28 Ago 2024

L’asilo Tana del Bosco: educazione all’aperto per crescere a contatto con il territorio e la comunità

Scritto da: Sara Brughitta

Nel cuore del parco Zinnuri a Bauladu, in provincia di Oristano, si trova la Tana del Bosco, un asilo all'aperto che rappresenta un connubio perfetto tra educazione, natura e comunità. Nato nel 2020, questo progetto innovativo offre ai bambini l'opportunità di imparare e crescere immersi nella natura, favorendo lo sviluppo di competenze sociali e ambientali.

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Oristano - Il tema dell’ecosostenibilità è sempre più impellente e può – e probabilmente deve – essere trattato in tutti gli ambiti possibili. Uno fra questi è l’ambito educativo. Avvicinare le giovani generazioni al mondo naturale è ormai un imperativo, ma ciò che sta sempre di più prendendo piede è anche l’idea dell’educazione nell’ambiente, come accade nella Tana nel Bosco.

Si tratta di un asilo all’aperto che si trova Bauladu, in provincia di Oristano, tra ulivi e olivastri secolari all’interno del parco Zinnuri. Qui bambini, bambine e rispettive famiglie trovano una realtà dove educazione, sostenibilità e socialità si fondono. Letizia Uras, che fa parte dell’associazione, racconta la storia di un progetto che nel presente guarda a un futuro comunitario, attento e sostenibile.

educazione all'aperto
Immagini dalla Tana del bosco
Come e quando è nato il progetto?

La Tana nel Bosco nasce nel 2020 dall’incontro fra la mia e un’altra famiglia, accomunate dall’età dei nostri figli. Eravamo già in contatto con un’accompagnatrice ed educatrice che aveva lavorato in realtà di outdoor education e tramite lei abbiamo conosciuto un altro accompagnatore che aveva avuto esperienze simili a Bologna. Siamo così riusciti a organizzare un open day al quale hanno partecipato altre famiglie potenzialmente interessate a questo tipo di servizio. Abbiamo iniziato con quattro bambini, quindi quattro famiglie e due figure di accompagnamento: il progetto è nato con calma, passo dopo passo, ed è bello vederlo crescere.

Il 2020 si colloca nel pieno della pandemia; il Covid ha in qualche modo fatto sentire la necessità di un’educazione all’aperto?

No, il Covid non è stata per nessuno di noi, credo, la molla.

E qual è stata?

Tutti noi, ossia le famiglie che hanno preso parte al progetto: sentivamo già la necessità di un’educazione all’aperto, quindi dove i bambini potessero vivere, sperimentare e imparare dalla e nella natura. L’idea era un approccio educativo che fosse differente rispetto allo stare in spazi chiusi o magari svolgere giochi già prestabiliti. Volevamo creare uno luogo di gioco e apprendimento libero, quindi favorendo un’esperienza educativa diversa.

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Cosa accade nella Tana nel bosco?

Le attività alla Tana nel bosco si svolgono in un grande spazio aperto e verde, il parco di Zinnuri, a Bauladu. Tra lentischi, olivastri, alberi di pero selvatico e querce sono presenti anche degli spazi al chiuso: una piccola casetta in pietra dove svolgiamo le nostre attività, soprattutto durante il periodo invernale, e un altro spazio in cui si trovano il bagno e la cucina. I bimbi e le bimbe che frequentano la Tana nel Bosco arrivano la mattina e dopo un primo momento di accoglienza e gioco libero si prosegue con una serie di attività che seguono una ritualità, molto importante per loro.

La giornata inizia con l’assemblea, in cui bambini, bambine, educatori e educatrici si riuniscono in cerchio per raccontarsi e per decidere insieme cosa fare durante la giornata. Questo è un momento molto speciale e importante, sia per i grandi che per i piccoli, in cui si ha la possibilità di esprimere le proprie emozioni, desideri, sogni, di aprirsi agli altri e di ascoltarsi a vicende. Qui le esigenze dell’individuo si incontrano con quelle del gruppo, così si impara a convivere e condividere. Subito dopo arriva il momento della merenda che viene portata, assieme al pranzo, dalle famiglie che a turno e con amore si impegnano nella scelta e cura degli alimenti.

La collettività è quindi alla base di ogni processo. Quali tipologie di attività proponete?

