5 Set 2024

Siamo consapevoli dell’importanza del respiro?

Scritto da: Salvina Elisa Cutuli

Sebbene respirare sia alla base della nostra esistenza, non sempre ne siamo totalmente consapevoli. Spesso non respiriamo in maniera corretta, generando conseguenze sul nostro stato d’animo, sulle nostre emozioni, sui nostri comportamenti e sulla nostra qualità di vita. Dall’11 al 13 ottobre Stefano Spaccapanico, presso l’Agriturismo biologico Autosufficienza, terrà un corso sul respiro con un approccio che unisce tradizione e scienza d’avanguardia.

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Cesena, Emilia-Romagna - «Il respiro è il ponte che collega la vita alla coscienza, che unisce il corpo ai nostri pensieri. Ogni volta che la vostra mente si disperde, utilizzate il respiro come mezzo per prendere di nuovo in mano la vostra mente». Sono le parole di Thich Nhat Hanh, il noto monaco buddista pioniere nell’applicare la saggezza antica alle sfide della vita moderna a partire dal respiro. 

Che respirare sia fondamentale e alla base di tutte le funzioni del nostro organismo è fuori di dubbio. Basta poco per rendercene conto: qualche minuto di fiato corto e comincia a mancarci l’aria, un senso di oppressione dilaga compromettendo il regolare funzionamento del nostro corpo. Eppure, sebbene l’atto respiratorio regoli per davvero la nostra esistenza, non ne siamo sempre e del tutto consapevoli. Il respiro scandisce le nostre vite, dal primo gemito all’ultimo afflato sono circa venticinquemila respiri al giorno.

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Sebbene respirare sia semplice, non è per nulla banale e spesso lo facciamo in maniera automatica, con evidenti conseguenze sul nostro benessere psico-fisico. Il respiro è un prezioso strumento per accedere a stati di quiete e lucidità, energica vitalità, discernimento, presenza e chiarezza, profonda intuizione ed equilibrio biologico e psicologico. Se avete voglia di sperimentarlo, dall’11 al 13 ottobre presso l’agriturismo biologico Autosufficienza, Stefano Spaccapanico proporrà un corso pratico, “Respiro dunque sono”, con costanti collegamenti teorici per imparare a padroneggiare l’arte del respiro, un atto primordiale che interessa ognuno di noi e che influenza in modo inequivocabile la qualità della nostra vita. Lo abbiamo raggiunto per saperne di più. 

Stefano, cosa vuol dire “Respiro dunque sono”?

È un titolo provocatorio, si lega all’aforisma “Cogito ergo sum” per il quale se mi posso pensare, idealizzare, dunque sono. In realtà le neuroscienze di frontiera, che fanno capo alle teorie sulla mente incarnata e sull’embodiment, evidenziano come il paradigma sia esattamente l’opposto: in quanto sono posso pensarmi, in quanto esisto posso sviluppare delle congetture su di me.

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Secondo il filosofo Merleau-Ponty l’essere corporeo, esperienziale viene molto prima del sé narrativo e in questa esperienza corporea che ciascuno di noi fa, c’è una costante, un elemento che ci accompagna dal momento della prima incarnazione fino al momento in cui lasciamo la dimensione del corpo fisico: il respiro. Respiro dunque sono per sottolineare l’importanza di questo gesto così naturale e purtroppo scontato per la sua costanza e la sua presenza. L’idea è riportarci in contatto dal principio sull’importanza di una qualità armonizzata, totalmente abitata del respiro che può determinare in senso positivo e negativo la qualità della nostra esistenza.

Negli ultimi decenni la nostra frequenza respiratoria è aumentata parecchio, perché? Quali sono le conseguenze?

La frequenza respiratoria è un parametro tra i vari che caratterizzano il respiro e forse uno dei più significativi. Meno respiriamo in termini di frequenza e più elevata è la possibilità di incontrare una dimensione di benessere fisica, metabolica, psicologica, emotiva. Un respiro aumentato in termini di frequenza, ovvero un respiro al di sopra di 8, 10,12 atti al minuto, inizia a essere un respiro che coincide, da un punto di vista neurologico, con una maggiore attivazione della divisione nervosa autonoma di tipo ortosimpatico, ovvero quella che gestisce la dimensione del combattimento, della fuga, del freezing, del fingersi morti, marcatori di una condizione di stress.

