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L’Italia è una paese meraviglioso e più che mai eterogeneo e offre infinite opportunità – alcune ve le abbiamo presentate qui – per persone che vogliono trascorrere la proprie vacanze in cammino. Ma c’è anche chi ama guardare oltre l’orizzonte delle Alpi e del Mediterraneo, spingendosi di là dei confini nazionali e ancora più lontano. Le possibilità di una vacanza trekking in Europa sono molteplici e andare alla ricerca dei luoghi migliori rischia di essere un’impresa ardua, oltre che eccessivamente personale. Ma certamente in un così vasto panorama di idee e possibilità, qualche spunto di riflessione si può mettere sul tavolo.
TREKKING EUROPEI, DAI CLASSICI ALLE SORPRESE
Si inizia dai grandi classici: chi non ha sognato di percorrere il Cammino di Santiago e arrivare a ricevere la mitica compostela, prima di affacciarsi verso le allora terre ignote dalla fine del mondo a Finisterre? Meno conosciuti, ma altrettanto affascinanti, sono il Westweg Trail, che attraversa la Foresta Nera fra Svizzera e Germania, o il trekking sulle orme di Braveheart, il West Highland Way in Scozia. O ancora il leggendario Kungsleden, il “Sentiero del Re”, che attraversa la Lapponia svedese, fra alci, volpi artiche e magari orsi bruni, con un po’ di fortuna.
Per chi ama le sfide, il G20 in Corsica – Grande Randonnée – è lì che aspetta solo il suo prossimo escursionista, per quello che viene descritto come uno dei trekking più impegnativi dell’intera Europa. E che dire della Via Dinarica, un cammino spettacolare fra Slovenia, Croazia, Serbia, Bosnia Erzegovina, Montenegro, Kosovo e Albania, che nel 2017 la prestigiosa rivista del National Geographic definì come “uno dei migliori trekking in Europa”?
Le continue ricerche di nuovi sentieri e nuove emozioni hanno portato gli appassionati del trekking a cercare sempre nuovi luoghi, anche al di fuori di quelli storici e più gettonati. E ogni occasione si è rivelata una possibilità per camminare verso mete che prima sembravano precluse. Si pensi al Caminito del Rey, in Andalusia, una volta considerato senza dubbio il sentiero più pericoloso del mondo, ma ormai messo in sicurezza e percorribile senza alcuna difficoltà anche dall’escursionista meno esperto.
E che dire dell’ascesa al Monte Ararat, in Turchia, sei giorni alla ricerca della leggendaria Arca di Noè – anche se nessun operatore è ancora in grado di garantire con certezza l’avvistamento della mitica reliquia? E ancora, i grandi trekking e mare nelle isole portoghesi dell’Oceano Atlantico, da Madeira alle Azzorre, le escursioni sui Monti Tatra, in Polonia, magari accompagnate da qualche giorno di visite culturali a Cracovia, ad Auschwitz e alle stupefacenti miniere di sale, per finire nell’estremo nord dell’Europa con il Laugavegur, da molti considerato il sentiero più bello dell’Islanda.
E IL RESTO DEL MONDO?
In questo immaginario volo pindarico che ha sorvolato l’Europa, perché non dispiegare le ali verso orizzonti lontani e ancora meno noti? È quindi il momento di partire e affrontare la ricerca dei trekking più affascinanti del mondo! La ricerca stessa sembrerebbe improponibile, troppe alternative, infinite possibilità. Per praticità si è scelto di citare solo uno o due trekking in ogni zona del mondo. Pochi, ma neanche decine di proposte sarebbero state sufficienti a coprire un’area tanto vasta. Quindi, nella certezza che qualcosa è meglio di niente, ecco le “nostre” migliori proposte escursionistiche sparse nei quattro continenti. Zaino in spalla, si parte!
SUDAMERICA
Non si può non iniziare questa rassegna se non con l’Inca Trail, lo spettacolare cammino attraverso le Ande di quattro giorni e tre notti verso la citta nascosta di Machu Picchu, abbarbicata a 2.400 metri di altezza, intorno alla quale volteggiano numerose leggende. Arrivarci è un po’ rinascere, oltre a fare un vero salto indietro nel tempo, nella terra del popolo precolombiano degli Incas. E per chi cerca qualcosa di più riservato, ecco la proposta adatta: Colombia, la Ciudad Perdida, cinque giorni di cammino per raggiungere l’antica Teyuna, città fondata 600 anni prima di Machu Picchu, meno conosciuta ma non per questo meno affascinante.
CENTRO E NORD AMERICA
Perché non includere nella nostra lista anche i trekking fra gli animali del continente latino americano? Una delle proposte più entusiasmanti in tal senso è in Costa Rica, nel Parco Corcovado, dove potremo camminare circondati da bradipi, scimmie, giaguari, tucani, oltre a svariate specie di uccelli, anfibi e rettili. Salendo qualche parallelo più a nord e sconfinando negli Stati Uniti, è impossibile pensare di non includere la discesa nel Grand Canyon, in Arizona, scegliendo uno dei vari sentieri che permettono, in non meno di due giorni, di bagnarsi nel fiume Colorado, il protagonista e autore di questa meraviglia naturalistica.
