29 Ago 2024

Costa Orientale Sarda: dal calcio al territorio un progetto per unire

Scritto da: TocToc Sardegna

Per il progetto Costa Orientale Sarda lo sport è un vettore di comunità. Crea legami, accorcia le distanze, rafforza un'identità collettiva che radica nel presente guardando a un futuro comunitario. E attraverso il calcio, crea terreno fertile per una crescita collettiva. Matteo Cardia di TocToc Sardegna ci racconta una realtà a due anni dalla sua nascita, dalle prime volontà ai progetti futuri.

Salva nei preferiti

Ogliastra, Sud Sardegna - A volte un cambiamento è difficile da digerire, ma può dare vita a qualcosa di più grande. La pazienza e la progettualità possono essere il segreto per farcela, in campo e fuori. Lo si può fare anche nel rispetto del proprio passato, di chi c’era già e di chi nutriva dei dubbi che a poco a poco però stanno scemando. A oltre due anni dalla nascita del progetto, il Costa Orientale Sarda Sarrabus-Ogliastra si sostiene sulle proprie gambe, ma soprattutto unisce territori e storie differenti.

CAMBIO DI ROTTA

Il termine dell’esperienza a Muravera nel 2022 sembrava poter mettere fine all’esperienza del calcio di Serie D nel Sarrabus. Troppe le incertezze sulle infrastrutture, con la necessità allora di cambiare strada e trovare una nuova casa e un nuovo nome, senza che però questo ponesse completamente da parte quanto già costruito. Il nome inizialmente ha fatto sorridere qualcuno, forse troppo lungo per rispondere anche alle logiche del marketing, presto abbattute però dal pragmatismo e da un acronimo facile da ricordare come “COS”. Dal giugno 2022 è così iniziata ufficialmente una nuova storia e Tertenia ha deciso di accogliere la squadra rimasta gialloblù, i suoi colori.

HEADER INMR 2024 08 03T010501.000
Campionato di Calcio Serie D Girone “G” tra Costa Orientale Sarda e Cassino Calcio, foto di Chiara Piras

Un primo anno con solo la squadra senior – guidata allora come oggi dal tecnico Francesco Loi, ancora nel quarto campionato nazionale, finita con una salvezza tanto difficile quanto bella – ha lasciato spazio a un secondo in cui il disegno si è fatto ancora più chiaro su tutti i fronti. Per farlo, la base è stata partire dalla costruzione del proprio settore giovanile, attirare i ragazzi e le loro famiglie per mettere le basi di un domani.

«Abbiamo voluto fortemente fare tutte le categorie, dai Piccoli Amici fino alla Juniores. C’era tanta richiesta e ci sembrava doveroso verso la comunità accontentare tutti e così abbiamo costruito un intero settore giovanile», dice Davide Moi, ex calciatore con tanta esperienza in Serie C che ha chiuso la carriera al Costa Orientale Sarda, di cui è diventato responsabile del settore giovanile.

Instauriamo rapporti che vanno oltre il calcio

CALCIO E COMUNITÀ

«Il territorio ha risposto in maniera importante – continua Moi –, ma quello che mi preme sottolineare è stato l’avvicinamento delle famiglie al campo sportivo, sia la domenica con la prima squadra che durante l’anno attorno ai nostri ragazzi. Tanti genitori si sono resi disponibili a darci una mano per aiutarci a crescere e questo ci ha permesso di instaurare dei rapporti che vanno oltre il calcio». 

Rapporti che si sono tradotti nella creazione di una comunità allargata. Una trasformazione resa evidente anche dalla prima squadra, con l’esordio in Serie D di diversi ragazzi diventati alfieri dei propri paesi della zona, dalla stessa Tertenia a Perdasdefogu, passando per Triei e Isili, solo per citarne alcuni. E che ha avuto nella decisione di svolgere tutta l’attività giovanile a Loceri, paese ogliastrino in cui l’attività della squadra locale si era interrotta, un’ulteriore prova.

HEADER INMR 2024 08 03T011217.852
Campionato di Calcio Serie D Girone “G” tra Costa Orientale Sarda e Cavese 1919, foto di Renzo Cuccu
NELLA PARTECIPAZIONE UN FUTURO POSSIBILE

Sono decisioni prese malgrado le difficoltà, a partire dagli spostamenti. «Fare calcio nel Sarrabus e in Ogliastra non è semplice – spiega Moi –, il territorio è vasto e articolato. A volte bisogna fare anche 40 o 50 chilometriper raggiungerci, le strade in queste zone allungano i tempi, un discorso totalmente diverso per chi fa la stessa attività a Cagliari o in altri grandi centri. I ragazzi qui però ci sono, ma hanno bisogno delle guide giuste e di un terreno fertile su cui crescere».

Motivo per cui gli stimoli non mancano e il progetto si allargherà ancora: «Crediamo fortemente nella programmazione: prima bisogna strutturarsi dal basso per poi portare novità. Per noi la novità quest’anno sarà il calcio femminile», precisa Moi, che aggiunge: «Dai numeri dei raduni possiamo dire che c’è stato moltissimo interesse, al 99% allestiremo una squadra Under 15 e una maggiore che inizierà con l’Eccellenza. Se tutto dovesse andare per il meglio ci piacerebbe fare anche un’Under 12 tutta composta da giovanissime calciatrici della zona. Il calcio femminile è il futuro e noi – conclude il responsabile del settore giovanile – vogliamo farne parte».

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Abitare collaborativo: cosa significa e perché è importante
Abitare collaborativo: cosa significa e perché è importante

Arghillà rinasce: la rigenerazione urbana dal basso di “uno dei luoghi più problematici d’Italia”
Arghillà rinasce: la rigenerazione urbana dal basso di “uno dei luoghi più problematici d’Italia”

Il centro FuoriLuogo: una casa della cultura per sperimentare e incontrarsi
Il centro FuoriLuogo: una casa della cultura per sperimentare e incontrarsi

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Cosa dice il nuovo codice della strada e che ricadute avrà sulla mobilità sostenibile – #1024

|

La biblioteca su due ruote KORABike regala storie in giro per le strade

|

Educare al biologico: serve più consapevolezza verso salute e ambiente

|

Promemoria Auschwitz, perché davvero non accada mai più

|

Cammini e sentieri: ecco come custodire e valorizzare un tesoro lungo 150mila chilometri

|

La Robbia, il laboratorio sardo di tintura naturale che cuce tradizione e sostenibilità, dalla terra al tessuto

|

Nuove case: come devono essere per stare al passo con un mondo che cambia?

|

CereAMO: per mangiar bene dobbiamo “tornare indietro” di 80 anni

string(8) "sardegna"