4 Ott 2024

La Saponaria e la cosmetica naturale, biologica e plastic free

Scritto da: Francesco Bevilacqua
Intervista di: PAOLO CIGNINI
Riprese di: PAOLO CIGINI
Montaggio di: EZIO MAISTO

A Fa' la cosa giusta abbiamo incontrato il fondatore de La Saponaria, azienda che si occupa di cosmesi naturale. La nostra chiacchierata ha offerto diversi spunti su come rendere sostenibile la produzione, la scelta e l'utilizzo dei prodotti per la persona, sia dal punto di vista ambientale che da quello sociale. Le priorità? Ridurre la plastica e diffondere consapevolezza.

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Pesaro, Marche - Secondo le stime di Quantis, il settore cosmetico apporta un contributo alle emissioni globali di gas serra compreso tra lo 0,5% e l’1,5% del totale. Pur non avendo un impatto devastante come quello di altri settori – cibo e abbigliamento su tutti –, è giunto il momento per chi si occupa di cosmesi di ripensare i modelli di produzione. Fra chi lo sta già facendo c’è La Saponaria, azienda nata nel 2007 che si occupa proprio di cosmesi naturale.

A Fa’ la cosa giusta 2024 abbiamo avuto modo di fare quattro chiacchiere con Luigi Panaroni, uno dei fondatori, che è partito sottolineando subito come La Saponaria sia figlia della volontà di «creare una cosmetica consapevole, che faccia sì che le persone sappiano cosa stanno acquistando». Già, perché diffondere consapevolezza è un passaggio fondamentale se si vuole ridurre l’impronta ecologica del settore.

Sempre secondo Quantis infatti, il 40% delle emissioni del comparto cosmetico è imputabile all’utilizzo dei prodotti da parte del consumatore finale. Che fare dunque? «Nel 2007 la cosmetica biologica era poco conosciuta, adesso va più di moda», osserva Luigi per dire che è in corso una diffusa responsabilizzazione da parte del mercato. Eppure questo non basta.

«Secondo noi la consapevolezza e la sostenibilità di un cosmetico si esprimono in diversi aspetti», prosegue Luigi. Ma quali? Dati alla mano, fra i costi ambientali imputabili alla fase di produzione la fetta maggiore spetta al packaging, che determina il 20% delle emissioni. Il 10% è a carico delle materie prime e la stessa percentuale del trasporto. Ma il fondatore della Saponaria ha le idee chiare in merito a queste voci.

«Il primo aspetto su cui ci concentriamo sono le materie prime: biologiche, a chilometro zero, provenienti da filiere controllate», spiega Panaroni. Ma non basta: il cosmetico biologico si trova ormai un po’ ovunque, compresi gli scaffali della grande distribuzione. E allora qual è il plus di una produzione non massiva? «Il valore in più che diamo noi sono altri aspetti come il packaging. Noi siamo partiti come tutti utilizzando la plastica, nel corso del tempo ci siamo dati degli obiettivi annuali per cercare di eliminare la plastica vergine e attualmente siamo arrivati a più del 92% di plastica sostituita».

La Saponaria

Ma quando si parla di sostenibilità, quella ambientale si mescola con quella sociale e anche di questo aspetto La Saponaria si prende cura, come ci racconta Luigi: «I metodi di produzione fanno parte di questa sostenibilità tanto quanto quelli di gestione di altri aspetti, come i rapporti umani e professionali. Penso molto banalmente ai contratti delle persone che lavorano con noi: nelle grandi multinazionali della cosmetica vengono fatti contratti settimanali, cosa che noi evitiamo».

La sostenibilità poi passa anche per le piccole azioni: «A ogni persona che lavora con noi – aggiunge il fondatore de La Saponaria – abbiamo dato una borraccia perché abbiamo deciso di vietare le bottigliette di plastica in azienda. C’è un dispenser di acqua filtrata e ognuno riempie da lì la sua borraccia. Sono azioni che compiamo per ridurre la plastica, piccole ma significative».

Ci siamo dati degli obiettivi annuali per cercare di eliminare la plastica vergine e attualmente siamo arrivati a più del 92% di plastica sostituita

C’è tempo anche per fare quattro chiacchiere sulla situazione economica de La Saponaria. Non si tratta di fare i conti in tasca all’azienda fondata da Luigi Panaroni, quanto piuttosto di verificare la sostenibilità finanziaria di un progetto che, oltre al raggiungimento dei legittimi obbiettivi economici, mette al centro anche sostenibilità ambientale e responsabilità sociale. «La situazione economica è buona, è da tanti anni che siamo sempre in crescita, il mercato ci riconosce come un’azienda coerente con i propri valori e per questo ci premia, siamo passati da un organico di due – noi soci fondatori – a un team di cinquanta persone».

Tante informazioni, tanti dati, tanti problemi e, fortunatamente, altrettante soluzioni. Ma quindi – per citare il nome dell’evento che ospita l’incontro con il fondatore de La Saponaria – qual è “la cosa giusta” da fare? «Compiere un passo alla volta», osserva in conclusione Luigi. «Come per tutti i tipi di cambiamenti non bisogna scoraggiarsi e pensare che siamo solo una goccia nell’oceano che non può fare nulla. Quando pensiamo a noi stessi dobbiamo guardare indietro, vedere com’era la nostra vita prima e apprezzare il valore dei tanti piccoli gesti compiuti».

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