Festival della Gioia: creare comunità parlando di natura, ambiente ed educazione
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Padova, Veneto - Festa s. f. – manifestazione di comune esultanza e allegria.
Le parole, benché così piccole, spesso racchiudono tutto ciò che serve. Poco, pochissimo, tempo fa fare festa era qualcosa che aspettavamo e che non ci è stato permesso per quasi due anni. Ritrovarsi, stare insieme, sentire leggerezza e non paura, ridere, guardare gli altri con curiosità e abbandonare l’astio. Uscire da quattro pareti, chiacchierare, ballare, bersi una birra e sentire di stare bene, riconoscersi negli altri.
Stare nella socialità è una necessità profonda dell’essere umano e in quei due anni abbiamo visto e sentito l’effetto della privazione di questo bisogno primario. Ora l’estate trabocca di nuovo di eventi e io guardo spesso gli altri cercando di capire cosa è rimasto nella nostra memoria di quel periodo di isolamento, oltre alle case con giardino, alle case in montagna e all’aumento del numero dei camper in circolazione.
Siamo tornati alla vita di prima o qualcosa è cambiato? Come ci rapportiamo oggi agli altri? Al momento mi posso basare solo sulla mia percezione che mi dice che qualcosa, inevitabilmente, si è modificato. C’è stata la fatica della ripresa, ma anche una grande voglia di incontrare chi, come te, vuole vivere la vita in un certo modo. Si popolano quindi i momenti e i luoghi che aggregano comunità. Succede anche a me, nella mia città: le persone si stringono l’una all’altra per sostenersi e lo fanno con felicità perché pesantezza e isolamento non li vogliamo più.
Irene e Maila si conoscono infilando le mani nella terra, molto prima del Covid. Un orto piccolo, ma troppo grande solo per Irene che, sui social, lo apre alla condivisione. Risponde Maila e da quei semi matura nel tempo un’amicizia che sparge altri semi e fa crescere altri frutti. Hanno preso la forma di un’agenzia di comunicazione dall’evocativo nome di Frequenza Umana e di un festival, il Festival della Gioia che, dopo una lunga pausa dalla prima edizione nel 2019, quest’anno torna con un nuovo tema: Life is Light.
Quando le incontro, Irene e Maila sono l’emblema di quello che mi raccontano: sono gioiose, sorridenti, luminose e accoglienti. La loro voglia di fare festa e stare assieme è sincera, proprio come la loro voglia – attraverso il Festival della Gioia e non solo – di far incontrare le persone, di creare reti che produrranno altri frutti e altri incontri.
Non so quanti di voi abbiano mai provato a organizzare eventi: è una faticaccia che dura mesi, soprattutto se si è solo in due. Chiedo loro quindi cosa le ha spinte a replicare, perché organizzare un festival per certi versi è un po’ come partorire: non si dimentica la fatica, checché ne dicano i proverbi popolari.
E la risposta è quella che ogni madre sa, cioè tutto ciò che rimane oltre la fatica: la soddisfazione di vedere una forma prendere vita, sentire di aver lasciato qualcosa che ha germinato nelle persone, di aver lavorato per far crescere ciò che si erano premesse, ovvero gioia. A distanza di anni, ancora le persone le ringraziano per quei due giorni e scrivono mail per chiedere di aiutare, di essere parte di una nuova edizione, per entrare pienamente nella dimensione del Festival della Gioia.
A pochi passi da quel primo piccolo pezzetto di terra che le ha fatte incontrare, lungo un fiume di Padova, il 31 agosto e 1 settembre 2024 chi ama la leggerezza, la cura, la gioia, la luce e ha voglia di fare festa, ha un luogo per ritrovarsi: il Fenice Green Energy Park a Padova per il Festival della Gioia, un momento di incontro che parla di natura, di ambiente, di educazione, di crescita, di impatto sul mondo e di nuovi paradigmi lavorativi.
Il programma è incredibilmente ricco, pensato per far vivere alle persone esperienze che mostrino alternative virtuose, come quelle che racconta quotidianamente Italia che Cambia: si potranno conoscere modi diversi di essere azienda, di abitare la terra, di indagare il nostro mondo interiore, di confrontarsi con altri, di ragionare su metodi educativi alternativi, di ricevere massaggi a quattro mani, di sperimentarsi nella ceramica o nel respiro circolare.
Due giorni in cui togliere pesantezza dal cuore, alleggerire gli sguardi per tornare a brillare e guardare da un altro punto di vista le cose che ci stanno circondando. E se vedrete due ragazze sorridenti con una birra (a testa) in mano, saprete chi sono. Chiedete a loro, vi racconteranno con gioia. Il festival è completamente gratuito ed è sostenuto da aziende preziose: Case D’Erba, Dolomiti BioHemp, TooTech Group, Progetto QUID, Evolutamente, EverEnergy
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