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Partire, tornare, non programmare, avere sempre tutto quello che serve con sé. Vivere esperienze e scoprire luoghi nuovi non richiede molto, è solo questione di approccio alla vita. È con questa filosofia che Emmanuele Gennari, fondatore di Onderod, con cui da tempo organizziamo corsi residenziali di camperizzazione, ha rivoluzionato il concetto di vacanze in camper e, più in generale, di viaggio su quattro ruote.
Onderod è un progetto nato dalla passione per i viaggi e dalla sua volontà di abbattere le barriere che spesso impediscono alle persone di viverne pienamente l’esperienza. «Alla fine è sempre un furgone!», afferma Gennari. «Il furgone è la base, il mezzo appunto, il suo allestimento è semplice equipaggiamento, come le cose che mettiamo in tasca prima di uscire. Una volta chiusa la porta alle nostre spalle, la giornata ce la lavoriamo con quello che abbiamo portato con noi».
Onderod crea soluzioni su misura che non solo ottimizzano gli spazi, ma li rendono anche funzionali e accoglienti per tutti i viaggiatori. Per comprendere meglio il lavoro di Onderod abbiamo intervistato Emmanuele per approfondire con lui in particolare un aspetto che tuttora rimane sempre un po’ nascosto: l’accessibilità anche a persone con mobilità ridotta.
Con Onderod hai mai pensato di approcciarti ala camperizzazione accessibile?
Sì, mi è capitato di pensare alla camperizzazione accessibile, un po’ perché nel tempo mi è stato chiesto più volte di sviluppare progetti specifici e un po’ perché avendo una figlia con disabilità, a volte ho pensato a come superare alcune difficoltà di gestione dello spazio
Quali sono le principali differenze rispetto alla camperizzazione tradizionale?
Le differenze sono importanti, perché gli impianti di un allestimento completo in un furgone occupano gran parte dello spazio e dover lasciare posto libero o diversamente distribuito rispetto alle disposizioni classiche diventa molto impegnativo quando ce n’è poco . E poi sicuramente la parte più complessa sono sicuramente i sistemi di salita e discesa, sistemi meccanici ingombranti e anche costosi.
Quali modifiche e adattamenti vengono tipicamente realizzati in un camper per renderlo accessibile?
Parlando di camper o di furgoni stiamo sicuramente trattando due oggetti molto diversi. Il camper comunemente inteso ha molto più spazio di un van e ha forme più razionali. Le modifiche strutturali necessarie, e qui mi ripeto, sono sicuramente nelle aperture e nei sistemi di salita. Dopodiché la disposizione interna deve essere studiata sulle necessità di ogni singola persona
Quali sono le difficoltà più comuni che si incontrano nella progettazione di una camperizzazione accessibile?
Le difficoltà maggiori sono quelle di trovare il giusto equilibrio tra robustezza, peso delle attrezzature e spazio.
Quali tipi di disabilità vengono generalmente presi in considerazione?
Quelle che mi sono trovato ad affrontare io sono state per lo più disabilità motorie, ma anche in alcuni casi sono necessari adattamenti degli spazi più che altro in funzione degli accompagnatori di persone con disabilità cognitive.
Quali materiali e tecnologie vengono utilizzati per garantire accessibilità e comfort?
Materiale e tecnologie sono per lo più automatismi elettromeccanici, ma come dicevo ogni caso è personale e non riesco a pensare ad un solo sistema
Quali sono i costi associati alla camperizzazione accessibile rispetto a una camperizzazione standard?
I costi per la camperizzazione accessibile in fin dei conti non sono più tanto superiori, si tratta forse di dover rinunciare ad alcune dotazioni non indispensabili in funzione di altre necessarie, ma solo per questioni di spazio.
Come sta evolvendo il mercato della camperizzazione? Ci sono novità particolari?
Non credo che esista un interesse per questo mercato. Io ci avevo pensato e vorrei sviluppare qualcosa in tal senso ma non ho idea della richiesta che potrei avere
Ci sono normative o standard specifici da seguire quando si realizza una camperizzazione accessibile?
Le normative della camperizzazione accessibile sono senz’altro complesse e controverse, come tutta la normativa in tema di allestimento dei veicoli. Sicuramente per ogni destinazione d’uso c’è la sua normativa.
Può condividere qualche storia di successo o esempio di persone che hanno beneficiato della camperizzazione accessibile?
Pochi mesi fa ho avuto il piacere di realizzare una radio mobile – Furgomytho dell’associazione Rasoterra – per Radio Rogna di Sarzana, un progetto che parte da un gruppo di ragazzi disabili e ho realizzato sistemi di accesso alle consolle nel rispetto delle disabilità
Quali sono i principali consigli che darebbe a chi sta pensando di rendere accessibile il proprio mezzo e vivere vacanze in camper realmente accessibili?
Si parte sempre dallo studio delle proprie esigenze e delle proprie necessità. Mi sento di consigliare sempre di approfondire questi aspetti e soprattutto i propri limiti, definiti questi si può progettare. E capire bene le finalità del progetto. La cosa peggiore è sempre quella di aver realizzato una cosa “figa” ma che non risponde alle proprie esigenze.
Quali sono le caratteristiche essenziali che non dovrebbero mai mancare in un van o camper accessibile?
Lo spirito deve essere quello di vivere all’ aperto e non dentro una “scatola” quindi per me essenziale è sempre semplicità di entrata, ma soprattutto di uscita, e buone dotazioni per vivere al meglio l’esterno circostante.
Quanto è importante il feedback delle persone con disabilità nella progettazione di camper accessibili?
Direi essenziale. Chi non vive una disabilità non potrà mai capire fino in fondo un disagio o un aiuto di un accessorio o di un arredo ben studiato
Come vede il futuro della camperizzazione accessibile e sostenibile nei prossimi anni?
Il mondo della disabilità è molto vasto e ci vedo in questo una grande opportunità perché vi si approccia, perché inevitabilmente si deve considerare ogni persona come unica… Che poi è quello che si dovrebbe fare sempre, quindi è facile generalizzare quando si è distanti, è impossibile non relazionarsi alla persona e non alla disabilità quando e se ci si avvicina, o coinvolge, per davvero.
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