MEDIO ORIENTE
Anche se non è un continente a sé stante merita una sosta, quantomeno per parlare della seconda meraviglia del mondo moderno – la prima è la Grande Muraglia, in quanto i cinesi hanno votato in massa, e per la “povera” Giordania non c’è stato nulla da fare –: Petra, la città costruita nella sabbia dai Nabatei, rimasta celata ai nostri occhi fino al 1812, quando un esploratore svizzero, Johann Ludwig Burckhardt, ne svelò la presenza al mondo. Il trekking da Piccola Petra, avamposto commerciale, a Petra, con l’arrivo a El Khasneh, “Il Tesoro” di Petra, rientra fra le emozioni più potenti che la vista di un monumento possa evocare.
AFRICA
In un continente così vasto la scelta è veramente ardua: dai trekking nei grandi parchi, dal Kruger in Sudafrica al Masai Mara in Kenya e al Serengeti in Tanzania, circondati dagli animali della savana e quindi sempre tutelati dalla presenza di un ranger, fino ai trekking fra i lemuri e i camaleonti nei parchi del Madagascar, maturare una preferenza rasenta l’impossibile.
Tuttavia, con il compito di fare comunque una scelta, per l’unicità e la delicatezza dell’esperienza si potrebbe suggerire il trekking con i gorilla di montagna in Uganda. Raggiungere dopo ore di trekking nella giungla una famiglia di gorilla e osservarli per un’ora – non di più, non è permesso – nel loro ambiente naturale è un’esperienza naturalistica senza pari. Unica quindi, perché fattibile solo in Uganda, e in Ruanda o Congo in minima parte. Delicata, come l’abbiamo definita, perché con rispetto e in punta di piedi vanno visitati questi animali in grande pericolo: ormai rimasti in pochissimi esemplari e necessitano di essere tutelati e protetti con la massima attenzione.
Ma parlando di trekking in Africa non si può dimenticare l’ascesa esaltante verso il tetto del continente nero. La salita al Kilimangiaro, da fare in circa sei giorni per raggiungere la vetta a 5.895 metri e ridiscendere, non può non essere almeno citata, anche se chiaramente non è adatta a tutte le persone.
OCEANIA
Per quanto l’Australia non manchi di proporre tanti sentieri e cammini in territori spesso selvaggi – da Ayers Rock, Uluru in lingua indigena, al trekking della Baia dei Fuochi in Tasmania – come non farsi coinvolgere dalla Nuova Zelanda e da un trekking nella Terra degli Hobbit e del Signore degli Anelli? Dal Tongariro Alpine Crossing, dove si cammina circondati dai vulcani nelle terre sacre dei Maori, fino al Milford Track, una icona selvaggia dell’isola sud della Nuova Zelanda, percorso ogni anno da migliaia di persone, sarà quasi spontaneo sentirsi parte della Compagnia dell’Anello mentre si cammina per queste terre.
OCEANO INDIANO
Nessun errore: abbiamo scelto l’Oceano Indiano per parlare di trekking ed ecoturismo! La ragione è presto detta: nonostante siano conosciute soprattutto per le loro spiagge, alcune isole dell’Oceano Indiano rappresentano ormai una meta irrinunciabile per gli amanti dell’escursionismo. I trekking nella giungla delle Seychelles, alla ricerca di spiagge nascoste camminando fra le testuggini giganti, le attività nei parchi dell’isola di Mauritius, nella Terra dei Sette Colori, e i cammini nei luoghi sperduti delle Réunion, la regina degli amanti delle montagne sul mare, non hanno nulla da invidiare ai grandi trekking “di terra” e offrono la possibilità di unire bel mare, spiagge bianche e soprattutto una vita sottomarina unica nel suo genere.
ASIA
Ultimo, ma non in ordine di importanza, proprio perché rappresenta il degno finale di un ipotetico volo sul mondo del trekking, il continente asiatico. Cosa proporre in un continente che ha le montagne più alte del mondo, quando si parla di escursionismo? Tutto, verrebbe da dire. Ma come declinare questo tutto? Andando in Nepal, Pakistan e Cina, sulla catena dell’Himalaya, che non ha bisogno di presentazioni. Tralasciando le grandi ascese sull’Everest, sul K2 o sul Nanga Parbat, in Pakistan, la cosiddetta “montagna killer”, in quanto non adatta agli escursionisti amatoriali, vi sono tuttavia molte possibilità per vedere queste montagne senza arrivare a ottomila metri.
Salire al campo base dell’Everest, situato a 5.364 metri di altezza, richiede allenamento ma si può fare senza essere degli scalatori professionisti, così come arrivare alle terrazze affacciate sul massiccio dell’Annapurna è considerato un obiettivo raggiungibile da molti. E se proprio non si riesce a salire verso le montagne dell’Himalaya, allora dal K2, al confine fra Pakistan e Cina, basta effettuare una deviazione in direzione Pechino per intraprendere un comodo trekking lungo la Grande Muraglia cinese, che pur non essendo una montagna è comunque, e non è poco, la prima meraviglia del mondo moderno.
Che questo articolo vi abbia dato idee o meno, che vi abbia fatto venire voglia di partire o meno, iniziate intanto a camminare mentre ci pensate perché, come ha detto il grande filosofo Friedrich Nietzsche: “Tutti i più grandi pensieri sono concepiti mentre si cammina”.
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