Overtourism: ecco alcune azioni per tutelare sia comunità locali che turisti
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La riflessione dell’Associazione Italiana Turismo Responsabile sull’overtourism presentata con il Position Paper – qui potete trovare la versione integrale – si è concentrata su alcuni aspetti di natura etica e sociale, dando ormai per acquisita la conoscenza del fenomeno in tutti i suoi gravi aspetti di impatto sulla vita delle comunità locali e preso atto della vasta e legittima protesta che si è manifestata in modo vigoroso e talvolta anche creativo in tante località.
Per affrontare in modo costruttivo il problema, AITR ha tenuto conto di alcuni aspetti di grande rilevanza. Gli interessi della comunità locale vanno messi a confronto con gli interessi dei turisti, che percepiscono il viaggio e la vacanza come un diritto al cui interno ci stanno anche le scelte del dove, quando e come. E vanno messi a confronto anche con gli interessi di chi opera nel turismo, ci lavora, ci ha investito, ne trae un beneficio economico.
Si tratta, come è evidente, di tre interessi che non coincidono e che possono trovarsi in contrasto fra di loro, soprattutto quando si mette mano alle azioni per mitigare l’overtourism. Nella posizione di AITR si sono indicate diverse possibili azioni, premettendo che tali azioni vanno adottate in forma prudenzialmente sperimentale, con il conseguente impegno a compiere verifiche dell’efficacia a distanza di tempo e premettendo anche che le azioni sono talvolta possibili o utili in certi contesti ma non in altri.
Ogni destinazione turistica deve compiere scelte che tengano conto di tanti aspetti, dalla rilevanza dell’economia turistica nei loro territori alla possibilità effettiva di controllare e gestire i flussi. E sicuramente, sul piano metodologico, per contrastare il rischio di overtourism sarebbe opportuno adottare politiche di ascolto della popolazione, per raccogliere informazioni sulle criticità, nonché ascoltare idee e proposte.
Un’altra preoccupazione che AITR ha espresso riguarda le azioni che, per ridurre i flussi, puntano sull’aumento dei costi, come ad esempio imposte di soggiorno, biglietto di ingresso nelle città e in altri luoghi, tasse di sbarco, privilegio dell’ospitalità alberghiera rispetto alla ospitalità nei B&B e case per vacanza e così via. L’associazione non condivide politiche che producano selezione dei turisti sulla base della capacità di spesa, sul censo: ci pare socialmente non accettabile.
Dunque le proposte riguardano la politiche di promozione turistica che devono essere mirate alle basse stagioni e a luoghi meno conosciuti e meno frequentati ancorché di pregio, all’organizzazione di eventi in stagioni diverse dall’alta, alla realizzazione di nuovi attrattori in luoghi diversi da quelli maggiormente frequentati, al sostegno al commercio di prodotti tradizionali per contrastare la banalizzazione. Ma anche iniziative di informazione e di educazione rivolte ai turisti per affermare comportamenti corretti e rispettosi; pratiche di prenotazione online per le visite ai siti – musei, aree archeologiche, chiese, castelli – in modo da garantire le visite ed evitare le code o addirittura il diniego alla visita.
In particolare AITR sostiene che le risorse finanziarie generate dal turismo, in particolare il gettito derivante dall’imposta di soggiorno, siano utilizzate per azioni che vadano a vantaggio sia della comunità locale che dei turisti, cioè che contribuiscano al miglioramento della vita degli abitanti e del soggiorno dei turisti: verde pubblico, arredo urbano, piste ciclabili, aree pedonali, impianti sportivi, iniziative culturali, superamento delle barriere architettoniche per le persone con disabilità, mobilità urbana, parcheggi e altro. Con queste misure non si incide sulla mitigazione del fenomeno bensì sulla compensazione e sull’adattamento. In altre parole, si dimostra a tutti i cittadini che se da un lato il turismo produce disagi, dall’altro consente miglioramenti di cui tutti potranno beneficiare.
Tutto questo basterà? Forse no, forse dovranno essere adottate misure più incisive. Però un dato è certo: i flussi turistici sono destinati ad aumentare man mano che decine di milioni di persone in tanti paesi emergenti acquisiranno le disponibilità economiche adeguate, accompagnate dal legittimo desiderio di viaggiare. Ma teniamo anche presente che a fronte di qualche decina di località e di destinazioni che in Italia soffrono di overtourism, ci sono centinaia – se non migliaia – di Comuni, soprattutto in aree interne, di media montagna, rurali, che desiderano ricevere più turisti. Dunque, ci sarebbero alcune condizioni per trovare delle soluzioni.
Martedì 1° ottobre a Milano si terrà il convegno “Overtourism: dalla protesta alla proposta“.
Leggi anche la proposta di AITR per contrastare l’overtourism nei borghi italiani.
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