1 Ago 2024

Il Comitato Vele di Scampia scende in piazza: “Fate presto!”

Da via Roma a Piazza Municipio, il cuore del centro storico di Napoli è stato attraversato da un corteo organizzato dal Comitato Vele di Scampia per protestare contro i ritardi da parte delle istituzioni negli interventi a sostegno delle famiglie colpite dal crollo della Vela Celeste. A gran voce si è chiesto un confronto con le istituzioni, ma soprattutto interventi immediati che facciano in modo che Scampia non venga più messa ai margini e mai più debba piangere i suoi figli a causa di indifferenza e negligenza.

Salva nei preferiti

Campania - Nel pomeriggio di martedì 30 luglio, il Comitato Vele di Scampia ha organizzato un corteo che ha attraversato le strade del centro di Napoli. Dopo la tragedia del crollo della Vela Celeste, avvenuta lo scorso lunedì notte, tantissime famiglie rimaste senza casa hanno trovato rifugio all’interno dell’Università Federico II, una soluzione temporanea a cui però, a una settimana dalla tragedia, non sono state ancora trovate alternative.

«Fate presto!», è il grido dei manifestanti. Ma è un grido che va avanti da tempo, da molto prima del crollo. Consapevoli delle condizioni di fragilità e di precarietà in cui versano le Vele, il Comitato lotta da anni per ottenere sistemazioni dignitose per chi le abita e troppo a lungo le loro parole sono rimaste inascoltate.

COMITATOVELE2
IL COMITATO VELE DI SCAMPIA: UNA STORIA DI LOTTA E SUCCESSI

Il Comitato Vele di Scampia rappresenta una delle espressioni più intense di lotta e resistenza civile nella storia napoletana. In quarant’anni di impegno costante sono stati raggiunti tantissimi risultati. Più di mille alloggi di edilizia residenziale pubblica sono stati assegnati come sostitutivi alle Vele, trasformando il panorama abitativo di Scampia. Anno dopo anno, decennio dopo decennio, amministrazione dopo amministrazione, i successi ottenuti sono stati frutto di una lotta incessante.

Ad oggi, le richieste del Comitato sono chiare e precise. È importantissimo trovare al più presto una sistemazione transitoria e dignitosa per gli sfollati della Vela Celeste, evitando soluzioni propagandistiche o idealistiche che non tengono conto della realtà quotidiana delle persone colpite. Ma non basta. È necessario abbattere al più presto le Vele rimaste e fornire nuovi alloggi dignitosi e sicuri a tutte le persone del quartiere, affinché la tragedia vissuta non si ripeta.

La lotta del Comitato Vele è un grido di dignità che chiede di essere ascoltato e sostenuto

La memoria delle persone che hanno perso la vita lo scorso lunedì – Roberto Abbruzzo, Patrizia Della Ragione e Margherita Della Ragione – è un motore potente per portare avanti la lotta. E loro non sono neanche le uniche vittime di questi “mostri di cemento”. Il Comitato e i cittadini di Scampia denunciano da anni la presenza di amianto all’interno delle Vele, che ha causato malattie e morti nel corso degli anni rendendo l’abbattimento delle stesse una priorità non negoziabile. Il Comune di Napoli ha approvato una delibera per lo stanziamento di un fondo destinato al sostegno alle famiglie sfollate, ma una soluzione del genere non ha l’immediatezza che l’emergenza richiede. “Fate presto!”, è ancora una volta il grido dei manifestanti.

SCAMPIA, UN QUARTIERE DI AUTODETERMINAZIONE

Dopo la tragedia, è stata l’autogestione degli abitanti delle Vele a fornire aiuti concreti alle persone che stanno dormendo all’interno dell’università. Sono state la solidarietà e il sostegno dei cittadini, degli artisti e delle associazioni a garantire acqua, cibo, beni essenziali e cure mediche. Ancora una volta, le persone che abitano la periferia di Napoli si sono sentite abbandonate dalle istituzioni, ma non per questo hanno intenzione di arrendersi.

COMITATOVELE1

Il processo rivoluzionario di riqualificazione avviato a Scampia è un esempio per l’Europa intera. Scampia è un caso unico in cui gli abitanti stessi, insieme all’università e alle amministrazioni comunali hanno scritto il piano urbanistico del quartiere. La sede dell’Università Federico II, oggi fiore all’occhiello della città, è nata proprio grazie a queste lotte. Questo esempio di autogestione e partecipazione comunitaria è un modello di riqualificazione territoriale che deve essere riconosciuto e rispettato.

È per questo che il Comitato Vele di Scampia e tutti i cittadini esprimono con forza la volontà di sedersi accanto alle istituzioni per elaborare insieme un piano che risponda all’emergenza abitativa e disegni un futuro per il quartiere. Scampia è sempre stata protagonista del proprio cambiamento e della propria rinascita e vuole continuare a esserlo.

COMITATOVELE3
SCAMPIA VUOLE TUTTO

Il corteo, partito da piazza Dante, si è fermato a piazza Municipio e poi sotto Palazzo San Giacomo, sede del Comune di Napoli, dove tante altre volte il Comitato Vele Scampia ha manifestato a gran voce per ottenere diritti che dovrebbero essere garantiti a tutti e tutte. La lotta del Comitato Vele non riguarda solo l’abitazione, ma anche il diritto al lavoro, alla sanità pubblica e alla dignità umana. Gli abitanti di Scampia rivendicano il diritto di vivere in un ambiente salubre, con servizi adeguati e opportunità di sviluppo.

La battaglia per la riqualificazione delle periferie è una questione di civiltà. La lotta del Comitato Vele è un grido di dignità che chiede di essere ascoltato e sostenuto. Le istituzioni devono riconoscere e supportare gli sforzi di chi, per decenni, ha lottato per migliorare le condizioni di vita della propria comunità. La determinazione e il coraggio di questi cittadini sono un esempio per tutti, ricordandoci che i diritti fondamentali devono essere sempre difesi e che la dignità umana non è negoziabile.

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Crisi idrica in Liguria: quali strategie per preservare la risorsa acqua?
Crisi idrica in Liguria: quali strategie per preservare la risorsa acqua?

La cultura, le tradizioni, i soprusi: cosa ci insegnano la storia (e l’attualità) degli aborigeni australiani – Io non mi rassegno + #20
La cultura, le tradizioni, i soprusi: cosa ci insegnano la storia (e l’attualità) degli aborigeni australiani – Io non mi rassegno + #20

Siccità in Sicilia, la gestione della rete idrica tra irregolarità e lavori mai realizzati
Siccità in Sicilia, la gestione della rete idrica tra irregolarità e lavori mai realizzati

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Uccisione di Haniyeh, leader Hamas: che succede adesso fra Israele e Iran? – #671

|

“Gli italiani? Spesso hanno più felicità di quanto credano”. Parola di Matteo Rizzato

|

Crisi idrica in Liguria: quali strategie per preservare la risorsa acqua?

|

Il Comitato Vele di Scampia scende in piazza: “Fate presto!”

|

“La speculazione energetica minaccia il turismo naturalistico”. L’allarme degli addetti ai lavori

|

Il giardino Epicureo, dove la vita ha senso – Calabria sarai Tu #2

|

IT.A.CÀ 2024: dall’Emilia alla Sicilia, “radici in movimento” per scoprire i territori

|

Taranto, i diritti negati e quella libertà di stampa invocata anche dal Presidente Mattarella

string(6) "napoli"