27 Ago 2024

A Genova l’abbattimento degli alberi fa mobilitare i cittadini: il caso di Brignole

Scritto da: Valentina D'Amora

Sono stati ultimati gli abbattimenti degli alberi ritenuti a rischio crollo di Genova Brignole, ma la protesta non accenna a fermarsi. Diverse associazioni criticano svariati aspetti di questa operazione, tanti cittadini presidiano quelle che ora sono chiamate "le colonne infami", i monconi dei tronchi abbattuti. Cosa sta succedendo?

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Genova - Presidi diurni e notturni, proteste e girotondi intorno a tutti quegli alberi secolari che hanno contribuito in tanti anni a creare il panorama che si riconosce scendendo dal treno nel secondo principale snodo ferroviario della città. Siamo a Genova e in questi giorni non si fa che parlare della condanna a morte – purtroppo già eseguita, per ragioni di sicurezza – dei quindici pini marittimi adiacenti alla stazione Brignole, in viale Paolo Thaon de Revel. Cosa è successo?

“Danni irreparabili alle radici e al tronco dovuti ad attacchi fungini hanno provocato una debolezza strutturale irreversibile e non curabile”, ha dichiarato Aster, la società del Comune di Genova che si occupa delle aree verdi dell’intero territorio comunale. La cittadinanza però ha manifestato il proprio dissenso per il taglio di questi alberi, dal profondo valore non solo ambientale, ma anche emotivo per la collettività.

taglio pini brignole

I motivi di biasimo relativi all’abbattimento degli alberi sono stati svariati. Secondo Guglielmo Jansen del WWF Genova, agrotecnico e componente della Consulta del Verde, tutte le piante abbattute – il cui tronco è stato analizzato nelle giornate successive al taglio – erano sane e salvabili. Un ulteriore tema di dibattito è stata la stabilità di questi alberi, soprattutto a seguito del cedimento di una pianta, verificatosi nella scorsa primavera, e quindi la mancata messa in sicurezza dell’area. Si sarebbero poi potuti svolgere ulteriori accertamenti, ma l’amministrazione ha deciso di agire con tempestività.

«Genova merita altro», ha sottolineato Andrea Agostini, attivista. «L’esperienza di Brignole ha mostrato una grande sensibilità cittadina a difesa del verde pubblico e la totale incompetenza di questa amministrazione e dei tecnici che la supportano. È ora di finirla con la sistematica distruzione del verde genovese, sostituito da alberelli mai annaffiati o da blocchi di cemento».

A Genova, sul verde urbano, il confronto tra Comune e società civile – che talvolta assume la forma di “scontro” in diverse sedi, nonostante non manchino i tentativi di dialogo – il dibattito è piuttosto caldo. Ne ho parlato con Andrea Sbarbaro, presidente dell’associazione Cittadini Sostenibili, e Giulia Ghita, volontaria e studentessa di Scienze Ambientali.

Andrea, Giulia, raccontateci: cosa sta accadendo a Genova?

Quanto accaduto nei giorni scorsi ha radici in un episodio di diversi mesi fa, a marzo 2024, quando un grosso pino secolare è caduto proprio in viale Thaon di Revel, investendo la strada e la linea aerea del filobus. Per fortuna non ci sono stati feriti. Il Comune di Genova ha avviato accertamenti e commissionato uno studio tecnico a una società esterna, la quale ha rilevato diverse criticità su quindici alberi e segnalato un significativo rischio crollo; da qui per il Comune la necessità di tagliare questi esemplari e sostituirli, per ragioni di sicurezza.

La questione ha fatto molto scalpore perché sono stati toccati alberi secolari in uno dei luoghi simbolici della città e ha sollevato diversi dubbi. Come si è arrivati a questa situazione? Cosa è andato storto nel monitoraggio e nella manutenzione? Se vi era realmente un elevato rischio crollo, in una zona molto frequentata che è anche capolinea di diversi bus, perché non si è provveduto in tutto questo tempo a “transennare” o variare il traffico pedonale o dei mezzi nella zona?

abbattimento degli alberi

Lunedì il 19 agosto c’è stata la riunione di un tavolo tecnico tra alcune associazioni e il Comune: Italia Nostra e altre realtà hanno chiesto la possibilità di una controperizia, che però non è stata concessa. Anche alcuni esponenti del WWF locale – in particolare Guglielmo Jansen, guardia forestale, agrotecnico e componente della Consulta del Verde – hanno rilasciato interviste ai media locali criticando il taglio degli alberi e sostenendo che salvarli sarebbe stato possibile.

La cittadinanza ha mostrato con forza il proprio disappunto e le proteste sono state tante durante queste giornate e serate di taglio: anche voi come Cittadini Sostenibili c’eravate?

Sì, ci siamo stati: un piccolo gruppo di volontarie e volontari si è unito la sera, al momento del taglio, alle tante realtà cittadine che si sono mobilitate. Anche a metà agosto, in pieno periodo di ferie per molti, è stato bello vedere che la cittadinanza risponde quando si tocca il verde cittadino. Tra social e gruppi whatsapp c’è stata anche una grande mobilitazione e passaparola sul piano digitale, partecipata anche da chi non si trovava in città.

Purtroppo per i presenti è stato un momento triste: quando si arriva al taglio di alberi qualcosa non ha funzionato da qualche parte nel processo, dalla progettazione al monitoraggio e soprattutto alla manutenzione. E il risultato lo avevamo proprio lì, davanti ai nostri occhi.

“Il Comune di Genova nei suoi 243mila metri quadrati di superficie ha il 73% di verde. Siamo la città più verde d’Europa, statistiche alla mano”. Citando le parole del sindaco di Genova, Marco Bucci, cosa ne pensate della situazione del verde urbano nella nostra città? E della soluzione proposta per sostituire i pini tagliati, ossia la piantumazione di nuovi alberi, pare entro fine settembre? In generale vedete una riflessione ad ampio respiro oppure delle soluzioni emergenziali portate avanti a seconda della situazione?

Per quanto riguarda la proposta di sostituzione dei pini tagliati, è chiaro che anche nella migliore delle ipotesi degli esemplari di albero più giovani impiegheranno lungo tempo per crescere e avere le stesse capacità di alberi secolari, sia per quanto riguarda la capacità di mitigare il calore in città, sia per quanto riguarda quella di assorbire inquinamento.

abbattimento degli alberi

La mancanza di aree verdi in città e la cementificazione influiscono sulle temperature urbane: gli effetti delle ondate di calore sono molto seri, anche per la salute delle persone. In merito all’episodio di Brignole è di certo importante tutelare i cittadini da incidenti, ma il problema del verde urbano va considerato in modo più ampio e con riferimento a tutta la città.

Sui dati riportati dal sindaco di Genova, possiamo commentare in questo modo. È vero che, citando ad esempio il rapporto ISPRA 2018 Territorio: processi di trasformazione in Italia, la Liguria è una delle regioni con un più alto coefficiente di boscosità. Tuttavia, occorre considerare i dati che riguardano l’ambiente cittadino, senza contare la boscosità presente nell’entroterra e sulle alture di Genova.

Il report Ecosistema Urbano 2023 di Legambiente, realizzato con il contributo scientifico di Ambiente Italia e la collaborazione editoriale de Il Sole 24 ore, indaga proprio sui capoluoghi di provincia. A Genova si contano 14 alberi ogni 100 abitanti, mentre la media nazionale sono 24 alberi per100 abitanti. Dati alla mano, a noi sembra un azzardo fregiarci di essere la città più verde d’Europa, quando anche solo in Italia la nostra performance è al di sotto della media nazionale.

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