Un blog dal mondo del lavoro per fare informazione libera, indipendente e copyleft
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Pisa, Toscana - «Oggi è indispensabile ricostruire una cassetta degli attrezzi aggiornata che unisca la critica al pensiero della sinistra neoliberale a una opposizione contro i dettami di Maastricht, fino a analizzare lo smantellamento del welfare per restituire linfa vitale ai precetti neoliberisti dello stato leggero e della centralità del mercato e delle spese belliche e militari». Esordisce così Federico Giusti, fra gli animatori del blog di lavoratori e delegati sindacali di Pisa.
Un progetto prima di tutto d’informazione che nasce per raccogliere e diffondere le istanze e le richieste e problematiche provenienti dal mondo del lavoro, anche a livello nazionale e internazionale. Ma non solo. Nello specifico, per fare informazione collegata all’attualità e approfondimenti di un passato più o meno recente, con prospettive orientate verso il futuro prossimo.
Come nasce il blog delegati e lavoratori indipendenti?
Nasce per due bisogni reali: anzitutto per costruire informazione a partire dai luoghi di lavoro e dopo avere preso atto della inadeguatezza dei siti sindacali, che sovente non offrono spazi adeguati agli approfondimenti – la stessa considerazione vale per alcune testate divenute organo di organizzazioni politiche. Inoltre, il blog si avvicina ai grandi temi geostrategici e della politica internazionale.
Quali sono i vostri obiettivi e quali risultati vi ponete?
Volevamo un blog autoprodotto, magari anche un po’ rozzo, ma senza spendere un euro dei soldi raccolti con le sottoscrizioni e le deleghe sindacali che devono essere indirizzati a scopi proficui, un blog per offrire spazio alle lotte in corso, anche quelle intraprese da soggetti sindacali diversi dal nostro. Ovviamente con lo sguardo rivolto agli scenari attuali e contro le guerre in atto nel mondo.
Come avete scelto il nome?
Il nome è nato per caso partendo tuttavia da due principi per noi basilari: dall’indipendenza del sindacato da organizzazioni politiche, più o meno grandi, e dalla necessità di rimettere al centro il lavoro e le soggettività che lo caratterizzano dopo i processi di ristrutturazione avviati sul finire degli anni Settanta, con le lotte per liberare i popoli oppressi dall’imperialismo statunitense.
Noi siamo lontani dalla narrazione guerresca mainstream e dall’ortodossia bellicista e comunicativa dei media. Molti articoli non hanno autore anche se a scriverli poi resta un gruppo ristretto, per noi chiunque li condivida è libero di riprenderli anche senza menzionarne la fonte, nel caso di articoli a firma individuale è un altro discorso.
Parlaci della vostra collaborazione con il mondo della radio.
Da quasi due anni collaboriamo attivamente con Radio Grad, con molti interventi su due rubriche settimanali in particolari: Il Megafono e Cub informa, rubriche frutto del lavoro di ricerca realizzato dal blog. Pensiamo che tra scritto e parlato si possa realizzare il giusto mix per costruire informazione e coscienza diffuse, per fornire strumenti utili ad aprire vertenze conflittuali e acquisire un punto di vista critico su innumerevoli questioni anche di geopolitica internazionale.
Oltre a questo volete dare vita anche a un centro studi con la collaborazione di ricercatori sociali?
In queste settimane dovrebbe prendere corpo l’idea nata con Stefano Macera ed Emiliano Gentili, due ricercatori sociali con i quali si collabora proficuamente da oltre un anno. Abbiamo dato vita a un centro studi aperto per discutere di alcuni argomenti senza dipendere da qualche realtà politica o sigla sindacale, ci mettiamo a disposizione invece delle realtà sindacali e sociali di base per approfondire i temi del lavoro e le più svariate argomentazioni politiche e inerenti le molteplici realtà sociali.
Quali sono i numeri del blog?
Quotidianamente abbiamo circa 500 visualizzazioni. Sono poche al confronto di altri siti, ma se pensiamo al carattere volontario dei contributi, al fatto che gli animatori del blog hanno altri impegni prioritari, a un prodotto realizzato a costo zero, il risultato è sicuramente positivo. E ultimamente, con il contributo di altri volontari e giornalisti, ci stiamo ampliando. Ci legge chi naviga su facebook, militanti sindacali e politici, ma anche semplici cittadini, lavoratori e lavoratrici che sui motori di ricerca si imbattono in qualche articolo del blog e iniziano a visualizzare ogni giorno dei pezzi magari diffondendoli via social.
Avete una tipologia di lettori solo militanti o di altro tipo?
Non pensiamo di avere una tipologia di lettori solo militanti, prova ne siano anche gli apprezzamenti per articoli scritti da singoli e che trattano argomenti non spendibili nell’immediato per qualche vertenza sociale. Tenete conto che abbiamo pubblicato anche pezzi già editi su altri siti dopo averli letti e apprezzati. Non siamo mai stati amici del copyright trovandolo ostacolo per la libera discussione e circolazione delle idee sui contesti più caldi di lotte e ideali per la pace nel mondo.
Voi pensate di essere un sito autosufficiente?
Dovremmo prendere atto che non esiste un sito autosufficiente. Chi pensa di esserlo ha talvolta trasformato la controinformazione in fonte di reddito, noi vorremmo anche aprirci ad altre collaborazioni senza la pretesa di essere la sola fonte rivoluzionaria oggi esistente. Ci fa un po’ ridere l’idea di chi pensa di potere competere con i grandi media, il nostro compito è ben diverso.
E così visioniamo, valutiamo e constatiamo un maggior numero di visite generali sul blog riguardanti ampie argomentazioni scottanti sui temi più caldi della geopolitica internazionale che ripercorrono le fasi politiche più salienti per giungere all’analisi e all’argomentazione di eventuali accordi di pace tra le controparti in conflitto armato che sussistono attualmente nel nostro pianeta.
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