Arghillà rinasce: la rigenerazione urbana dal basso di “uno dei luoghi più problematici d’Italia”
Seguici su:
Reggio Calabria - Fuoco, Acqua, Terra, Aria e Comunità. Su questi cinque elementi a Reggio Calabria è stato costruito F.A.T.A. Comunità, un progetto del Consorzio Ecolandia – sostenuto con i fondi 8×1000 della Chiesa Valdese – per contribuire alla trasformazione e rigenerazione urbana del quartiere Arghillà di Reggio Calabria. Arghillà è un quartiere all’estrema periferia nord di Reggio nato come insediamento di edilizia popolare tra gli anni ’80 e ’90 e trasformato negli anni in uno dei luoghi più problematici d’Italia. Noto alle cronache per la marginalizzazione sociale e le carenze infrastrutturali, Arghillà è diventato – suo malgrado – un simbolo di degrado urbano, povertà e criminalità organizzata.
“Perché proprio ad Arghillà?”, chiedo a Laura Cirella, del Consorzio Ecolandia e del coordinamento di quartiere. «Perché non Arghillà?», risponde Laura. «È uno dei ghetti del nostro Paese e al pari di tanti altri ghetti è uno dei tanti spazi pubblici che sono tagliati fuori dagli interventi economici, al netto della retorica securitaria che purtroppo ci viene proposta come unica soluzione dei problemi. Noi sappiamo benissimo che non è assolutamente questa la risposta e che su queste aree bisogna intervenire in una maniera globale, soprattutto riconoscendo i diritti reali delle persone».
Tra incendi, atti vandalici e furti subiti dal parco urbano, le attività procedono. Il progetto FATA prevede la realizzazione di una Comunità Energetica solidale, l’avvio di un sistema sperimentale di recupero e riutilizzo delle acque piovane, l’installazione di un eco-compattatore con la realizzazione di un hub del riuso, la realizzazione di un complesso sportivo e la rigenerazione di diverse aree del quartiere. Tutti gli interventi infrastrutturali sono preceduti e accompagnati da una fitta azione di animazione di comunità con gli abitanti del quartiere, al fine di concertarne la realizzazione e coinvolgere la cittadinanza in un processo partecipato e di educazione alle tematiche ecologiche e ambientali.
«Il progetto ha questa doppia anima», spiega Laura. «Da una parte c’è un intervento di rigenerazione urbana e di intervento sociale sulla comunità, dall’altro ha un’anima fortemente infrastrutturale con la realizzazione di opere imponenti tra cui, appunto, la comunità energetica che sostanzialmente sarà una delle prime comunità energetiche rinnovabili della Calabria, sicuramente la prima a Reggio».
I primi interventi di animazione di comunità sono partiti «dall’ascolto dei bisogni reali degli abitanti con i quali abbiamo cercato di costruire le soluzioni fattibili», continua Cirella. Per esempio è già in piedi il “taxi sociale”, un servizio gratuito e a chiamata che parte da Arghillà nord per connettere il rione con i principali enti di servizio come l’ambulatorio Ace di medicina solidale a Pellaro oppure con uffici pubblici e centri didattici. Poi è stata inaugurata la “mappa di quartiere”: 40 targhe toponomastiche che danno finalmente un nome alle vie del quartiere e, a breve, sarà attivato anche un QR code per far conoscere a chi di passaggio le storie dei soggetti ai quali le strade sono state intitolate.
Ad Arghillà quindi rigenerazione urbana significa innanzitutto costruire una comunità più forte e coesa, migliorando la qualità della vita degli abitanti con un esempio di rigenerazione urbana e sociale. L’idea è farlo attraverso l’energia rinnovabile, la sostenibilità ambientale e l’economia circolare. Una sfida importante alla quale, dal 15 ottobre, ha preso parte anche il Comune di Reggio Calabria, che si è impegnato come partner istituzionale con un Protocollo di partenariato
«Questa azione si inserisce coerentemente nella più ampia strategia che il Comune ha avviato sul quartiere di Arghillà con importanti interventi di rigenerazione e riqualificazione», dicono a Palazzo San Giorgio. Un accordo decisivo, sottolinea Cirella: «L’accordo con il Comune è stato determinante per sbloccare alcune azioni che sono più che altro strutturali per il progetto. È chiaro che per fare una comunità energetica ancor più su suoli pubblici e a beneficio collettivo era necessaria un’alleanza istituzionale».
E adesso i prossimi passi quali saranno? «Intanto è nata la comunità energetica FATA – risponde Laura – e da qui a una manciata di mesi contiamo e speriamo di porre la messa in opera degli impianti». Dopodiché, una delle priorità adesso è quella di raggiungere presto un protocollo di intesa con l’ATERP, l’ente pubblico con funzioni ausiliarie alla Regione Calabria in materia di edilizia residenziale pubblica.
«Tra le azioni del progetto c’è la realizzazione sperimentale di un sistema di recupero delle acque piovane e di riutilizzo per usi non potabili», conclude Laura. «Per l’installazione di queste vasche sono stati individuati i cortili delle palazzine popolari di Arghillà che sono dell’ATERP, perciò speriamo di raggiungere da qui a breve anche questo accordo, che ci permetta di aprire anche questo cantiere e proseguire da qui ai prossimi quattro mesi con gli interventi di rigenerazione».
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento