14 Ott 2024

Incenerimento dei rifiuti: nella giornata mondiale a Catania un evento contro i termovalorizzatori

Scritto da: Salvina Elisa Cutuli

Nella giornata internazionale contro l’incenerimento dei rifiuti, Zero Waste Italy, Associazione Rifiuti Zero Sicilia e Transistor hanno organizzato a Catania il primo di una serie di incontri sul piano regionale dei rifiuti. Un’occasione per far conoscere e riflettere sulla politica regionale che vede nella costruzione di due nuovi termovalorizzatori la soluzione del problema rifiuti in Sicilia.

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Catania - Oggi, 14 ottobre, è la giornata mondiale contro l’incenerimento dei rifiuti. Istituita nel 1994 da un gruppo di organizzazioni ambientaliste internazionali, tra cui GAIA (Global Alliance for Incinerator Alternatives) e il movimento internazionale Zero Waste invita a riflettere sulle conseguenze ambientali e sanitarie dell’incenerimento, promuovendo al contempo soluzioni alternative e strategie più responsabili e virtuose.

Il tema dei rifiuti è uno dei cavalli di battaglia di Italia che Cambia. Abbiamo dedicato parecchi articoli e rassegne – che trovate qui e qui – e un intero podcast condotto da Manuela Leone per far conoscere e sensibilizzare al tema, per non essere contrari a priori o solo per ideologia. Serve informare e informarsi e questa giornata è anche l’occasione per raccontare quanto sta accadendo a Catania sul tema rifiuti e su una politica sempre più orientata alla realizzazione di due termovalorizzatori. Un argomento controverso che sarà anche al centro dell’evento di oggi, sempre nella città etnea, “Futuro inCenere”, organizzato da Zero Waste Italy e associazione Rifiuti Zero Sicilia e Transistor con il sostegno di Sicilia che Cambia. 

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Nel 1994 è stata istituita la Giornata mondiale contro l’incenerimento dei rifiuti

Ma facciamo un passo indietro. A marzo 2021 la Regione Sicilia ha approvato un  Piano di gestione dei rifiuti urbani, aggiornato e in linea con quanto previsto dal quadro normativo del settore rispetto alle direttive comunitarie del 2018. Il piano precedente risaliva al 2012 e sebbene fosse stato integrato nel 2016, era stato ritenuto dalla Commissione Europea non conforme agli obiettivi di raccolta differenziata e troppo legato allo smaltimento in discarica. Il piano del 2021 del Presidente Musumeci non fa riferimento a impianti di incenerimento.

Eppure quasi in concomitanza con il parere definitivo che la commissione tecnico-specialistica della Regione ha dato al piano di gestione dei rifiuti, Musumeci ha espresso una manifestazione di interesse per la realizzazione di due impianti incenerimento dei rifiuti, uno a Catania e l’altro a Palermo, per una capacità complessiva di 900mila tonnellate, con il contributo di privati. In contemporanea, anche la società privata Si Energy ha presentato un’istanza per la valutazione d’impatto ambientale per la costruzione di un impianto di 600mila tonnellate nella zona industriale di Catania.

Le emissioni atmosferiche contengono sostanze tossiche, aumentando il rischio di malattie oncologiche e cardiovascolari. Non basta affidarsi ai sistemi di filtraggio

La manifestazione di interesse di Musumeci non si è mai conclusa e il parere per la chiusura della procedura Paur di Si energy non è mai arrivato nonostante siano passati oltre due anni. Arrivando ai nostri giorni, a fine 2023 il governatore Schifani ha aggiornato in autonomia il piano regionale dei rifiuti di Musumeci avendo acquisito poteri straordinari conferiti dal governo Meloni per spendere 800 milioni di euro dei fondi FSC per realizzare questi due impianti di incenerimento dei rifiuti.

