5 Ago 2024

Le intercettazioni choc del rettore Mariotti: i sequestratori di Farouk Kassam “amici con la A maiuscola”

Scritto da: Indip

I sequestratori di Farouk Kassam e di Esteranne Ricca? Difficile a credersi, ma per il rettore dell’Università di Sassari Gavino Mariotti, sono «amici con la A maiuscola». E «uomini veri, non quaraquaquà», da presentare perfino all'allora presidente della Regione Christian Solinas durante uno spuntino, poi probabilmente sfumato. L'incredibile vicenda, documentata da un'intercettazione telefonica effettuata dai carabinieri, emerge dagli oltre 56mila file che Indip ha potuto visionare e che raccontano l'attività investigativa della polizia giudiziaria nell'ambito dell'inchiesta Monte Nuovo.

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“Le amicizie non si scelgono per caso, ma secondo le passioni che ci dominano”, ha scritto Alberto Moravia, autore di romanzi capolavoro come Gli indifferenti, La noia e Il conformista. Chissà cos’ha ispirato il famoso scrittore romano, viene da chiedersi. Gavino Mariotti, rettore dell’Università di Sassari dalla robusta cultura umanistica, avrebbe sicuramente la risposta. Se non altro perché la massima sembra attagliarsi perfettamente alla conversazione che il Magnifico intrattiene il 3 settembre 2021 con l’amico Tonino Crissantu, ex studente di Mariotti laureatosi in carcere nel 2015 ad Alghero, dov’era detenuto per il sequestro dell’imprenditore Ferruccio Checchi.

D’altra parte in fatto di amicizie Mariotti ha le idee chiarissime. Lo dimostrano le carte – finora inedite – dell’inchiesta Monte Nuovo, condotta dai PM della Procura di Cagliari Rossana Allieri e Emanuele Secci, con il supporto investigativo dei Ros, il Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri guidato dal tenente colonnello Giorgio Mazzoli. Si tratta dell’inchiesta che ha fatto emergere insospettabili contatti tra il mondo di sotto e i piani altissimi della società sarda, in cui il rettore e candidato del centrodestra a sindaco di Sassari risulta indagato per abuso d’ufficio e soprattutto associazione di stampo mafioso, insieme a Crissantu e a Nicolò Cossu, anch’egli condannato per il sequestro Checchi.

Mariotti
IL RISCHIO DEL RICATTO

I rapporti del Magnifico con “un certo mondo” – con una particolare predilezione per ex sequestratori – non si risolvono esclusivamente con gli orgolesi Cossu e Crissantu, tanto che quando Mariotti viene intercettato mentre organizza con l’ex allievo preferito l’ennesimo spuntino, chiede a quest’ultimo di invitare tassativamente due persone che possono “vantare” nel proprio curriculum criminale i sequestri del piccolo Farouk Kassam e della sedicenne Esteranne Ricca. In merito, contattato da Indip, il rettore ha preferito non rilasciare dichiarazioni. 

Va detto, a onor di cronaca, che sia Cossu che Crissantu – come gli altri ex sequestratori di cui tra poco diremo – al tempo avevano scontato il loro debito con la giustizia, eppure c’è sempre un tema di opportunità quando esponenti istituzionali di primo piano come Mariotti coltivano rapporti stretti e privati con persone dal curriculum criminale ben noto. 

Il rischio, in altre parole, è quello di esporsi al ricatto. Più che altro però Mariotti appare felice di soddisfare le richieste di Crissantu e altri pregiudicati, che si tratti di «agevolazioni al credito», in virtù del ruolo di consigliere d’amministrazione del Banco di Sardegna, o «accesso agevolato alle cure sanitarie», scrivono gli inquirenti. In cambio – questa la tesi – Mariotti avrebbe beneficiato del sostegno della banda e di Cossu in particolare per la sua elezione a rettore nel novembre 2020. Si tratta di vicende che riporteremo in maniera approfondita nelle prossime puntate.

In merito ai rapporti che il rettore dell’Università di Sassari intrattiene con persone note da decenni alle forze dell’ordine e ai giudici dei tribunali

Tornando all’inchiesta, Mariotti è venuto a sapere di essere indagato lo scorso 15 maggio. E cioè quando la Procura di Cagliari ha notificato ai 34 indagati – dall’ex assessora regionale all’Agricoltura Gabriella Murgia al medico Tomaso Gerolamo Cocco, oltre a una lunga lista di pregiudicati – l’avviso di chiusura indagini. Ma poco importa, almeno ai fini delle elezioni comunali dell’8 e 9 giugno. Mariotti [ex candidato sindaco di Sassari con il centrodestra, ndr] ha infatti ricevuto l’invito dell’intera coalizione ad andare avanti e la campagna elettorale per Palazzo Ducale è proseguita come se niente fosse. Eccezion fatta per un costernato pianto che ha fatto il giro di web e tv.

