Coordinamento per la pace: Milano si mobilita contro tutte le guerre
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Milano, Lombardia - “Lontano lontano si fanno la guerra. Il sangue degli altri si sparge per terra. Io questa mattina mi sono ferito a un gambo di rosa, pungendomi un dito. Succhiando quel dito, pensavo alla guerra. Oh povera gente, che triste la guerra! Non posso giovare, non posso parlare, non posso partire per terra e per mare. E se anche potessi, o genti indifese, ho l’arabo nullo! Ho scarso l’inglese! Potrei sotto il capo dei corpi riversi posare un mio fitto volume di versi? Non credo. Cessiamo la mesta ironia. Mettiamo una maglia, che il sole va via”.
Franco Fortini
La Costituzione repubblicana recita all’articolo 11: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Queste parole sono i fari che illuminano il cammino di tante persone e organizzazioni, fra cui il Coordinamento per la Pace di Milano, formato da «donne e uomini amanti della Pace», sottolinea Nadia Schavecher, che fa parte del Coordinamento.
«Per questo – prosegue – esprimiamo una forte solidarietà nei confronti dei popoli che sono vittime della guerra. Più di trenta nostre associazioni/organizzazioni si sono unite nella primavera del 2023 per creare il Coordinamento per la Pace – Milano con lo scopo di dare una voce più forte e unitaria a tutti coloro che pensano che la Pace non si possa raggiungere con il continuo invio di armi e che vogliono opporsi alla linea di cobelligeranza del governo, che riduce i servizi e i diritti dei cittadini per assecondare gli interessi degli USA in contrasto con quelli nazionali. Chiediamo di fermare la guerra e che l’Italia si faccia promotrice di trattative sotto l’egida dell’ONU».
In un mondo che vede crescere la potenza politica, economica e finanziaria di grandi Paesi emergenti, ritengo profondamente sbagliata, pericolosa e antistorica la risposta dall’alleanza euro-atlantica per il mantenimento della sua egemonia. Qual è la sua posizione a riguardo?
Oggi è prioritaria la necessità di unirsi in un ampio fronte plurale che sia in grado di far avanzare un forte movimento per la Pace nella direzione di un mondo che sia caratterizzato da rapporti di non ingerenza, di reciproco rispetto e di mutuo beneficio fra Stati, pacifici e in contrapposizione ad un mondo unipolare dove regnano la sopraffazione e la rapina.
Recentemente come Coordinamento per la Pace di Milano avete organizzato l’evento “Tre giorni per la pace”. Quali argomenti e idee e istanze sono emerse?
Da venerdì 20 a domenica 22 settembre 2024 al CIQ di Milano si è svolta la Tre Giorni per la Pace 2024, organizzata grazie all’impegno di decine di attivisti facenti parte delle oltre trenta organizzazioni che aderiscono al Coordinamento per la Pace – Milano. Venerdì pomeriggio si sono aperti i lavori con le testimonianze di guerra portate, fra gli altri, dall’ucraina Olga Ignatieva e da Taghreed Abu Samra, sopravvissuta di Gaza. Più tardi l’intervento dell’ex ambasciatrice Elena Basile, dal titolo “Prima che sia troppo tardi”, tema di fondo della Tre Giorni stessa.
Nel primo pomeriggio della seconda giornata è stato presentato il macrotema “Cultura ed economia di guerra”, in cui sono state affrontate nello specifico le questioni inerenti alla militarizzazione delle scuole con Antonio Mazzeo – insegnante e scrittore –, al degrado ecologico con Mario Agostinelli – Presidente di Laudato Si’ – e all’impatto ambientale della produzione bellica con il contributo in collegamento video di Paolo Della Ventura, attivista climatico.
Successivamente, Salvatore Attanasio e Pierre Kabeza dell’Associazione Amici Di Luca Attanasio, Modou Gueye, Presidente di Sunugal, e l’economista Domenico Moro hanno dibattuto su “Africa e guerra – la diplomazia e il neocolonialismo”. In serata vi è stato una generoso contributo al tema cultura e guerra con il pezzo teatrale “Ah… Che bella guerra!”, coordinato da Silvano Piccardi, con Tania De Domenico e Diego Baldoin, accompagnato dal musicista e cantautore Franz Englaro, che ha concluso la serata con un concerto.
La terza e ultima giornata è iniziata con la tavola rotonda “Assange e guerra al giornalismo”, in cui i giornalisti Germana Leoni, Giuliano Marrucci, Fabrizio Cassinelli e Massimo Alberizzi hanno portato il loro contributo per comprendere lo stato dell’arte dell’informazione e alcune proposte di soluzione per uscire dalla pessima situazione.
La Tre Giorni del Coordinamento per la Pace, che ha visto la presenza di centinaia di sinceri democratici e veri pacifisti, si è conclusa con nostra proposta di pace in “Multipolarismo come Alternativa in contrasto alla guerra” con Andrea Catone – direttore MarxVentuno Edizioni – e l’intervento magistrale di Moni Ovadia. Da qui parte l’invito ad ampliare la formazione di coordinamenti per la pace in Italia unendoli per incidere maggiormente sulle scelte del paese e nell’immediato a costruire una grande manifestazione per la pace. Prima che sia troppo tardi, per affermare che adesso e subito l’Italia deve uscire dalla guerra!
C’è una parola, un pensiero o una frase che rappresenta il significato di questi tre giorni e in generale dell’attività del Coordinamento per la Pace di Milano?
Cito Silvano Piccardi: «Per la serata del 21 settembre scorso abbiamo tentato di costruire un flusso continuo di versi, di citazioni poetiche, di esempi letterari e artistici particolarmente significativi ed evocativi, partendo addirittura dai primi versi de l’”Iliade”, e da alcuni versetti della Bibbia (Deuteronomio 7 e Samuele 15 3), per passare dai molti cantori classici e romantici e futuristi del “valor militare”, e approdare alla terribile sintesi: “La guerra sta all’uomo, come la maternità alla donna”, ad opera di Benito Mussolini; frase che racchiude in sé tutto ciò che di orrendo si possa pensare dell’umana specie, nonché dei “generi” che la compongono.
Ma quello lì era proprio un vero fascista e di questa robaccia, quanta ne è rimasta appiccicata sotto la pelle e sotto la testa e in fondo in fondo a tutti noi, gentes humanae? E da lì, è partito l’urlo di dolore della tragedia atomica fino a giungere alle guerre in corso oggi, specialmente quella in Medio oriente, riprendendo esclusivamente opere di poeti “sotto la guerra”, per lo più palestinesi».
La manifestazione di sabato 26 ottobre a Milano porterà a un impegno importante del mondo dell’attivismo pacifista. Per cosa si marcerà?
A Milano sabato 26 ottobre – ritrovo alle ore 15 in Stazione Centrale, arrivo in Piazza San Babila – avanzeremo queste rivendicazioni: fuori l’Italia dalla guerra; non un uomo, non un soldo, non un’arma per la guerra; stop al genocidio del popolo palestinese; sì alle trattative di pace; sì a una corretta informazione.
Per informazioni e adesioni: coordinamentoperlapacemilano@gmail.com
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