Il commissario Schifani adesso potrà rilasciare direttamente le ordinanze per far realizzare i progetti, scavalcando per legge autorizzazioni, pareri, visti e nulla osta che ordinariamente sono necessari per l’avvio o la prosecuzione dei lavori. Dovrà ottenere solo i pareri relativi alla tutela ambientale o dei beni culturali e paesaggistici. 

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Nella zona industriale di Catania è prevista la realizzazione di un termovalorizzatore

«L’aggiornamento del PRGRU della Regione Siciliana è fuori da ogni logica: si parla di inceneritori e aumento delle discariche. Si autorizzano impianti per il trattamento dell’Organico per una capacità uguale al totale di tutte le tipologie di rifiuti prodotti in Sicilia, una assurdità. La Regione vuole fare della gestione rifiuti siciliani l’affare dei privati? Vuole trasformare la Sicilia nella pattumiera del Mediterraneo?», commenta Manuela Leone, referente per la Sicilia di Zero Waste Italy.

«I termovalorizzatori – è noto – hanno forti impatti climalteranti e sanitari e non hanno alcuna strategicità a livello di produzione energetica, oltre a essere ormai riconosciuti come impiantistica costosa e antieconomica. La soluzione è semplice: obbligare Catania e Palermo a raggiungere i livelli di raccolta differenziata previsti dalla legge e usare i fondi europei a vantaggio di cittadini e territori attraverso una impiantistica diffusa basata sulle tecnologie di recupero spinto delle materie, come previsto peraltro dalla normativa».

A tal proposito, sarebbe utile guardare anche ai Paesi che hanno scelto la politica dell’incenerimento, come ad esempio la Danimarca, che contro ogni aspettativa non si è rivelata così vincente come si pensava: dall’aumento della produzione di rifiuti agli altissimi costi di gestione ordinaria, dai guasti e imprevisti alle emissioni e alle scorie, per arrivare alle importazioni di rifiuti per far quadrare i conti. Tornando in Sicilia, le associazioni ambientaliste WWF, ZERO Waste Italy, Associazioni Rifiuti Zero, Forum siciliano dei movimenti per l’Acqua e i Beni Comuni e Legambiente hanno di recente annunciato una serie di ricorsi, impugnando sia la valutazione ambientale strategica del Piano che la nomina del presidente della Regione.

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Renato Schifani, presidente della Regione Sicilia

«I poteri straordinari concessi a Schifani nel contesto di un Piano dei rifiuti, assolutamente non in linea con le Direttive europee sul Green Deal, aprono scenari preoccupanti, lontani anni luce dagli obiettivi comunitari sulla prevenzione dei rifiuti, il recupero dei materiali, la transizione energetica ed ecologica», sottolineano le associazioni.

Non bisogna poi tralasciare l’aspetto sanitario, come suggerisce Marisa Falcone, presidente ADAS Associazione Difesa Ambiente e Salute: «Perché insistere sui termovalorizzatori come unica soluzione per l’emergenza rifiuti in Sicilia? Questi impianti, anche se moderni, producono scorie che impattano su salute e ambiente. Le emissioni atmosferiche contengono sostanze tossiche, aumentando il rischio di malattie oncologiche e cardiovascolari. Non basta affidarsi ai sistemi di filtraggio». E oggi, nella giornata mondiale contro l’incenerimento dei rifiuti, a Catania non si può fare finta di niente.

«Il sistema di gestione dei rifiuti deve puntare su prevenzione, riduzione, riutilizzo, riciclo e compostaggio. Abbiamo scelto questa giornata simbolica per avviare da Catania una serie di incontri sul piano regionale dei rifiuti che toccherà tutta la Sicilia. Auspichiamo anche la partecipazione delle istituzioni per far comprendere i danni ambientali ed economici legati alla costruzione di un inceneritore. In Sicilia, l’incenerimento dei rifiuti non è la soluzione», conclude Salvo Bulla, presidente Associazione Rifiuti Zero Sicilia.

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