Cilento equo e sostenibile: W il lupo! combatte abusivismo, spopolamento e crisi climatica
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Salerno, Campania - Nel cuore del Cilento, un territorio ricco di bellezze naturali e tradizioni secolari, opera un’associazione il cui obiettivo è la promozione di uno sviluppo equo e sostenibile. Si chiama W il lupo ed è dedicata a questo «animale sociale che ha da poco ricominciato a vivere nel Cilento, si presta a essere il simbolo perfetto per un’associazione che vuole riscattare la nostra terra dai troppi luoghi comuni e da un presente di spopolamento», spiega il presidente dell’Associazione Giovanni Marino, napoletano d’origine, ma cilentano per scelta.
Attraverso progetti innovativi e inclusivi l’associazione lavora per valorizzare le risorse locali, proteggere l’ambiente e creare opportunità economiche per la comunità dimostrando che progresso e cura del territorio possono andare di pari passo. «L’esigenza di unirci nasce da una dura constatazione: troppi gli abusi che si verificano ogni giorno contro cittadini e ambiente. Abusi che diventano ancora più insopportabili se si considera la fragilità del nostro tessuto sociale e la posizione del territorio cilentano, che ricade in buona parte nei confini di un’area protetta, un parco Nazionale tra i più importanti e grandi d’Italia».
IL CILENTO: TERRA DI MITI E GUERRIERI
Ancor prima di realizzare di essermi laureata, un conoscente mi disse: “Fujetenne dal Sud, fujetenne dall’Italia“; ringraziai per il consiglio e proseguii la mia giornata come se nulla fosse successo. Io dalla mia terra non sono mai andata via, anche quando il lavoro o lo studio mi hanno portato a molti chilometri di distanza. Non ho mai pensato di poter vivere lontano dall’odore fertile della terra vulcanica e delle spiagge di rena nera. Amo tutti coloro i quali lottano affinché la loro terra non venga abbandonata. Amo e sono solidale con le associazioni che lottano per il territorio e per i cittadini anche quando lo stato è sordo e cieco.
Attraverso iniziative che spaziano dalla tutela del paesaggio alla promozione di un’economia solidale, W il lupo! si presenta come un faro di cambiamento, dimostrando che una gestione ecosostenibile del territorio è non solo possibile, ma necessaria per il benessere collettivo. Un’associazione non locale, ma territoriale: «La nostra W il lupo! è per tutto il Cilento, è per tutti i Comuni che sono all’interno del bacino del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni», precisa Marino.
«Il Cilento è un territorio che a partire dagli anni ’60 del secolo scorso è stato vittima della speculazione edilizia: si è pensato solo ed esclusivamente a un turismo circoscritto con la costruzione di nuovi alloggi per ospitare i turisti durante i tre mesi estivi. La fascia costiera è stata violentata e l’interno ha subito uno spopolamento drastico. Le sovvenzioni e i bonus per ripopolare sono meri palliativi: il Cilento e i suoi borghi hanno bisogno di nuovi e migliorati servizi di collegamento tra la fascia costiera e l’interno. C’è bisogno di un progetto sinergico, che non sia solo associazionistico. C’è bisogno di un’azione di riequilibrio territoriale, frutto di un comune sentire», afferma Giovanni.
RIEQUILIBRIO AMBIENTALE
«Il Cilento è un territorio dove c’è scarsa sensibilità per i temi ambientali: il relativo benessere economico ha fatto sì che le persone pensino che sia questo in atto l’unico modello di vita e di convivenza possibile. Non vedono e non credono vi siano delle alternative, che invece possono maturare se vi sono proposte e se cresce la consapevolezza che bisogna riqualificare il Cilento sia dal punto di vista ecologico e paesaggistico che dal punto di vista urbano», sottolinea il presidente dell’associazione W il lupo!
Pur essendoci una proliferazione di organizzazioni, comitati e aziende che si interessano al territorio, sono poche le realtà che condividono la visione e gli obiettivi di W il lupo! «Abbiamo provato a mettere su un’associazione nuova, un’associazione che sia con e per il territorio cilentano una boccata d’aria. I nostri obiettivi sono tanti e difficili da far radicare, ma ci crediamo».
Attualmente stanno lavorando per definire una mappa del rischio ambientale dell’area parco: l’obiettivo? Individuare le criticità dal punto di vista ecologico e ambientale e non correre ai ripari solo quando ci sono delle emergenze. «La priorità al momento è la nostra lotta per il Monte Cervati, la vetta più alta del Cilento, oggetto di un rinnovato interesse grazie a svariati progetti di valorizzazione. Ma si può parlare di evoluzione se l’unico modo che hanno pensato per promuovere un turismo sostenibile è con la costruzione di una strada asfaltata fino alla cima del Monte Cervati?»
Nel 2010, nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, è stato approvato un importante Piano di Gestione volto a preservare le risorse naturali. Gli interventi previsti mirano a mitigare i fattori di rischio per la biodiversità e a promuovere uno sviluppo economico e rispettoso dell’ambiente. «Ma i piani di gestione sono rimasti lettera morta: negli ultimi anni si è pensato solo a concedere nulla osta a edifici di edilizia privata o a opere pubbliche di dubbia utilità. Il Cilento ci preoccupa e dovrebbe preoccupare tutti gli amministratori dei comuni che ne fanno parte», spiega Giovanni.
RIEQUILIBRIO URBANO E SOCIALE
«Attraverso un format, che vorremmo divenisse esportabile, proveremo con un’esperienza pilota a raccontare i nostri borghi attraverso la storia civile, religiosa, la politica e le attività economiche. La nostra idea è quella di organizzare una serie di visite guidate». Il coinvolgimento delle agenzie turistiche che fanno incoming lento nel Cilento sarà il punto cardine di questo progetto: «Il territorio ha bisogno di un turismo culturale, volto a valorizzare i piccoli paesi e i borghi. Attraverso i nostri soci, non solo appassionati ma anche architetti ed esperti di storia locale, abbiamo creato un vademecum per un Cilento ecosostenibile».
Lezioni, visite guidate ed eventi culturali sono e saranno gli obiettivi da introdurre. Dei format alternativi alle sagre che possono permettere un turismo non solo estivo, ma durante tutto l’arco dell’anno. «I nostri giovani hanno bisogno che il territorio possa offrire loro delle possibilità per il futuro e non sono per tre mesi l’anno; i nostri giovani hanno bisogno di valide motivazioni e che lo stato creda nelle loro capacità e nelle capacità di questo territorio».
I giovani tendono a migrare verso le città in cerca di opportunità lavorative, lasciando multe di queste comunità a rischio di abbandono. Il riequilibrio urbano e sociale è quindi essenziale per garantire un futuro sostenibile, in termini non solo ambientali, ma anche umani e culturali: la promozione della coesione sociale e dello sviluppo inclusivo possono aiutare a preservare il patrimonio culturale e naturale del Cilento, attraendo non solo nuovi turisti, ma anche i nuovi residenti che vogliono ridurre la dipendenza dalle grandi città. Questo processo mira a invertire il declino demografico attraverso la rigenerazione dei borghi e la creazione di opportunità economiche legate al turismo sostenibile, all’artigianato locale, al miglioramento delle infrastrutture e all’agricoltura biologica.
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