La mattina si vivono esperienze diverse: si fanno piccole escursioni nel parco – c’è una zona a noi tanto cara in cui sono presenti anche delle antiche fonti d’acqua –, alcune volte si fanno camminate più lunghe nel territorio circostante, ricco di siti archeologici. Oppure si va a vedere passare il treno che sfreccia lungo i binari situati poco più in alto della casetta, si va a salutare gli animali che vivono nei terreni vicini – per esempio la nostra cara amica cavalla Gisella o le mucche – o andiamo alla ricerca di animaletti selvatici. Ci si arrampica sugli alberi, si legge, si dipinge e una volta alla settimana ci si reca nel paese.

L’educazione all’aperto è importante perché permette di entrare a stretto contatto con il territorio e con la comunità che ci ospita

Lì, a Bauladu, ci incontriamo ogni mercoledì con la signora Vincenza: un’amica, una nonna, una maestra, una persona cara che attraverso il gioco ci insegna la lingua sarda. Per noi l’educazione all’aperto è importante anche perché permette di entrare a stretto contatto con il territorio e la comunità che ci ospita, di stringere amicizie e partecipare alle ricorrenze. Una volta terminate le attività ci si prepara per il pranzo: a turno bambini e bambine preparano con cura la tavola: c’è chi mette le sedie attorno al tavolo, chi i piatti, i bicchieri, tovaglioli e così via. Quando tutto è pronto, ci si siede e dopo il brindisi, rito che unisce e celebra, si pranza. La giornata termina nel primo pomeriggio.

Gli esiti della cosiddetta educazione in natura sono quelli di accrescere anche le capacità sociali di bambini e bambine, che in un contesto diverso da quello dell’aula sono stimolati alla relazione, tra loro e anche col mondo circostante. Nel vostro caso e dalla vostra esperienza, quali benefici traggono i più piccoli dall’educazione all’aperto?

Alla Tana nel bosco bambini e bambine si trovano a stretto contatto con la natura, la conoscono e imparano da essa vivendola, facendo esperienza diretta. Sono infinite le possibilità educative che la natura offre: non solo l’immaginazione ma anche la consapevolezza di sé, il coraggio, l’autostima, lo sviluppo della creatività, della motricità, della capacità di adattarsi a situazioni sempre nuove, diverse, inattese. Chi frequenta la Tana si trova a dover interagire quotidianamente con un ambiente circostante che ciclicamente cambia. Così si osserva il ciclo di vita delle piante, l’alternarsi delle stagioni, si impara a riconoscere i versi degli animali che vi abitano, i nomi dei fiori e le loro proprietà.

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Immagini dalla Tana nel Bosco

Le interazioni con la natura e gli animali consentono alle persone di sentirsi a proprio agio con essa, di sviluppare empatia e di amarla. Stare a contatto con la natura per noi significa anche relazionarci con il territorio circostante e le comunità vicine, sentendoci parte attiva di esse. In questo modo conosciamo noi stessi, le nostre radici e tradizioni, e sviluppiamo un senso di appartenenza e di identità grazie a tutte quelle esperienze che ci connettono emotivamente ai luoghi. 

Un esito che anche in questo caso guarda al futuro: il tema dei giovani che se ne vanno è forte nell’Isola, creare legami significa creare anche opportunità. Ed è insieme anche una tipologia di educazione che contribuisce a crescere le persone adulte del domani con consapevolezza ambientale. In conclusione, rispetto al tema della sostenibilità adottate anche pratiche strutturali ecologiche?

Certo, la casetta che al momento ci ospita ad esempio ha i pannelli fotovoltaici e attingiamo l’acqua dal pozzo. I pasti vengono preparati dalle famiglie e in questo modo cerchiamo di limitare gli sprechi; utilizziamo poi stoviglie di acciaio e vetro ed evitiamo materiali usa e getta. Non da poco, ci impegniamo a mantenere pulito il luogo in cui stiamo, e di tanto in tanto facciamo delle piccole passeggiate ecologiche volte a nel parco. Tutto ciò che trasmettiamo ai bimbi e alle bimbe arriva dall’esperienza pratica che facciamo con loro. Questo per noi è il canale migliore per arrivare direttamente al cuore. 

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