Vi capita di dormire poco per il troppo caldo? La colpa è dei cambiamenti climatici
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Il cambiamento climatico sta provocando un pericoloso aumento di temperature notturne in tutto il mondo. È questo il titolo di un’analisi pubblicata dal gruppo Climate Central con l’obiettivo di valutare la diffusione e la gravità di uno dei classici problemi estivi – dormire poco per il caldo eccessivo – e capire in che modo il riscaldamento globale di origine antropica influisce su di esso.
Lo studio di Climate Central – un gruppo di scienziati e comunicatori indipendenti che attraverso i dati scientifici spiegano i cambiamenti climatici al grande pubblico e ai decision makers – è stato ripreso in Italia anche da ISDE, l’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente, che sottolinea come “il cambiamento climatico risultante dal consumo di carbone, gas e petrolio stia determinando temperature notturne sempre più alte per miliardi di persone in tutto il mondo e vari esperti avvertono di gravi effetti sulla salute pubblica a causa delle notti torride e della mancanza di sonno“.
DORMIRE POCO A CAUSA DEL CALDO FA MALE
Uno dei tre risultati chiave dello studio è che le temperature notturne troppo elevate sono dannose per l’organismo. Quali sono dunque i danni che provoca dormire poco e male, rigirarsi senza tregua sul letto umido durante le notti di grande calura estiva? Le alte temperature – indicativamente sopra i 25°C – impediscono al corpo di riprendersi dal calore accumulato durante il giorno aumentando così il rischio di malattia o addirittura di mortalità. Inoltre c’è il problema del dormire poco: un sonno breve e di cattiva qualità provoca un ampio spettro di conseguenze negative sulla salute fisica e mentale, sulle funzioni cognitive e sull’aspettativa di vita.
Come fa notare ISDE, “il caldo notturno ha un impatto sproporzionato su gruppi più vulnerabili – neonati, anziani e donne incinte. Gli effetti di alte temperature notturne inoltre variano da un paese del mondo all’altro e all’interno di ciascun paese – le popolazioni a reddito più basso sono colpite in modo sproporzionato, in parte a causa delle differenze nella qualità delle abitazioni e nella possibilità di climatizzazione. Gli effetti del caldo notturno possono essere aggravati ancora di più nelle città a causa del fenomeno isola di calore, che può comportare temperature notevolmente superiori nelle aree urbane rispetto alle zone periferiche e rurali circostanti”.
QUALCHE DATO
La ricerca di Climate Central ha calcolato il numero di giorni in cui durante le ore notturne le temperature hanno superato i 18°C, 20°C e i 25°C. Per farlo, gli autori dello studio si sono serviti del Climate Shift Index, uno strumento interattivo che calcola l’aumento delle temperature verosimilmente imputabile ai cambiamenti climatici. Lo potete provare qui: in Italia le aree in cui la situazione è più preoccupante sono quelle del Triveneto e delle coste tirreniche, in particolare in Toscana, Lazio, Campania, Sicilia e Sardegna.
A livello globale, i numeri fanno suonare un campanello d’allarme. Lo studio ha rilevato che il cambiamento climatico ha costretto 2,4 miliardi di persone a trascorrere ogni anno due settimane in più – che quindi si vanno a sommare ai giorni di grande caldo provocati in maniera naturale dal clima delle regioni in cui vivono – a temperature notturne superiori ai 25°C, che come abbiamo visto possono provocare seri danni all’organismo.
CHE FARE?
Dormire poco è deleterio e può essere molto pericoloso per la salute. In alcuni approfondimenti inseriti nel nostro speciale sull’abitare ecologico e sostenibile abbiamo parlato di come migliorare il comfort interno delle nostre case e questo sicuramente è un aspetto che potrebbe incidere positivamente. Ma il problema, inutile dirlo, ha una portata molto maggiore. Quanto? Un’idea realistica ce la forniscono le dichiarazioni di due addette ai lavori.
“Poiché il 2024 probabilmente sarà l’anno più caldo mai registrato, non è mai stato così cruciale cessare di utilizzare combustibili fossili come il petrolio, il carbone e il gas e proteggere i boschi per prevenire ulteriori aumenti delle temperature globali”, sostiene la ricercatrice Michelle Young, mentre Lisa Patel, pediatra, sottolinea come “l’analisi condotta da Climate Central evidenzi che la crisi climatica è anche una crisi della salute pubblica, che ha conseguenze mortali. Il mondo si sta riscaldando ancora più velocemente di notte che durante il giorno e il nostro fisico non riesce a tenere il passo”.
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