11 Ott 2024

Italia – Israele: il vero nemico è la guerra

Scritto da: Francesco Bevilacqua

È tutto pronto per Italia - Israele, partita di calcio in calendario per lunedì 14 ottobre. Come era lecito aspettarsi tuttavia, questi giorni che precedono l'evento sono caratterizzati da un clima molto teso, legato a ciò che sta succedendo in Medio Oriente. Nel maremagnum di dichiarazioni, accuse e appelli, vogliamo far emergere quello di Franco Vaccari, presidente di Rondine - Cittadella della Pace, che invita a considerare questa partita come un'occasione di dialogo e non di scontro.

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Udine, Friuli Venezia Giulia - Lunedì sera lo stadio Friuli – ribattezzato Bluenergy Stadium dopo la ristrutturazione – di Udine ospiterà la partita di calcio Italia – Israele, valida per la quarta giornata della Nations League. Una partita come le altre? No e non può che non essere così. Nonostante la vulgata popolare dipinga lo sport e il calcio in particolare come un universo parallelo, una bolla estraniata dai fatti del mondo, atleti e atlete, società, tifoserie, media di settore si trovano – volenti o nolenti – a fare i conti con la realtà.

Il fatto che la squadra di calcio che rappresenta un paese il cui Governo sta portando avanti ciò che molti osservatori internazionali hanno definito come un genocidio ha suscitato un acceso vespaio di proclami, accuse, appelli e richieste di segni opposti. Ultima in ordine di tempo, la decisione del sindaco di Udine Alberto Felice De Toni di concedere il patrocinio a Italia – Israele per “costruire un’occasione di dialogo e di pace associata alla partita”.

Italia - Israele

Pochi giorni fa la FIFA – la federazione calcistica internazionale – ha ribadito il proprio supporto a Israele confermando la scelta ormai trentennale di considerare il paese “europeo” e accoglierlo nelle competizioni della UEFA – la Union of European Football Associations –, per quanto riguarda sia la sua nazionale che le squadre di club. Tuttavia, tale sostegno arriva contemporaneamente all’apertura di un’indagine della Commissione disciplinare della FIFA su richiesta della federcalcio palestinese, che ha chiesto di applicare lo stesso metro utilizzato per la Russia, esclusa dalle competizioni internazionali dopo l’aggressione militare ai danni dell’Ucraina.

Da segnalare anche l’iniziativa lanciata da BDS Italia, la campagna diffusa di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele che chiede di sottoscrivere la richiesta di esclusione della nazionale e delle squadre di club israeliane dalle competizioni internazionali: “Abbiamo lanciato questo appello perché crediamo che l’attivismo a supporto del popolo palestinese debba raggiungere ogni ambito, anche quello del calcio che non è una bolla avulsa dalla realtà in cui è immerso e che deve dunque contribuire a costruire umanità, solidarietà e pace”.

L’esperienza di Rondine, che “semplicemente non può che essere la naturale alleata dello sport, il luogo dove si vive – e si gioca! – come avversari, mai come nemici

Una verità tanto tragica quanto oggettiva è quella rappresentata dai numeri: dal 7 ottobre 2023, le armi dell’esercito israeliano hanno portato via la vita a 266 calciatori professionisti e 60 bambini e bambine del campionato giovanile in Palestina. Ma la guerra insanguina anche i tacchetti dei calciatori israeliani: come fa notare la pagina Calcio e Rivoluzione, diversi atleti della nazionale si sono lasciati andare in questi mesi a decisi endorsement nei confronti del Governo di Netanyahu, come Shon Weissman – che ha giocato anche in Italia, alla Salernitana – che ha chiesto provocatoriamente “perché 200 tonnellate di bombe non sono già state sganciate su Gaza?” o il nazionale under 21 Tomer Yosefi, che promette: “Questa volta cancelleremo Gaza definitivamente”.

In questo contesto in cui c’è chi si appiglia a Italia – Israele per far valere i propri diritti e quelli dei più deboli e chi ne approfitta per fare propaganda, spicca per lucidità e forza d’animo la posizione di Rondine, il “borgo della pace” toscano che da anni diffonde la cultura del dialogo, della nonviolenza e del confronto partendo proprio dalle situazioni più conflittuali del pianeta la cui storia abbiamo avuto il piacere di raccontare in questo articolo.

Italia - Israele

Il presidente di Rondine Franco Vaccari ha infatti diffuso una lettera aperta che definisce Italia – Israele e lo sport in generale come “uno spazio terzo, quella risorsa morale e culturale per cui è nato e continua a trovare una sua preziosa ragion d’essere, anche nei momenti più tragici della storia”. Vaccari si rifà ai valori che sorreggono l’esperienza di Rondine, che “semplicemente non può che essere la naturale alleata dello sport, il luogo dove si vive – e si gioca! – come avversari, mai come nemici”.

L’auspicio è dunque quello di portare sul campo di gioco dove si disputerà la partita Italia – Israele una riflessione che in questo momento richiede coraggio e disponibilità a mettersi in discussione da parte di tutte le fazioni coinvolte. Una riflessione che si ispira ai principi alla base dell’esperienza toscana, il cui metodo consiste nel far convivere fisicamente persone provenienti da paesi in conflitto fra loro per coinvolgerle in un percorso di elaborazione del conflitto stesso, sperimentando appunto la convivenza quotidiana con il “nemico”.

Utopia? No e lo dimostrano anche esperienze consolidatesi sul campo, come quella di Neve Shalom Wahat al-Salam, un piccolo villaggio situato nella campagna di Gerusalemme all’interno del quale convivono famiglie israeliane e palestinesi. Il nome vuole dire – in ebraico e in arabo – “oasi di pace” e definisce questa comunità intenzionale di famiglie metà ebree e metà palestinesi, tutte di cittadinanza israeliana, che hanno scelto di abitare e far studiare i propri figli insieme dando vita a un modello concreto di coesistenza alla pari e aprendosi al resto del Paese e alle altre realtà, israeliane e palestinesi, che lavorano per costruire il dialogo per la pace.

Italia - Israele
Franco Vaccari

Concrete anche le proposte avanzate da Rondine, come quella legata all’iniziativa “Il vero nemico è la guerra”, lanciata il 24 aprile a Firenze, attraverso la voce forte e autentica di quattro giovani: un israeliano, un palestinese, una ucraina e una russa. “È una proposta sul tappeto che invita tutti a riconoscersi in una comune umanità prima delle singole appartenenze – scrive ancora Vaccari nella lettera aperta –, vedendo nelle differenze una risorsa per lo sviluppo umano integrale”.

“In uno spirito inclusivo – conclude Franco Vaccari –, non vogliamo solo accettare il dialogo con le istituzioni territoriali e nazionali, ma anche rilanciare proponendo a tutti i soggetti coinvolti e interessati l’ospitalità a Rondine per confrontarci e provare a costruire una collaborazione più ampia che possa portare a future azioni concrete che leghino indissolubilmente lo sport e la pace, a partire dal territorio di Udine e del Friuli-Venezia Giulia, anche oltre i confini nazionali”.

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