26 Ago 2024

Mi girano le ruote: quando l’inclusione corre su quattro ruote e non solo…

Mi girano... le ruote! A chi dice e non fa, a chi si lamenta e non agisce, rispondiamo con una sgommata in carrozzina. Abbiamo parlato con Vitina Maiorello della sua associazione Mi girano le ruote e delle attività che svolge per includere e sensibilizzare, con particolare attenzione verso persone che spesso vengono relegate ai margini della società, come chi è in carcere o chi ha una disabilità.

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Salerno, Campania - Il mio primo vero contatto con la disabilità l’ho avuto all’età di otto anni: ero in terza elementare e nella mia classe, ad anno scolastico iniziato, subentrò una bambina. Aveva il caschetto nero corvino e gli occhi profondi come un pozzo ed era una bimba con disabilità. Mai dimenticherò i suoi occhi spaesati alla vista di una nuova classe, di nuovi insegnanti e di nuovi compagni.


Ho conosciuto Vitina Maiorello – presidente dell’associazione Mi girano le ruote – un po’ per caso, come per tutti gli incontri importanti della mia vita. Vitina è una persona disabile, eppure la sua disabilità non ha mai ostacolato il suo desiderio di “fare”, anzi è in essa che ha trovato la spinta, insieme a un gruppo di persone, per fondare il 28 aprile 2014 a Campagna, in provincia di Salerno, l’associazione Mi girano le ruote, «per sensibilizzare le comunità locali ad abbattere le barriere architettoniche e mentali permettendo una piena inclusione sociale e culturale di ogni persona».

mi girano le ruote
MI GIRANO LE… RUOTE

Quelli di Mi girano le ruote sono stati dieci anni di lotta, così come già si presagisce dal loro logo, che indica in un triangolo di pericolo un uomo in carrozzina che rincorre un uomo in corsa. «Ci siamo ripromessi di lottare contro tutti coloro i quali non rispettano la dignità altrui. Nata con l’obiettivo di far capire ai bipedi quanto possa essere buffo il mondo visto da una carrozzina, soprattutto se questa ti rincorre e tu fai di tutto per evitarla», l’associazione negli anni è divenuta punto di riferimento non solo per chi ha disabilità motorie, ma per tutti coloro i quali, per un motivo o per un altro, sono emarginati dalla società.

«Il nostro obiettivo è quello di essere luogo di presidio, tutela e monitoraggio delle esigenze di tutti: bambini, ragazzi, uomini, donne e anziani. Siamo convinti che insieme si può e si deve diventare fautori di cambiamento». Fatti e non parole quindi: l’associazione Mi girano le ruote osa e fa in modo che tante altre persone facciano, «affinché le ruote non smettano mai di girare e rappresentino quel futuro di un libro ancora da scrivere». Impegnati su molti fronti, si occupano di accessibilità a 360°: sociale, economica, ma soprattutto umana.

mi girano le ruote

Spesso coloro i quali sono fondatori o attori di realtà del genere non conoscono a pieno quali sono le difficoltà che quotidianamente una persona con disabilità vive; ma Mi girano le ruote ha una marcia in più. «Forse non potremo realizzare i nostri “sogni”, ma ci stiamo provando. Il nostro paese, ma non solo, chiede di essere vissuto e con ogni singolo cittadino ci siamo noi. Ci impegniamo a chiedere alle istituzioni, a dare voce e forza a chi voce e forza non ne ha».

È questo il motto dell’associazione, ma anche il suo pensiero guida: «Il fulcro della nostra associazione è la persona, con i suoi bisogni e i suoi desideri». I soci di Mi girano le ruote volteggiano, cambiano direzione, ma non si fermano mai, proseguono sempre, “senza fretta, ma senza sosta”. Altalene per bambini, passerelle per arrivare alla battigia o in acqua, noleggio di sedie a rotelle, serate di solidarietà, eventi teatrali e un quotidiano per l’ICATT di Eboli sono solo alcune delle attività portate avanti.

il progetto finanziato dall’Associazione si è posto fin dal principio come obiettivo il fine ultimo di aiutare “a voltare pagina, anzi a scriverne una nuova”

TEATRO? ALL’ICATT DI EBOLI SI PUÒ

Cos’è l’ICATT e cosa c’entra con un’associazione di promozione sociale? L’ICATT di Eboli è un Istituto penitenziario a custodia attenuata per il trattamento dei tossicodipendenti; all’interno di esso e con la collaborazione di altre associazioni del territorio, nel corso degli anni si è dato inizio a un percorso senza data di fine per offrire ai detenuti una crescita culturale nel contesto sociale attraverso attività artistiche. «Il teatro è l’arte del movimento, in quanto riflette simbolicamente la vita: cambia continuamente sé stesso, le forme e i modi dell’agire».

In un ambiente tradizionalmente associato alla non azione e al non tempo, il teatro porta parole e vita. La sinergia con la cooperativa culturale La cantina delle Arti è stata di rilevante importanza: l’attore Enzo D’Arco ha accompagnato i suoi allievi in un percorso di conoscenza di sé e del prossimo. Il teatro in carcere è molto più di una semplice attività ricreativa: è e rappresenta per i detenuti uno strumento per istituire un riscatto sociale.

mi girano le ruote

Offre a tutti la possibilità di esprimersi riflettendo sulle proprie scelte e sognando di poter costruire nuove prospettive di vita; la socializzazione e l’integrazione tra i detenuti e la comunità esterna favorisce una riduzione delle tensioni all’interno di queste quattro mura con le sbarre. Il palcoscenico diviene l’unico spazio di libertà dove tutti possono essere autenticamente attori e fautori di una realtà diversa dalla quotidianità.

DIVERSAMENTE… LIBERI

Da febbraio 2016 l’associazione Mi girano le ruote è promotrice e realizzatrice di un periodico a cadenza bimestrale la cui denominazione è Diversamente liberi. Diversamente liberi perché i giornalisti che scrivono su questa rivista sono i detenuti dell’ICATT; il progetto finanziato dall’associazione infatti si è posto fin dal principio come obiettivo il fine ultimo di aiutare “a voltare pagina, anzi a scriverne una nuova”.

mi girano le ruote

Il giornale redatto e confezionato dietro le sbarre è la scommessa per antonomasia: «La rieducazione dei detenuti è un argomento che scotta, soprattutto in uno stato come l’Italia, ma noi di Mi girano le ruote crediamo che sia possibile rieducare attraverso la libertà di espressione, insegnando a chi scrive a rispettare le regole, anche quelle imposte dalla scrittura e dalla comunicazione». Le pubblicazioni non si limitano a trattare le problematiche della detenzione: si leggono storie di vita, esperienze personali e percorsi di reintegrazione sociale; attraverso articoli e rubriche il giornale affronta argomenti di attualità, di diritti umani e di cultura.

È un importante strumento di espressione e partecipazione per chi vive in condizioni di reclusione: Vitina ha festeggiato con noi «l’importante traguardo di un detenuto che attraverso la pratica presso il giornale ha ottenuto il tesserino da giornalista pubblicista presso l’ordine dei giornalisti della Campania». Trovare qualcuno che crede in noi è altamente complesso, ma non per Vitina e la sua Mi girano le ruote, che hanno deciso di credere nel dono dell’ascolto e del tendere la mano.

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