7 Ott 2024

Il Cammino dell’Angelo a Monte Faito: natura, fede e storia tra i sentieri dei pellegrini

Un trekking immerso tra antichi boschi di faggi e panorami mozzafiato. Il Cammino dell'Angelo del Monte Faito, la cui meta è il Santuario di San Michele, quest'anno ha festeggiato la sua diciannovesima edizione. Briganti, santi e pellegrini percorrono i suoi sentieri da secoli. Sorgenti, culti pagani, preghiere e lacrime aleggiano sulla statua del santo – munito di lancia – che sovrasta il golfo di Napoli.

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Campania - Nel cuore della catena dei Monti Lattari con i suoi 1131 metri di altitudine il Monte Faito domina il golfo di Napoli e offre viste spettacolari fino al Vesuvio e alle isole di Capri e Ischia. Oggi percorreremo insieme il Cammino dell’Angelo, un suggestivo percorso storico, culturale e spirituale che conduce al Santuario di San Michele Arcangelo, considerato il protettore dei monti e delle grotte. Attraversando il faggeto del Monte Faito, lungo il cammino si possono incontrare resti di antiche chiese, rovine medievali, cappelle e piccoli edifici costruiti in epoche diverse da pastori e da abitanti locali.

Nel corso dei secoli i monaci e i pellegrini hanno percorso questi sentieri immersi nella natura, attratti dalla sacralità del luogo e dalla possibilità di ritirarsi in preghiera e in meditazione: sulla vetta del Monte Molare – Monte Sant’Angelo a Tre Pizzi –, vi era un piccolo romitorio, dedicato al culto di San Michele Arcangelo, probabilmente nello stesso luogo di un precedente tempio pagano. Sul sentiero ci si imbatte nella sorgente dell’Acqua Santa, una sorgente di origine carsica così chiamata perché, secondo la leggenda, a far sgorgare l’acqua dalla roccia è stato lo stesso San Michele con un colpo di lancia.

cammino dell'angelo
Il faggeto di Monte Faito
LA STORIA DEL CAMMINO DELL’ANGELO

Il Cammino dell’Angelo nasce nel 2006 su iniziativa del rettore del santuario di San Michele Arcangelo, don Catello Malafronte, dell’associazione Il Chianiello di Angri, della sezione di Napoli e Castellammare di Stabia del CAI e di svariate altre associazioni escursioniste. Il cammino ha una storia ben più lunga di quel che possiamo pensare: non si conosce una data di inizio precisa, ma bisogna andare indietro di alcuni secoli. La tradizione dei pellegrinaggi cessò quando nel 1862 il luogo sacro fu profanato da alcuni briganti e in seguito a un fulmine la statua venne trasportata, il 20 dicembre 1862, nel Duomo di Castellammare di Stabia e il santuario fu completamente abbandonato.

Il culto dell’Arcangelo riprese dopo la fine della Prima guerra mondiale: Cammino dell’Angelo è il “nome nuovo” del pellegrinaggio medievale, i lavori di riqualificazione della chiesa, su iniziativa di Monsignor Oscar Reschigg, sono terminati nel 1973. Il cammino oltre ad avere un’importanza spirituale e religiosa, è legato a vicenda storiche: fin dal VI secolo i pellegrini partivano dei paesi vicini per raggiungere il santuario nelle giornate del 31 luglio e del 1° agosto, giorni della dedicazione del Santuario.

cammino dell'angelo
La statua di San Michele Arcangelo con Catello e Antonino

La storia vuole che Sant’Antonino, in fuga dall’Abbazia di Montecassino dove erano in atto delle invasioni longobarde, raggiunse a Stabia – così veniva denominata la città di Castellammare di Stabia – il vescovo della diocesi, Catello. Da quest’ultimo ebbe l’affido del Santuario sul Monte Faito, noto all’epoca dei fatti come Monte Aureo; una notte San Michele Arcangelo apparve in sogno ai due e chiese loro di costruire una cappella in suo onore.

Negli anni a seguire Catello venne imprigionato a Roma e accusato di stregoneria, mentre Antonino divenne abate del monastero benedettino della città di Sorrento. In alcuni documenti del XVI secolo è riportata la notizia del primo miracolo della sudorazione di mano dalla statua del Santo: si narra che durante l’invasione turca alcuni fedeli si nascosero all’interno del Santuario chiedendo aiuto a San Michele Arcangelo; la statua iniziò a sudare e il giorno dopo la città venne liberata dai nemici.

Terribilis est locus iste. Hic domus Dei est et Porta Coeli

Il cammino, che si estende a tutto il territorio dei Monti Lattari, comprende ben 27 Comuni partendo dalla penisola sorrentina sino ad arrivare alle aree dell’Agro Nocerino – Sarnese e a Cava de’ tirreni. Sul sito è possibile consultare le mappe: gli itinerari del Cammino dell’Angelo sono 29 per complessivi 208 chilometri con 32 tappe, di cui 19 si ripetono in più itinerari.

IL PERDONO DEL FAITO

“Nel 1646 i canonici del Capitolo stabiese, responsabili del Santuario, supplicarono il Papa Innocenzo X di concedere l’indulgenza plenaria a tutti i fedeli che visitassero la Chiesa di San Michele del Monte Aureo di Faito nel giorno 31 luglio, incominciando dai primi Vespri della vigilia fino al tramonto del sole del giorno 1° agosto”, si legge ne Il santuario di San Michele Arcangelo sul Monte Faito di F. Di Capua. Sul portale d’ingresso del Santuario campeggia la scritta “Terribilis est locus iste. Hic domus Dei est et Porta Coeli.”, letteralmente “Impressionante è questo luogo. Qui è la casa di Dio e la porta del cielo“.

cammino dell'angelo
Vista da La casa del monaco

In questo luogo in cui i fedeli andavano e vanno in pellegrinaggio, nei giorni del 31 luglio, 1° agosto, 28 settembre e 29 settembre è possibile lucrare l’indulgenza plenaria. La pratica dell’indulgenza plenaria si diffuse in particolare intorno al 1000-1100 d.C; per quanto concerne il Faito già nel 1646 il Papa Innocenzo X concesse l’indulgenza plenaria a tutti i fedeli che avrebbero visitato la chiesa di San Michele del Monte Aureo di Faito nel giorno 31 luglio fino al tramonto del giorno 1° agosto.

L’8 settembre di due anni fa Papa Francesco ha concesso a settembre l’indulgenza plenaria a chiunque si rechi in pellegrinaggio al santuario di San Michele Arcangelo sul Faito nei giorni 1° agosto, nella dedizione del medesimo santuario, e il 29 settembre, giorno della festa di San Michele Arcangelo. Parimenti ad altri cammini, anche il Cammino dell’Angelo ha una sua credenziale, detta anche “il passaporto del pellegrino“, un documento di viaggio che comprova l’avvenuto pellegrinaggio attraverso i sentieri del Cammino dell’Angelo.

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