Nepal, una terra da amare e scoprire con i viaggi responsabili di Four Seasons Natura e Cultura
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Roma, Lazio - Ricorderete senz’altro le immagini dei turisti sulle spiagge di Phuket dopo lo tsunami del dicembre 2004. Tra soccorritori con guanti e mascherine c’era chi prendeva il sole sorseggiando una birra fresca. Come ha sottolineato più volte l’antropologo e scrittore Duccio Canestrini, «è l’immagine che simboleggia la deriva etica del turismo di massa degli occidentali. Un turismo cresciuto come un’industria neocoloniale, sfruttando le materie prime – sole, mare, clima – di paesi poveri e indebitati e provocando un impatto devastante su ambiente, cultura e società locali. Altro che incentivo allo sviluppo».
Un esempio lampante di come il turismo può contribuire ad accrescere il divario tra ricchezza e povertà e di quanto sia urgente e sempre più imprescindibile ripensare al nostro modo di viaggiare e fare le vacanze, avendo consapevolezza della storia e della cultura delle mete scelte, e un grande rispetto verso l’ambiente e la popolazione. Vivere il viaggio come un’opportunità di scambio e di arricchimento reciproco.
Lo stesso è accaduto in Nepal a seguito del terremoto del 2015 che causò più di 8.000 morti e gravissimi danni nel Paese. All’indomani della tragedia, Fabio Balocco, scrittore in campo ambientale e sociale, raccontava di come «il turismo aveva snaturato Kathmandu e ridotto i campi base delle montagne più alte della terra anche negli immondezzai più alti della terra. Impressionante l’abbandono di bombole di ossigeno, corde, ed altro materiale non più utile dopo la scalata». Evidenziava anche gli errori del turismo per cui esistevano terremotati di serie A – ad esempio le spedizioni alpinistiche che potevano affittare gli elicotteri togliendoli alle operazioni di soccorso in valli più sperdute dove erano più necessari – e terremotati di serie B.
Oltre a causare migliaia di vittime, il terremoto ha danneggiato anche alcuni edifici secolari, come la torre Dharahara, che era già stata ricostruita dopo il sisma del 1934, situata nella piazza Durbar di Kathmandu e parte del patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. Oggi il Nepal, a distanza di nove anni, si è rimesso in pista dopo il grande disastro reagendo con grande tempismo e coraggio all’immane tragedia. Viaggiare in Nepal è possibile, anzi già qualche anno dopo il terremoto era evidente la ripresa con un rinnovato flusso turistico, la comparsa di nuove guest house e di homestay.
Il turismo è una fonte di reddito importante per questo Paese e se vissuto in modo consapevole e sostenibile può aiutare concretamente i locali e dare lavoro a molte persone, dalla capitale ai villaggi sperduti sull’Himalaya. Ecco che diventa necessario affidarsi a tour operator trasparenti e responsabili, promotori di un turismo ambientalmente e socialmente sostenibile.
Se avete voglia di un viaggio alla scoperta del Nepal, tra villaggi in cui il tempo sembra essersi fermato e le antichissime città della valle di Kathmandu, con una storia millenaria che si riflette nei numerosi monasteri e templi, potete affidarvi a Four Seasons Natura e Cultura. Si passerà da Durbar Square, il cuore della città antica con le sue sontuose pagode, ai coloratissimi vicoli dall’affascinante mistero, lo Swayambhunath, anche conosciuto come “Tempio delle Scimmie”, e Pashupatinath, la zona sacra delle cremazioni, definita come la piccola Varanasi del Nepal.
Oggi il Nepal è diventato facilmente accessibile e accoglie ogni anno migliaia di viaggiatori attratti dalle sue tante bellezze. È possibile percorrere meravigliosi trekking in una natura incontaminata, scalare le più alte vette del pianeta, rimanere incantati da suggestivi panorami o immergersi nell’incredibile storia che ha le sue origini in tempi antichi. Il Paese si racconta anche attraverso le diverse culture che coabitano insieme: quasi tre quarti della popolazione appartiene a gruppi etnici indo-nepalesi e solo un quarto ai gruppi nepalesi originari. Alle quote più elevate vivono gruppi di tibetani, tra cui gli Sherpa. Percorrendo il Nepal, sarà facile osservare come i differenti gruppi etnici differiscono considerevolmente tra loro per lo stile di vita, l’abbigliamento e i riti religiosi.
Tutto questo sarà soltanto un preludio alla parte più emozionante del viaggio proposto da Four Seasons Natura e Cultura: i safari nel Parco Nazionale di Chitwan, alla ricerca del rinoceronte con un solo corno, di orsi, elefanti, cerbiatti, scimmie e coccodrilli, e il trekking alla base dell’Annapurna, strutturato in modo accessibile, proprio per permettere a più persone di godere di questo incredibile scenario. Un percorso poco comune ma straordinario, che permetterà di scoprire un territorio ancora poco conosciuto e fuori dal turismo di massa.
Nel parco sono state censite complessivamente 68 specie di mammiferi, 56 di erpetofauna, 126 di pesci e un totale di 544 specie di uccelli, tra cui 22 minacciate a livello globale. È particolarmente rinomato per la protezione del rinoceronte con un corno, della tigre reale del Bengala e del coccodrillo gaviale. Il parco ospita non solo il mammifero terrestre più grande del mondo, l’elefante selvatico, ma anche il mammifero terrestre più piccolo del mondo, il toporagno pigmeo.
In linea con i principi e i valori che da sempre ispirano Four Seasons Natura e Cultura non saranno previsti i safari a dorso di elefanti all’interno del parco, perché vengono maltrattati e durante le attività con i turisti sono pungolati con un uncino per stimolarli a camminare. Per saperne di più sul viaggio in Nepal clicca qui e poi comincia a preparare le valigie!
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