La Scuola Sarda di Pastorizia, presidio di sostenibilità e garanzia per il futuro delle aree rurali
Seguici su:
Una scuola per formare pastori e pastore del futuro e preservare le comunità rurali di oggi. Dopo il coinvolgimento della prima edizione, anche nel 2024 torna la Scuola Sarda di Pastorizia, quest’anno però rivolta all’intero territorio regionale. Nata con l’obiettivo di sostenere e professionalizzare il mestiere nelle aree interne dell’isola, questa scuola punta inoltre a contrastare lo spopolamento delle zone rurali, ma non solo. Tra le motivazioni dietro l’istituzione della scuola c’è un’unione tra quelle che sono le necessità legate soprattutto al cambiamento climatico e quelle che guardano invece alla professione come garanzia di presidio nei luoghi.
«Uno dei temi più importanti dietro la Scuola – spiega Simone Campus, direttore del GAL Anglona Coros – è proprio quello del pastore come custode del territorio e presidio ambientale a tutela delle nostre specificità, soprattutto della biodiversità. La presenza di allevatori e pastori è importantissima, basti pensare al fenomeno degli incendi: sappiamo che molti nascono anche perché manca un presidio nel territorio interessato, la presenza degli allevatori è invece fondamentale perché gli spazi naturali vengano vissuti e attraversati».
A SCUOLA DI PASTORIZIA
La Scuola Sarda di Pastorizia è un’iniziativa del GAL Anglona Coros nata grazie a un finanziamento della Regione Autonoma della Sardegna e attuata con la collaborazione di esperti delle agenzie regionali AGRIS e LAORE, di docenti delle Università di Sassari, Torino e Molise, di ricercatori dell’Istituto per il Sistema Produzione Animale in Ambiente Mediterraneo del CNR, del CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) e dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Sassari. Col bando, verranno selezionate 12 allievi che tra ottobre e novembre svolgeranno un percorso altamente professionalizzante e totalmente gratuito.
«Se prima per andare in campagna dovevi forzatamente lasciare i banchi di scuola, oggi se vuoi fare il pastore devi andare a scuola», sottolinea Pier Paolo Roggero, presidente del Comitato scientifico della Scuola e docente del dipartimento di Agraria UNISS. «Le grandi trasformazioni in atto legate al cambiamento climatico e alla dominante cultura urbana della società, che opera scelte politiche ed economiche anche in ambito rurale, richiedono un elevato livello di professionalità e competenza per garantire la vitalità e la sostenibilità ambientale, economica e sociale delle imprese pastorali».
«Siamo partiti da un’analisi di contesto da cui è emersa in termini generali una bassa scolarizzazione dei lavoratori del settore, da ciò l’esigenza di potenziarne le competenze», commenta il direttore del GAL Anglona Coros. «Al giorno d’oggi non è possibile pensare che la figura del pastore sia ignorante: le competenze multidisciplinari sono sempre più importanti anche in questo settore e la risposta avuta alla prima edizione da parte di ragazzi e ragazze interessati a formarsi e conoscere ne è la dimostrazione».
LEGAMI PER (R)ESISTERE
L’iniziativa mira a fornire agli allevatori sardi strumenti concreti per continuare la loro attività nelle zone rurali dell’Isola, contrastando così inoltre lo spopolamento di queste aree secondo un principio che guarda al legame con la terra come un rinnovato impegno a voler contribuire al suo sviluppo e alla sua esistenza. I dati lo confermano: secondo l’indagine sulle aree interne Giovani Dentro, promossa dall’associazione Riabitare l’Italia con il Crea, il 67% dei giovani nella fascia 18-39 anni vorrebbe continuare a vivere e lavorare nel proprio territorio. Solo il 9% del campione considera il lavoro in campagna un ripiego, mentre il 94% vede almeno un motivo valido per investire in questo campo.
«I dati parlano chiaro: quello che manca ai giovani per restare sono gli strumenti, una rete di relazioni che li sostenga e le opportunità lavorative, ma non mancano la passione e la voglia. Ed è da questo percepito che – secondo Simone Campus – è nata la Scuola Sarda di Pastorizia, che si è subito messa in rete con iniziative analoghe e che intende accompagnare con una proposta didattica di grande qualità gli allevatori che vogliono avviare, rilevare o rilanciare un’attività imprenditoriale di pastorizia, accrescendo il circuito economico e ambientale delle aree rurali favorendo processi di restanza e neopopolamento».
A parlare è anche il Presidente del GAL e sindaco di Ittiri Antonio Sau, che sottolinea come «la pastorizia sia tra i mestieri più antichi del mondo, ma la nostra non è un’operazione nostalgia, anzi vuole essere lo strumento per rivalutare luoghi dimenticati, avviando un circuito economico e una rete di sostegno per chi decide di rimanere o stabilirsi in una piccola comunità rurale. Lo scopo della Scuola è sostenere da un punto di vista formativo giovani altamente motivati ad affrontare un percorso di vita legato alla pastorizia».
«Guardiamo la Sardegna con l’occhio rivolto alle aree che si spopolano e da riabitare, nella convinzione che la situazione di debolezza che le caratterizza non sia una condanna ai lavori forzati. Anzi, siamo convinti che ci sia nei nostri territori un tesoro da scoprire e valorizzare», conclude Antonio Sau.
TEORIA E PRATICA ALLA PARI
La Scuola di Pastorizia vuole quindi rappresentare un esempio virtuoso di convivenza tra storia, tradizione, quotidianità e innovazione, offrendo una via concreta per uno sviluppo delle aree interne della Sardegna che sia sostenibile e calato nel presente. Agli studenti sarà offerta formazione sia pratica sia teorica con visite studio presso aziende ritenute altamente innovative nell’Isola, in Italia e all’estero. L’idea è di imparare pratiche e saperi da chi questo mestiere lo fa, con approfondimenti su varie materie relative al mercato del latte ovino, alla genetica e riproduzione, pascolamento, sistemi foraggeri, nutrizione animale, tecniche e strategie di marketing. Le attività formative saranno curate dal Consorzio Edugov di Sassari.
«Il metodo didattico adottato è quello della peer education – spiega Giusy Piccone, coordinatrice didattica Edugov – in cui il tradizionale rapporto gerarchico docente-allievo nelle aule viene sostituito dagli scambi di esperienze alla pari integrate dal supporto tecnico scientifico dei docenti che opereranno “sul campo” e con strumenti didattici originali». Un approccio che ha reso la Scuola di Pastorizia un modello anche italiano, che valida la qualifica di pastore nel Repertorio Regionale dei Profili di Qualificazione (RRPQ): «Oggi questa qualifica rappresenta lo standard nazionale di riferimento per tutti gli operatori del mercato del lavoro sardo e italiano – sottolinea Piccone – attraverso il quale è possibile esplicitare le competenze per le diverse finalità».
Come da bando, l’esperienza è aperta ai soli allevatori o loro coadiuvanti e collaboratori. Tra i requisiti necessari la maggiore età e l’assolvimento dell’obbligo scolastico, anche se – come sottolineato dall’organizzazione – tra i criteri di selezione verrà data “priorità ai candidati più motivati a intraprendere percorsi imprenditoriali innovativi che generino un cambiamento nelle comunità di riferimento”. Le iscrizioni devono arrivare via email all’indirizzo selezioni@pec.edugov.it entro e non oltre il 27 settembre.
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento