18 Ott 2024

L’equipaggio terrestre di ResQ in Calabria, per salvare vite in mare e in terra

Scritto da: Tiziana Barillà

Da luglio 2021, la nave “delle persone che salvano le persone” può contare anche su un equipaggio terrestre in Calabria. “Era necessario che anche qui, nella nostra regione, ci fosse un supporto concreto verso una nave che nasce da un impegno della società civile e va in mare a salvare i migranti”, ci ha spiegato Enzo Infantino, attivista calabrese di lungo corso.

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La Calabria è la terra di Cutro, di Rosarno e di Riace. Un pezzetto di Europa dove è possibile osservare tutte le conseguenze che le politiche migratorie causano nei territori di approdo. Perciò, è importante che anche qui ci sia un presidio di ResQ People Saving People, la nave “delle persone che salvano le persone”.

Il progetto ResQ è nato da un gruppo di giornalisti, ricercatrici, avvocati e operatori umanitari che, stanchi di restare fermi e zitti davanti alla crisi umanitaria in corso nel Mar Mediterraneo e sulle frontiere di terra europee, hanno deciso di salire a bordo per salvare vite e salvaguardare diritti. E, da luglio 2021, può contare anche su un equipaggio terrestre in Calabria.

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«Era necessario che anche qui nella nostra regione ci fosse un supporto concreto verso una nave che nasce da un impegno della società civile e va in mare a salvare i migranti», ci ha spiegato Enzo Infantino. Enzo è un attivista di lunga data nel campo dei diritti umani: «La mia prima esperienza – racconta – risale al 1999 quando, durante la guerra nei Balcani, partii per dare sostegno ai rifugiati nel campo profughi di Valona, in Albania». E da allora non ha mai smesso, partecipando a missioni umanitarie non solo nei Balcani, ma anche in Libano, in Siria, nella striscia di Gaza, in Giordania, in Cisgiordania e in Grecia. 

Se proviamo a immaginare l’impegno per i diritti umani come una lunga catena, possiamo immaginare Enzo che ne percorre ogni anello: dai campi lontani, all’origine delle migrazioni, fino a quelli vicini a noi, che spesso ne costituiscono l’approdo. E in mezzo, spesso, il Mediterraneo. «Ho sentito il bisogno di dare una mano a ResQ perché condivido l’esigenza di salvare vite umane nel Mediterraneo. Lo ha già l’ha fatto con diverse missioni ed è pronta per una nuova missione che partirà nei prossimi mesi». 

«La Calabria è una regione di sbarchi, c’è una bellissima poesia di Pasolini in cui si parla di Crotone e di Palmi che è profetica. Pasolini è stato un po’ il premonitore di quello che sarebbe successo nelle nostre coste», continua Infantino. La poesia di cui parla Enzo è del 1964, la trovate inserita in una raccolta di scritti a cui Pasolini ha dato il titolo “Alì dagli occhi azzurri” e in un passaggio recita così: “Sbarcheranno a Crotone o a Palmi, a milioni, vestiti di stracci asiatici, e di camicie americane”

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Negli ultimi anni la Calabria ha registrato un aumento degli arrivi di migranti provenienti soprattutto dal Nord Africa e dal Medio Oriente. I controlli e le politiche repressive spingono molti a evitare la rotta siciliana tentando l’approdo sulle coste calabresi. Città portuali come Roccella Ionica, Crotone e Reggio Calabria sono diventate punti di arrivi frequenti, gestiti quasi sempre in condizioni di emergenza e con scarse risorse. Tra loro chi arriva in Calabria si trova sempre più spesso intrappolato nella rete di sfruttamento e sempre meno in sistemi di un’accoglienza degna di questo nome. 

Il gruppo territoriale calabrese, come gli altri, organizza iniziative di raccolte fondi e sensibilizzazione per il supporto della nave, ma non solo. «Non tutti possono andare sulla nave per dare il proprio contributo», commenta Enzo. «Anche sulla terra c’è bisogno di un forte impegno. Da un anno e mezzo a Trieste ResQ ha stretto un accordo con l’ICS – Consorzio Italiano di Solidarietà di Gianfranco Schiavone e con altre associazioni del luogo per occuparsi al meglio della prima accoglienza nel capoluogo giuliano e della rotta balcanica».

Chi arriva in Calabria si trova sempre più spesso intrappolato nella rete di sfruttamento e sempre meno in sistemi di un’accoglienza

«A Trieste in questo periodo sono arrivati circa 100 volontari, ci sono andato anche io a fare volontariato a Trieste. Quindi ResQ è impegnato anche in attività a terra, per l’accoglienza e il supporto dei migranti, in modo particolare quelli che arrivano dalla rotta balcanica», continua Infantino.

E in Calabria? «Quello che facciamo noi qui in Calabria è provare, così come anche in altre regioni, a dare il nostro supporto a queste persone supportandole dal punto di vista concreto; insomma delle prime necessità, ma anche fornendo loro informazioni rispetto alle loro condizioni e ai diritti che potrebbero maturare qui in Italia». Fare rete è sempre difficile, anche in Calabria, eppure, rassicura Enzo, c’è una rete di supporto: «Siamo collegati con le realtà che agiscono e lavorano a Cutro, a Crotone, con l’Associazione Sabir e altre associazioni a Reggio Calabria. Molte realtà si sono mobilitate perché hanno compreso l’importanza di supportare la nave». 

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Fare rete, costruire relazioni e promuovere iniziative per far conoscere la situazione dei migranti e dei solidali è ancora più necessario oggi che non è certo il periodo migliore per i soccorsi in mare. Nel 2023, l’anno della strage di Cutro, le autorità italiane hanno classificato come operazioni di polizia e non Sar oltre mille sbarchi, per un totale di quasi 40mila persone, un quarto degli arrivi via mare. Mentre la situazione dei soccorsi in mare peggiora di giorno in giorno, tra fermi amministrativi e processi penali.

Le navi delle Ong sono continuamente osteggiate da parte del nostro Governo, spesso sono costretti ad andare a portare i migranti in altri porti lontani dal Mediterraneo, quindi «queste navi si devono sobbarcare a ulteriori costi», ricorda Infantino. «L’ultimo decreto Sicurezza [approvato lo scorso 18 settembre, ndr], continua a limitare le attività di salvataggio di queste organizzazioni». Con il risultato che dal 2014 alla fine di maggio 2024, circa 30000 persone sono morte o disperse nel tentativo di attraversare il Mediterraneo per raggiungere l’Europa, cercando di sfuggire alla guerra o alle persecuzioni o di cercando una vita migliore.

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