23 Ott 2024

“Bestie vs umani”: una ribellione animale per salvare il pianeta nel nuovo libro per ragazzi di Andrea Pau

Scritto da: Alessandra Ghiani

Con la rubrica "Letti da Alessandra Ghiani" questo mese raccontiamo "Bestie vs umani" di Andrea Pau, sceneggiatore sardo e autore di libri per ragazzi. Nella sua ultima pubblicazione Pau esplora il rapporto tra uomini e animali in chiave ironica e riflessiva. Attraverso la storia di Alca, un'alca impenne sopravvissuta all'estinzione, e di sua sorella clonata Due, il libro affronta temi come l'ecologia, le specie in pericolo e l'impatto dell'umanità sull'ambiente.

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Cosa accadrebbe se gli animali improvvisamente si ribellassero agli umani a causa del loro atteggiamento dannoso per l’ambiente e la vita delle altre specie? Ce lo racconta lo scrittore Andrea Pau nel suo nuovo libro per ragazzi Bestie vs umani, uscito a settembre per Il battello a vapore con le illustrazioni di Chiara Vestrucci.

Attraverso le vicende di Alca e Due, ma anche di Tartaruga, Tigre, Gorilla, Balena, Panda, Gabbiano e altri animali, la storia parla di ecologia, di razze estinte o in via di estinzione a causa dell’uomo, di esperimenti e di clonazione.

andrea pau bestie vs umani
Andrea Pau, autore di “Bestie vs umani”, in una foto di Walter Menegazzi
ALCA E DUE, LE ULTIME ESEMPLARI DELLA LORO SPECIE

Protagoniste di questa divertente e, a allo stesso tempo, profonda storia sono due alche impenni, Alca per l’appunto, e sua sorella Due. La prima si è salvata dall’estinzione grazie a uno scudo di ghiaccio che l’ha tenuta al sicuro per duecento anni. Due è stata invece clonata dal DNA della sorella. Fuggita dal laboratorio in cui era rinchiusa, Alca si allea agli animali che incontra durante la fuga per vendicarsi degli umani, non prima però di aver liberato sua sorella.

Una scelta fortemente simbolica, quella di rendere l’alca impenne protagonista della storia. Uccello marino incapace di volare, il Pinguinus impennis (nome scientifico della specie) viveva nell’Atlantico settentrionale e si cibava di pesce. Divenuto preda dei cacciatori per la carne e le uova, oltre che per il piumaggio particolarmente richiesto in Europa, la sua popolazione diminuì drasticamente. Gli ultimi due esemplari furono uccisi al largo delle coste islandesi nel 1844.

IN “BESTIE VS UMANI” AMBIENTE E ATTIVITÀ UMANE

La storia di Alca e degli animali estinti o in via di estinzione a causa delle attività umane è funzionale a un discorso molto più ampio sull’ambiente e sulle problematiche che lo affliggono. In “Bestie vs umani” attraverso un’ironia affilata e personaggi memorabili, Andrea Pau ci consegna una chicca letteraria ricca di importanti spunti di riflessione e adatta, se non necessaria, a tutte le età.

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Un’immagine dell’alca impenne, animale oggi estinto, protagonista in “Bestie vs umani”

Dalle parole dei vari personaggi emergono questioni di grande rilievo per la sopravvivenza di tutti gli esseri viventi: i rifiuti abbandonati in terra e mare che, oltre a danneggiare la natura, sono causa di morte per molte bestie; i confini etici della clonazione; lo scioglimento dei ghiacciai; gli esperimenti indiscriminati sugli animali e, come ricorda Panda, l’eccessiva antropizzazione: «Non gli basta vivere nelle loro città sprovviste di bambù, devono anche allargarsi a casa nostra. Dovreste vedere le mie foreste. Tra qualche anno saranno più desolate delle dune del film Sahara».

UNA S.B.E.R.L.A. AGLI UMANI

Cosa fanno allora gli animali diventati amici, resi maggiormente consapevoli di queste brutture dall’arrivo di Alca? Danno vita alla Società delle Bestiole (quasi) Estinte ma Recalcitranti a Lasciarsi Annichilire, la S.B.E.R.L.A. per l’appunto. Un acronimo esilarante ed efficace che è proprio Alca a ideare: «Se si adoperano tutte le iniziali per economizzare, ne risulta la sigla S.B.E.R.L.A.! Come quella che darei a certi Sapiens sapiens…»

Se Alca mostra di nutrire una particolare antipatia per gli umani e le loro azioni, sua sorella Due è meno categorica: a suo avviso non tutti i Sapiens sono uguali e di questo occorre tenere conto. In particolare emerge la figura di una bambina, Sofia, che rappresenta l’innocenza e il desiderio di avere con gli animali un rapporto di amicizia e rispetto.

La lettura e i libri come Bestie vs umani possono sicuramente aiutare a sviluppare lo spirito critico dei più giovani e a smuovere le coscienze degli adulti

I GIOVANI, FUTURO DEL PIANETA

Se da un lato la presenza di una bambina nella narrazione crea un legante con i giovani lettori a cui è destinato in via prioritaria il libro, dall’altra è lecito pensare che l’autore abbia voluto lanciare un messaggio: se l’esempio degli adulti di oggi è fondamentale per la formazione di quelli di domani, è vero anche il contrario: spesso sono i giovani a portare in famiglia quello che apprendono sui libri, a scuola o in altri contesti, creando così un circolo virtuoso che va a beneficio di tutti.

Un’educazione al rispetto non a senso unico, dunque, che sarebbe bene impartire in tenera età, ma assolutamente utile e necessaria anche per gli adulti. La mancanza di empatia e la convinzione atavica che l’uomo sia superiore a tutte le altre specie sono difficili da scardinare. La lettura e i libri come Bestie vs umani possono sicuramente aiutare a sviluppare lo spirito critico dei più giovani e a smuovere le coscienze degli adulti.

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Una foto durante la presentazione di Bestie vs umani alla libreria Librart di Villaspeciosa durante Éntula
UN LINGUAGGIO UNIVERSALE

L’ironia dell’autore investe soprattutto la caratterizzazione dei personaggi, a partire dal linguaggio di ciascuno. È il libro stesso (che nella narrazione si fa personaggio) a darci una chiave di interpretazione: «Dato che, come tutti i libri, mi piace fare il mio lavoro, cioè divulgare il sapere, ti dico che anche gli animali, non solo gli umani, usano linguaggi differenti. Il cigno parla il cignese, il daino il dainese, le gru il gruco (quelle molto vecchie, il gruco antico). Ma per capirsi adoperano un codice comune: il bestiale, appunto.»

Noi umani conosciamo tutti i codici per comunicare tra noi (e non possiamo dire che le cose vadano bene). Non abbiamo ancora imparato, però, a rapportarci in modo costruttivo all’ambiente in cui abbiamo la fortuna di vivere e che le specie animali abitano da molto prima di noi. Basterebbe – come suggerisce Pau nel sottotesto della sua opera – parlare l’unico linguaggio che può permettere un’esistenza felice a tutte le specie: il rispetto.

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