5 Set 2024

La giurista Paola Sobbrio: “Le normative sul benessere animale sono troppo antropocentriche”

Scritto da: Salvina Elisa Cutuli

Da più di vent’anni Paola Sobbrio, giurista, si occupa di diritti degli animali con particolare attenzione all’intersezione tra scienza, diritto e politiche europee relativamente agli animali non umani e alle biotecnologie. L’empatia, la non violenza, la compassione e la gentilezza sono alla base del suo lavoro e della sua continua ricerca.

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Trapani - “Io rispetto gli animali”, “io ci tengo agli animali”, “io non faccio del male agli animali”. Sono alcune delle frasi più comunemente dette da chi crede e sente di rispettare e non fare del male agli animali. E in parte è anche così. Ma si fa ancora fatica a riflettere sul significato profondo di certe parole, a cosa vuol dire, ad esempio, “benessere animale” – su Italia che Cambia abbiamo pubblicato una guida al vero benessere animale, per una relazione consapevole con gli (altri) animali.

A suscitarmi una serie di riflessioni sull’argomento è stata la chiacchierata, in un caldo pomeriggio di agosto, con Paola Sobbrio, una donna che ha dedicato la propria vita alla difesa degli animali quando ancora questo tema non era di interesse comune come ai giorni nostri. Da più di vent’anni si occupa di diritti degli animali, tiene conferenze e seminari in Italia e all’estero e ha scritto libri e articoli sull’intersezione tra scienza, diritto e politiche europee relativamente agli animali non umani e alle biotecnologie di cui sono oggetto. 

«Sin da piccolissima ho pensato che mangiare animali fosse assurdo, sono diventata vegetariana nel 1992 mentre lottavo per la vita del cane che avevo appena adottato», racconta Paola Sobbrio. «Ero nell’ambulatorio della Facoltà di Medicina veterinaria dell’Università di Messina e sentivo nel frattempo le urla dei maiali che stavano andando a morire nel macello a fianco come se tutto fosse normale».

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Paola Sobbrio da più di vent’anni si occupa di diritti degli animali

Dopo la laurea in Giurisprudenza, Paola Sobbrio ha conseguito con una tesi sugli xenotrapianti, un dottorato sulle normative europee sul benessere e la protezione animale, animali geneticamente modificati i cui organi vengono trapiantati sugli uomini. Sono soprattutto gli organi dei maiali ad avere una maggiore compatibilità con quelli umani e per questo più “facilmente” modificabili. Non esistono neanche vincoli etici come invece nel caso delle scimmie, i primi donatori di organi nel 1960 e geneticamente più vicine a noi. 

«Per una modifica genetica bisogna fare parecchi tentativi e non è detto che tutte le modifiche attecchiscano, il maiale deve essere geneticamente modificato per evitare il rigetto iperacuto da parte del ricevente. Quando ho cominciato a occuparmi di questi temi non è stato semplice, soprattutto emotivamente, e in Italia difficilmente il dibattito pubblico viene sollecitato in tal senso», sottolinea Paola Sobbrio.  

Se persone sensibili a determinate tematiche continuano a rimanere insensibili alla sorte di miliardi di animali vuol dire che c’è ancora tanto da fare

In effetti è soprattutto negli Stati Uniti che la ricerca sta procedendo speditamente in questa direzione. Nel gennaio 2022, come descrive uno studio su The Lancet, è stato realizzato il primo xenotrapianto di un cuore di maiale geneticamente modificato su un essere umano vivente, a uno stadio terminale di insufficienza cardiaca che non aveva i requisiti per un trapianto tradizionale. Il paziente è morto due mesi dopo. Di recente, a marzo scorso, è stato trapiantato per la prima volta un rene di maiale geneticamente modificato in un uomo di 62 anni affetto da malattia renale allo stadio terminale. Anche in questo caso il paziente è morto dopo due mesi. 

«Sono considerate terapie salvavita che bypassano anche un certo tipo di sperimentazioni e sono viste come la soluzione del futuro: c’è un gap enorme tra numero di donatori e riceventi, decine di migliaia di persone muoiono aspettando un organo. Ma sono parecchi i problemi da risolvere a partire dal rigetto», continua Paola. 

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Gli organi dei maiali, rispetto a tutti gli altri animali, hanno maggiore compatibilità con quelli umani

L’applicazione di xenotrapianto solleva anche questioni relative all’autonomia individuale e alla possibilità di danni alla società e all’ambiente. C’è infatti il rischio, da parte del ricevente, di contrarre infezioni da retrovirus endogeni suini che potrebbero rappresentare un problema di salute pubblica trasmettendoli a chi gli sta accanto. I rischi e i benefici per il ricevente, data la complessità della situazione, sono ancora sconosciuti.