Sebbene l’atto respiratorio regoli per davvero la nostra esistenza, non ne siamo sempre e del tutto consapevoli

Il fatto che il nostro respiro sia statisticamente aumentato in termini di frequenza, rispetto a quello che era fino a qualche tempo fa, è espressione di uno stile di vita che ci espone a un numero maggiori di eventi stressogeni legati a una dimensione molto prestativa. Il problema è che non abbiamo adeguati strumenti per far fronte a queste aggressioni stressogene che nei confronti del respiro si manifestano sotto forma di una sua aumentata frequenza. Non abbiamo un’igiene respiratoria che possa aiutarci a compensare quello che la vita ci chiede di fare.

Non possiamo estraniarci da questo tempo, dalle richieste sfidanti che lo caratterizzano, per starci dentro e pagare un numero basso di compromessi e conseguenze dovremmo sviluppare routine, della buone pratiche di igiene emotiva, motoria e una pratica respiratoria che ambisca a ridurre la frequenza respiratoria. Aumentare la durata delle fasi espiratorie che coincidono con la possibilità di entrare in una maggiore condizione di quiete e lucidità, ovvero nella parasimpaticotonia, la condizione opposta all’ortosimpaticotonia in cui possiamo rilassarci e guarire noi stessi.

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Chi frequenterà il corso sarà introdotto a queste pratiche?

L’obiettivo del corso è quello di cercare di accompagnare i partecipanti all’interno di questa funzione che è il respiro con un approccio disciplinato, etico, serio, non banalizzante. Durante il corso entreremo in contatto con la funzione del respiro e lo faremo cercando di toccare tante dimensioni, da quelle fisiologiche a quelle più neurobiologiche, simboliche, archetipiche. Useremo pratiche che attingono alle grandi tradizioni millenarie, come il pranayama delle pratiche yogiche, ma lo faremo con una apertura anche contemporanea, andremo a prendere il buono delle pratiche degli apneisti e delle pratiche vocali, useremo molto le pratiche di incarnazione attraverso l’anatomia esperienziale.

Faremo anche delle pratiche in coppia e in gruppo, sempre contrastando l’attitudine banalizzante della nostra contemporaneità. Oggi ci sono app, manuali, ausili, device, strumenti che vendono l’idea di una panacea, una strategia, un programma di esercizi respiratori che possa essere di beneficio per patologie immunitarie, nevrosi, desideri, questo è secondo me molto pericoloso. Respirare è qualcosa di semplice ma non banale, soprattutto non è banale riappropriarsi attraverso un adeguato percorso di una respirazione autentica e naturale. Il rischio delle pratiche che fanno capo al fenomeno contemporaneo del biohacking, ovvero hackerare i sistemi biologici per vivere più a lungo, è l’ennesima meccanizzazione del corpo e del respiro.

Posso padroneggiare tecnicamente in modo sopraffino il respiro, ma non riuscire a essere respirato dal respiro stesso. Posso allungare i miei parametri tecnici, posso migliorare le mie abilità respiratorie, ma non essere minimamente consapevole di come sto respirando. Le pratiche contemporanee hanno banalizzato tradizioni millenarie, hanno adattato ai propri desideri di vendita e marketing la fisiologia. Nel corso con grande umiltà, saremo osservatori e testimoni di quello che può essere un respiro consapevole.

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A chi è rivolto il corso?

A tutti coloro i quali stanno vivendo un percorso di ricerca e scoperta di se stessi e a coloro i quali sentono che l’esperienza corporea è la via d’accesso per la propria fioritura. A tutte le persone che utilizzano e fanno dell’utilizzo del respiro una pratica lavorativa o anche personale: insegnanti, educatori, a chi utilizza il corpo e la voce al livello espressivo, cantanti, attori, sportivi, atleti, ma anche persone che hanno bisogno e desiderio di trovare strategie per migliorare le proprie capacità di regolazione emotiva. Il respiro ha una potente capacità di radicarsi al momento presente.

Il respiro è la prima ancora, riuscire a padroneggiarlo velocizza alcune conquiste derivanti da pratiche meditative o spirituali. Non è un corso per chi cerca pillole magiche e programmi che possano risolvere problemi psicofisici, non è indicato per chi cerca effetti rapidi e risolutivi. In senso assoluto chiunque può beneficiare di questo corso perché tutti siamo accomunati dal bisogno di respirare. Partecipare al corso permette di portarsi a casa delle conoscenze per costruirsi una pratica respiratoria personalizzata, padroneggiare le caratteristiche di ciascun esercizio e districarsi all’interno di un panorama così diverso e variegato.

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