L’Italia in rete per l’ambiente: Rosa Fortunato ci racconta la battaglia per la tutela di boschi e foreste
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Campania - Rosa Fortunato, biologa specializzata in botanica, ha sempre nutrito un profondo interesse per gli ecosistemi e una grande passione per l’ecologia, una passione che l’ha spinta a dedicare la sua vita all’attivismo ambientale. Attiva nel territorio di Napoli nord, Rosa ha avviato il suo impegno ambientalista proprio lì, espandendolo poi in tutta Italia grazie a una rete nazionale che ha creato insieme ad altri attivisti, attiviste e piccole associazioni. Questo network informale e decentralizzato si distacca un po’ da grandi organizzazioni, ritenute troppo burocratizzate e in alcuni casi inefficaci nel rispondere alle attuali sfide ambientali.
Rosa mi ha spiegato che la tutela ambientale italiana ha subìto un notevole peggioramento da quando il Corpo forestale dello Stato è stato eliminato e ha continuato a declinare ulteriormente durante gli anni di pandemia. «Il degrado ambientale è aumentato significativamente a partire da quel momento. Prima, avevamo ottenuto molti risultati positivi a livello nazionale ed europeo nella tutela degli ecosistemi, nella regolamentazione della caccia e nel controllo dei rifiuti. Tuttavia, questi progressi stanno lentamente svanendo, come se la natura tutta fosse diventata merce da sfruttare liberamente».
FORESTE ITALIANE A RISCHIO: MA PERCHÈ?
Uno dei problemi principali che Rosa e la sua rete stanno affrontando è l’abbattimento indiscriminato di grandi quantità di alberi. «Stiamo rischiando di perdere tantissimi boschi e foreste di grande pregio naturalistico, non solo in Italia, ma in tutta Europa. Di fronte a questa situazione critica, abbiamo iniziato a fare rete, contattandoci su internet o incontrandoci di persona. Spontaneamente si è creata una collaborazione tra molte persone attive e sensibili ai temi ambientali. Come prima cosa, abbiamo cercato di capire quali fossero le cause di questo aumento indiscriminato di tagli di alberi», mi ha raccontato.
Rosa Fortunato e la sua rete hanno individuato la ragione dietro a questa devastazione ambientale nei sussidi europei – 17 miliardi di euro annui – che finanziano la combustione delle biomasse forestali, considerate fonte di energia rinnovabile, nonostante evidenze scientifiche abbiano dimostrato il contrario. «Questi sussidi hanno generato una vera e propria corsa all’abbattimento per rifornire fabbriche industriali di pellet e le centrali a biomassa. Stanno bruciando la fonte della nostra vita, lasciando qualche alberello che ancora chiamano “bosco”, entrando addirittura in aree che dovrebbero essere protette», ha denunciato Rosa.
I BOSCHI SONO FONTE DI VITA
Rosa Fortunato mi ha spiegato che i boschi più antichi, detti “vetusti”, sono fondamentali per la produzione di acqua dolce e degli equilibri ecologici. Distruggerli vuol dire perdere la capacità di generare acqua dolce attraverso un complesso ciclo naturale che richiama acqua dal mare e la distribuisce fino alle montagne. Questo processo, basato su “fiumi volanti” di vapore acqueo, è essenziale per il mantenimento delle falde acquifere e la prevenzione della siccità. «Gli ecosistemi forestali anche sono il principale baluardo contro la crisi climatica, se non tuteliamo i nostri donatori di vita sulla terra firmeremo la condanna di questo pianeta».
La rete di attivisti di cui fa parte Rosa Fortunato si è immediatamente mobilitata per rivolgersi ai neo-parlamentari europei e sollecitarli ad abolire gli incentivi pubblici per la combustione delle biomasse legnose e forestali a scopo energetico e termico, riconoscendoli come sussidi ambientali dannosi (SAD). Nonostante fosse attesa un’azione in tal senso già nel 2024, al momento tutto sembra essere rimasto in silenzio. «Se questi fondi venissero invece riconvertiti in sussidi ambientalmente favorevoli (SAF) e indirizzati verso energie rinnovabili come l’eolico e il solare a scala media e piccola, il sostegno alla mobilità sostenibile e la ricerca scientifica per sviluppare nuove fonti energetiche e termiche sostenibili, potremmo già avviare una vera transizione green».
L’ATTIVISMO URBANO PER LA TUTELA AMBIENTALE E IL CASO DI FRATTAMAGGIORE
Nel frattempo, a livello locale Rosa Fortunato è attiva nella difesa del verde urbano, anch’esso messo duramente in pericolo da tagli e incuria. Recentemente ha collaborato con l’associazione Liberiamo Fratta, purtroppo inutilmente, per protestare contro l’abbattimento di dieci rigogliosi pini sanissimi nel comune di Frattamaggiore, giustificato con una perizia agronomica non chiarissima e basata sulla sola analisi visiva degli alberi.
Anche in questo caso, si tratta di una cattiva gestione di fondi destinati, tra le altre cose, alle aree verdi della città. «In tutta Italia è stato totalmente stravolto il senso e la direzione a cui dovevano essere destinati i fondi del PNRR. La rigenerazione avrebbe dovuto mirare alla tutela e protezione delle aree verdi esistenti e invece l’approccio adottato è stato quello di abbattere indiscriminatamente alberi sani per poi ripiantare da zero piccoli alberelli, che poi non vengono curati e lasciati morire, aumentando così le aree cementificabili».
Il caso dei pini di Frattamaggiore è stato particolare perché ha visto la partecipazione attiva di tutta la cittadinanza locale, non sempre sensibile alle questioni ambientali. Questo evento ha aperto una porta di speranza, alimentata dalle attività di educazione e sensibilizzazione condotte da Rosa a livello locale, tra le città della periferia nord di Napoli e in altre aree d’Italia. Questo impegno mira a smuovere le coscienze e a contrastare la speculazione dannosa sull’ambiente.
Quella di Rosa è una delle molte voci italiane che si stanno levando per promuovere una rapida azione verso la preservazione degli ecosistemi, sensibilizzando la popolazione e cercando di influenzare positivamente le politiche ambientali per contribuire a un futuro davvero più sostenibile.
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