Senza contare l’aspetto che riguarda la condizione di questi animali. I maiali, pur essendo già allevati a scopo alimentare – motivo per il quale mancano vincoli etici –, devono essere trattati adeguatamente. Come si legge nello studio Bioetica e xenotrapianto dal maiale all’uomo, il confinamento, l’isolamento sociale – per evitare infezioni – e le procedure ripetute come i prelievi di sangue, che fanno parte del protocollo per la produzione di questi animali, violano le linee guida per la cura e l’uso degli animali da laboratorio e meritano una discussione e un dibattito pubblico aperto.

«Mi sono sempre chiesta dove sta la volontà di contribuire a una società in salute e consapevole, che tenga conto di una prevenzione anche a partire dall’alimentazione. Per il sistema, la salute è intesa solo come assenza di malattie, non considera la persona in una visione olistica e globale. È anche per questo che mi occupo di un progetto che riguarda le politiche pubbliche a sostegno dell’alimentazione vegetale. Sono sempre stata convinta che il benessere è la diretta conseguenza di ciò che mangiamo, dell’ambiente in cui viviamo, delle persone di cui ci circondiamo, del lavoro che facciamo, delle parole che usiamo e del nostro equilibrio interiore», continua Paola.

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Tra le tante attività, Paola è impegnata in un progetto che riguarda le politiche pubbliche a sostegno dell’alimentazione vegetale

Quello di Paola Sobbrio è un impegno senza sosta, che l’ha vista dedicarsi anche nella traduzione del libro di Melanie Joy, Perché amiamo i cani, mangiamo i maiali e indossiamo le mucche, secondo la quale “reagiamo ai diversi tipi di carne perché percepiamo diversamente gli animali da cui essa deriva. In modo inconsapevole abbiamo aderito al carnismo, l’ideologia violenta che ci permette di mangiare la carne solo perché le cose stanno così”.

Ha anche tradotto il libro La cosa migliore che tu puoi fare di Peter Singer sul movimento dell’altruismo efficace con le testimonianze di persone che con il loro esempio hanno confermato che donare denaro, tempo e parti del proprio corpo è il meglio che si può fare per gli altri e per se stessi e che quindi dare è equivalente a ricevere. In quest’ottica nessuno si impoverisce e tutti si arricchiscono. Per poi arrivare al “suo” libro, scritto insieme a Michela Pettorali, “Gli animali da produzione alimentare come esseri senzienti. Considerazioni giuridiche e veterinarie”. 

«Le normative sul benessere animale sono fortemente condizionate da una prospettiva antropocentrica e vedono coinvolti una molteplicità di attori: le istituzioni, i produttori, i cittadini, i consumatori e i consum-attori del cambiamento che attuano attraverso le scelte alimentari», sottolinea Paola. «L’animale oggetto delle normative sulla “protezione” e il “benessere” non ha per le stesse un valore intrinseco, ma un valore in relazione a ciò per cui serve, quindi, è importante solo se ha un’utilità. Questa espressione nasce in seguito all’epidemia della mucca pazza. Si parla di benessere dell’animale in riferimento alla provenienza di un prodotto sano e quindi a un benessere fisico, non psicologico o da un punto di vista etologico dell’animale». 

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Nonostante sia aumentato il numero di vegetariani e vegani, sono ancora tante le persone che preferiscono un’alimentazione di origine animale

Secondo Paola Sobbrio, rispetto al passato il numero dei vegetariani e vegani è aumentato, ma sono ancora poche le persone che vogliono rinunciare a questi alimenti. Già il tema della sofferenza animale dovrebbe bastare a stimolare le coscienze. «Se persone sensibili a determinate tematiche continuano a rimanere insensibili alla sorte di miliardi di animali vuol dire che c’è ancora tanto da fare».

«La direttiva europea sugli animali di allevamento è del 1998, da allora sono stati fatti passi avanti dal punto di vista scientifico nell’ambito del rispetto, di come trattare gli animali, ma la legislazione è completamente ferma. Ho capito di aver ricevuto un dono e che questo avrebbe significato portarlo nel mondo e nella mia vita professionale, il mio lavoro è infatti su più fronti che si integrano tra loro nella mia visione. È faticoso ma non potrei fare diversamente», conclude Paola.

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