio di avere un luogo in cui poter parlare, approfondire, sperimentare – anche concretamente – modelli organizzativi, di produzione del valore, modelli di relazione ed educativi diversi da quelli dominanti e che fossero basati sulle relazioni, sulla condivisione, sul pensiero ecologico».

Un progetto innovativo la cui visione iniziale era di dare al lavoro la stessa qualità del tempo libero puntando su relazioni di valore. Da questa idea è nato quindi uno spazio che ha un co-working, un ufficio, un asilo, un orto, un’area per eventi culturali, un incubatore per start-up ad alto impatto sociale e ambientale.

Serre dei Giardini

Le architetture tradizionali di una serra e di un giardino hanno mantenuto il verde e si sono arricchite di opere d’arte, di musica, di una programmazione culturale sempre gratuita e aperta, di prese della corrente ovunque, di wifi: «Volevamo che fosse una restituzione alla città di uno spazio pubblico. Negli anni ovviamente, vedendo com’era abitato dalle persone, abbiamo mano a mano usato questo spazio anche come piattaforma privilegiata per rintracciare bisogni emergenti. E quindi per lavorare con le persone che portavano questi bisogni, che condividevano nuovi modi di pensare, di vivere, nuove visioni».

Un obiettivo ulteriormente portato avanti con serra madre, il nuovo centro di produzione culturale all’interno delle Serre dei Giardini che promuove e allena un’immaginazione ecologica attraverso il dialogo tra l’arte e le scienze, per costruire presenti alternativi e futuri desiderabili, per coltivare l’empatia e interiorizzare la diversità biologica e culturale.

Crediamo nell’idea di un luogo dove c’è sempre un’attività culturale, ma dove ti puoi anche rilassare

Inaugurato il 12 settembre 2024, nasce dall’attenzione che Kilowatt ha posto nell’ascoltare la cittadinanza: «Negli anni abbiamo osservato come questo luogo fosse anche uno spazio di riconnessione con la natura in città e quindi di come ci fosse questo bisogno», chiarisce Nicoletta Tranquillo, che è anche direttrice artistica di serra madre. «Ci occupiamo di temi legati al cambiamento climatico e quindi abbiamo capito che, per affrontare una transizione ecologica che sia anche una trasformazione, bisogna lavorare anche sul piano culturale, per immaginare nuovi futuri, nuovi modi di fare le cose, di stare al mondo».

Da qui l’idea di aprire un altro luogo all’interno delle Serre dei Giardini: un nuovo spazio per fare ricerca e sperimentare modi di pensare ecologici partendo da un approccio transdisciplinare perché i vari aspetti, spazi e progetti non sono compartimenti stagni, ma si nutrono l’un l’altro. 

Questa ibridazione di pensieri è l’innovazione alla base del progetto, ma la si può riconoscere anche nella forma organizzativa dell’ente: «Kilowatt è un’organizzazione ibrida», chiarisce Tranquillo. «Fin dall’inizio è stata costruita così perché il modello organizzativo era un punto importante del pensiero strategico del nostro gruppo. Siamo una cooperativa che possiede al cento per cento un’associazione e una SRL. Un modello in cui le attività for profit riescono a bilanciare le attività non profit in una forma organizzativa totalmente democratica, ma anche non volta al profitto».

Serre dei Giardini

Quando si parla di cultura, la sostenibilità – non solo sociale e ambientale, ma soprattutto economica – è centrale e molto difficile da raggiungere. Come si sostiene quindi un progetto così complesso? Anche in questo caso “ibrido” è la parola chiave: «Le Serre dei Giardini si sostengono in parte grazie al bar, in parte dalle attività a mercato; facciamo consulenza e incubazione. Poi ci sono i bandi, una piccolissima parte di sponsorship, le rette dell’asilo. Ci sono attività più non profit, attività profit e attività for profit. È questo mix che ci permette di tenere le attività culturali gratuite».

Le Serre dei Giardini riescono a mantenere l’accesso gratuito nonostante la programmazione estiva sia molto ricca. Nei mesi da maggio a settembre ogni giorno c’è un evento. E ora, grazie a serra madre, sarà possibile offrire una programmazione anche invernale: «Crediamo nell’idea di un luogo dove c’è sempre un’attività culturale, ma dove ti puoi anche rilassare. Il tema dell’uso dello spazio stesso in sé è rilevante e centrale. Un’idea di gestione dove il verde è predominante, dove non sei indirizzato a fare una cosa per forza. Un luogo che è l’equivalente delle piazze. Che purtroppo non esistono più».

Questo articolo fa parte di una serie di approfondimenti frutto della collaborazione fra Hangar Piemonte e Italia Che Cambia che ha lo scopo di raccontare la trasformazione culturale che stanno mettendo in atto persone, organizzazioni e intere comunità intorno a noi.

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