GLI «UOMINI VERI» CHE SECONDO MARIOTTI NON POSSONO MANCARE

In merito ai rapporti che il rettore dell’Università di Sassari intrattiene con persone note da decenni alle forze dell’ordine e ai giudici dei tribunali, le carte in mano a Indip raccontano un quadro fosco, del quale fanno parte ad esempio anche gli spuntini che a partire dalla candidatura di Mariotti alla carica di rettore hanno fatto sì che parecchi docenti dell’ateneo turritano – in particolare titolari di cattedra in Agraria, Medicina e Giurisprudenza – condividessero la tavolata con pluripregiudicati come Cossu e Crissantu. Ne daremo conto nelle prossime puntate dell’inchiesta. 

Già gli episodi appena accennati dovrebbero lasciare sbalorditi. Poi, tra gli altri fatti raccontati negli oltre 56mila file che abbiamo potuto visionare, ci si imbatte in un colloquio telefonico tra il Magnifico e Tonino Crissantu, captato dagli inquirenti il 3 settembre 2021. I due discutono di uno spuntino da organizzare quanto prima a Orgosolo e, come ovvio in questi casi, di chi invitare al banchetto. 

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Monte Nuovo: politici, medici, accademici e pluripregiudicati. La fitta ragnatela del mondo di mezzo in salsa sarda

Solo «gli amici con la A maiuscola», puntualizza il rettore. Quindi fa i nomi: «Dobbiamo invitare Matteo Boe, il mio amico che sta in Toscana [di cui sveleremo l’identità poco sotto, ndr] […] e poi lo sai chi bisogna invitare, Toni’, che ci tengo, Ciriaco». Di chi si tratta? Di Ciriaco Baldassarre Marras, annotano gli inquirenti. Peraltro, a dare sostanza a quest’orientamento è una successiva intercettazione, registrata poche settimane dopo il colloquio tra Mariotti e Crissantu: è il 12 ottobre 2021 e l’orgolese chiama in effetti un certo Ciriaco. È Ciriaco Baldassarre Marras, per la precisione. Al quale chiede informazioni su Matteo Boe. Per gli inquirenti è la chiusura del cerchio. 

Si scopre così che nel pantheon del Magnifico trovano posto gli autori materiali del sequestro di Farouk Kassam, il bambino di 7 anni rapito a Porto Cervo nel 1992 e tenuto in ostaggio per quasi sei mesi su iniziativa dei lulesi Matteo Boe, Ciriaco Baldassarre Marras e Mario Asproni. Senza dubbio, uno tra i sequestri più sconvolgenti di sempre, vuoi per la giovane età della vittima, vuoi per il taglio dell’orecchio a cui Farouk era stato sottoposto dai sequestratori per dimostrare che fosse in vita. E che la banda faceva sul serio.

COSA ACCADDE NEL 1992

Ritornando ai tragici fatti del 1992, il pargolo fu “prelevato” nella villa dei genitori a Porto Cervo, in località Pantogia, il 15 gennaio 1992 e fu liberato in circostanze mai chiarite l’11 luglio dello stesso anno grazie all’intermediazione di Graziano Mesina. Si scoprì in seguito che Farouk trascorse la prigionia in una grotta a Montarbu, in agro di Lula. Uno dei momenti più toccanti registrati durante i sei mesi del sequestro avvenne il 19 aprile 1992. È Pasqua e a Orgosolo, nella chiesa di San Salvatore, in corso Repubblica, nel bel mezzo della celebrazione la mamma di Farouk, Marion Bleriot, conquista il pulpito e si avvicina al microfono. 

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Uno scatto del piccolo Farouk Kassam

«So che siete gente di gran cuore. Per amore della vostra bellissima terra, per amore di un bambino, a Dio e a tutte voi mamme della Sardegna, chiedo aiuto e sostegno…», dice. Tutti applaudirono e molte donne si avvicinarono a Bleriot per abbracciarla. Nei giorni successivi, in segno di solidarietà, tante famiglie esposero ai balconi e alle finestre un lenzuolo bianco. In sede processuale l’entità del riscatto non fu mai rivelata, ma il fotografo Antonello Zappadu – buon amico di Mesina e presente a Orgosolo nei giorni della liberazione – ha parlato di 5,3 miliardi di lire. 

“LA MOLLA”

Eppure, per Mariotti questa è la «gente seria», sono Boe e Marras, che si contrappongono ai «pagliacci, con cui non voglio stare». Lo fa presente a Crissantu in un’altra conversazione telefonica captata il 5 dicembre 2020. E per ribadire il concetto aggiunge: «Io sono qui a rompermi i coglioni con il presidente del consiglio [regionale, ndr], due assessori e un senatore… A me alla mia età e dopo tutto quello che ho visto a me piace stare con te e con Nicola [Cossu, ndr], a me piace stare con la gente seria, io con i pagliacci non ci voglio stare».

Ma qual è la molla che porta un docente universitario diventato poi rettore a essere così affascinato da un mondo che, almeno sulla carta, non potrebbe essere più distante dal suo? E non si parla di un divario tra universo accademico e ambiente agropastorale, quanto piuttosto tra rappresentanti delle istituzioni e pluripregiudicati per reati abominevoli e disumani. Una lettura è arrivata da un professionista che per alcuni anni ha avuto stretti rapporti con Mariotti e poche settimane fa è stato ascoltato dai PM Allieri e Secci.

Puoi continuare a leggere le inchieste su Monte Nuovo qua.

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