Con BEN.KulturZona in Trentino-Alto Adige/Südtirol si abbattono barriere linguistiche, culturali e intergenerazionali
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Trentino Alto Adige - Tempo fa vi abbiamo parlato del progetto kulturZONA e del desiderio di rigenerare piccoli borghi di alcune aree altoatesine e trentine facendo leva su arte, cultura, collaborazione, inclusione e dialogo intergenerazionale. Oggi grazie a un brainstorming partecipato che ha coinvolto vari interlocutori, vede la luce BEN.KulturZona, in ricordo di Benjamin Kofler, un benefattore che tanto ha fatto per il paese di Salorno, a partire dagli spazi che oggi sono diventati la sede dell’associazione JoyEnJoy, promotrice del progetto. Uno spazio che diventa metafora dello spirito che muove le attività proposte da Alice e Sibille di JoyEnJoy soprattutto dopo aver vinto il bando Generazioni, organizzato dalle cooperative sociali Young Inside e Inside in collaborazione con Mercurio società Cooperativa.
«La nostra sede si affaccia su un cortile interno che condividiamo con l’associazione CARNEVAL del PERKEO, una RSA, un comitato anziani, il CAF e l’associazione VKe, che offre servizi alle famiglie e ai bambini. Stanno nascendo molte sinergie e collaborazioni che creano legami intergenerazionali e abbattono molte barriere», racconta Alice Caldani. Un processo di rigenerazione urbana che mira a realizzare un polo per la comunità, favorendo innesti culturali dal valore sociale, il coinvolgimento, l’inclusione, la fidelizzazione e una nuova partecipata concezione del luogo.
La stessa sede di JoyEnJoy si è trasformata in uno spazio più ibrido per essere adattato più facilmente a eventi di vario tipo. Si è da poco concluso, infatti, un calendario di incontri, degustazioni, presentazioni di libri, spettacoli e workshop che ha visto coinvolti un pubblico vario e diverse associazioni del Trentino-Alto Adige/Südtirol. JoyEnJoy, in qualità di community manager, ha dato vita a collaborazioni con differenti enti e realtà del terzo settore tra la provincia di Trento e quella di Bolzano per creare nuovi legami tra i due territori e abbattere le barriere linguistiche.
«Al di là della distanza chilometrica c’è una forte differenza linguistica e culturale, oltre che amministrativa, che non unisce questi territori, anzi tende a sottolinearne le diversità. È come se fossimo separati da un muro trasparente. Una sfida nella sfida. Per chi come me abita in un paese di 3000 abitanti è normale spostarsi in città per partecipare a eventi, ma per chi abita in città no. Aver visto una partecipazione così numerosa e varia ci ha davvero emozionato e ci fa ben sperare. Ci sono ancora parecchie persone poco inclini a contaminarsi, ma noi confidiamo molto nelle nuove generazioni», continua Alice.
A Salorno le due ragazze cercano di unire le due culture con progetti inclusivi e bilingue, ma vanno anche oltre abbattendo le distanze con le tante persone che vivono lì e provengono principalmente dal Marocco, dal Pakistan e dal Bangladesh. Con Vke, ad esempio, hanno attivato uno spazio dedicato alle donne con momenti vari e corsi di lingue per persone con background migratorio.
Anche per questo Alice, nonostante le difficoltà, è tornata a vivere a Salorno, per dedicarsi insieme a Sibille a progetti intergenerazionali e interculturali. In pochi mesi con BEN.KulturZona hanno avviato una collaborazione con il collettivo i Moka e con l’associazione L’Officina della Nuvole, che operano rispettivamente a Bolzano e a Ronchi Valsugana in Trentino. Le realtà insieme hanno trasformato il polo in un luogo di rappresentanza per i vari interlocutori e in un contenitore inclusivo con nuove connessioni.
«Tutti gli eventi sono frutto di una collaborazione tra noi, i Moka e L’Officina delle Nuvole. Grazie a questi intrecci siamo arrivati anche a Ronchi Valsugana, per la promozione comune dei territori attraverso la cultura, con uno spettacolo teatrale del Collettivo Ergobando che ha proposto una propria versione artistica della storia e delle leggende raccolte sul territorio di Ronchi. Il nostro obiettivo è creare movimento», sottolinea Alice.
In effetti ogni evento organizzato è riuscito nell’intento. Sibille e Alice hanno creato occasioni di incontro tra gli anziani della RSA e i bambini dell’associazione Vke, attraverso il teatro sociale, i corsi di saponificazione e gli spettacoli, intrecciando saperi e tradizioni da ascoltare e tramandare, come un viaggio nel tempo tra generazioni.
«La nostra idea è di continuare a sostenere la struttura e andare avanti nel nostro progetto. All’interno dello spazio vogliamo creare il giardino degli incontri, uno spazio verde, molto grande e al momento incolto che vogliamo sistemare e poi pensiamo a nuove collaborazioni e a eventi sempre accessibili dal punto di vista intergenerazionale e interculturale. Abbiamo un bel lavoro da fare», conclude Alice.
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