Mare in Sicilia, dai campionamenti di Goletta Verde 10 località risultano fuori dai limiti di legge
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Catania - “Mare, profumo di mare” cantava Little Tony. Che profumo ha il mare in Sicilia e in generale? In base ai dati del dossier del WWF Non c’è salute in un ambiente malato: inquinamenti e inquinati, non dovrebbe essere dei migliori. L’87% del mar Mediterraneo è inquinato ed è lì che vengono riversati ogni anno circa 400 milioni di tonnellate di sostanze inquinanti provenienti dalla terraferma.
A queste si sommano le sostanze chimiche trasportate che, per sversamenti accidentali, sono la principale causa di inquinamento chimico marino su larga scala. Il nostro mare e le nostre coste sono una risorsa straordinaria dal punto di vista ambientale, turistico e culturale, eppure non sappiamo tutelarli come dovremmo, neanche per scopi puramente a vantaggio nostro.
MARE IN SICILIA: I RISULTATI DEI CAMPIONAMENTI DI GOLETTA VERDE
In Sicilia, ad esempio, la fotografia dello stato di salute delle coste e del mare arriva dai campionamenti effettuati da Goletta Verde. Su 25 punti testati dall’1 al 9 luglio 2024 – 20 in prossimità delle spiagge e 5 presso punti critici alle foci – 15 risultano entro i limiti di legge e 10 superano i parametri di legge risultando inquinati o fortemente inquinati. I 5 punti risultati inquinati si trovano in provincia di Palermo (2), Agrigento (2) e Trapani (1); i 5 punti fortemente inquinati sono in provincia di Catania (2), Palermo (2), Trapani (1).
Dei 10 campioni che risultano fuori dai limiti di legge, 7 preoccupano maggiormente perché prelevati a mare. Inoltre il 50% di questi sono segnalati da cartelli con il divieto di balneazione, il resto non presenta alcun tipo di informazione sulla qualità delle acque. «La Sicilia deve ancora lavorare molto sull’efficientamento del sistema di depurazione», dichiara Alice De Marco portavoce di Goletta Verde. «I 7 punti campionati a mare che sono risultati fuori dai limiti di legge sono un campanello d’allarme di una situazione critica non solo nelle foci dei fiumi».
«Ci auguriamo che le Istituzioni sentano l’urgenza di intervenire e investigare sulle cause di questi problemi per non incorrere in nuove sanzioni dalla Comunità Europea. Non dimentichiamo che l’Italia è stata già condannata nell’ambito di quattro procedure di infrazione per la mancata conformità alla Direttiva Acque Reflue: quella del 2004 è arrivata alla sanzione pecuniaria che grava sulle tasche dei cittadini e delle cittadine. Sono più di 142 milioni di euro la somma che abbiamo già pagato in bolletta».
IL CASO DEL LUNGOMARE DI ACI TREZZA “OSSERVATO SPECIALE”
Uno dei punti fortemente inquinati individuato da Goletta Verde è il lungomare di Aci Trezza, famoso per i suoi faraglioni che Omero, nel nono libro dell’Odissea, attribuisce all’ira del ciclope Polifemo, che accecato da Ulisse avrebbe scagliato contro l’eroe greco delle pietre per evitarne la fuga. Da che ne ho memoria – almeno due decenni – sento parlare della necessità di un depuratore proprio lungo questo litorale: non è mai stato realizzato e non riesco a trovare una sola motivazione utile a giustificare le scelte politiche di tutti questi anni.
Quale sarebbe il vantaggio? Non solo sanzioni, ma anche una cattiva pubblicità per la Sicilia che si andrebbe ad aggiungere a quelle, peraltro veritiere, sulla siccità che hanno fatto infuriare Daniele Santanché. Forse bisogna proprio toccare il fondo, e non del mare, per risvegliarsi da questo torpore? Molti dei turisti, soprattutto in estate, scelgono la Sicilia anche per la bellezza delle sue coste e del mare, per fare il bagno in acque mitologiche come quelle di Aci Trezza, nota anche per essere il paese dei Malavoglia, la famiglia di pescatori di cui Giovanni Verga ha narrato le sorti. Restano luoghi unici ma inquinati.
«L’efficientamento del sistema di depurazione deve essere una priorità per le nostre istituzioni», dichiara Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia. «Non possiamo più accettare situazioni diventate croniche come il lungomare di Galatea ad Aci Trezza, che da anni continua a risultare fortemente inquinato. Legambiente Sicilia farà un esposto alla procura sperando che questa situazione cronica possa essere finalmente affrontata e risolta. Non possiamo più aspettare, dobbiamo iniziare subito a porre rimedio, soprattutto in quei punti che risultano critici da anni».
DEPURATORI E AMMODERNAMENTI RETI FOGNARIA PER UN MARE IN SICILIA PULITO
Come sempre le soluzioni ci sono ma non vengono messe in atto. Il lungomare Galatea di Aci Trezza è un “osservato speciale”, la novità di quest’anno per indicare i punti storicamente critici per i quali Legambiente ha deciso di ripetere i prelievi anche nei mesi che precedono il passaggio della campagna, a supporto della fotografia scattata nei mesi estivi.
Nel punto in questione sussiste un inquinamento cronico a causa di una mancata o inefficiente depurazione da molti anni e nonostante il divieto di balneazione nell’area sono diverse le attività di noleggio di pedalò e canoe. È il motivo per cui Legambiente ha deciso di agire e puntare maggiormente i riflettori su questo tratto di costa.
Quest’anno tra l’altro ricorrono i trent’anni dalla promulgazione della Legge Galli, che nel 1994 rivoluzionò l’organizzazione del servizio idrico integrato, prevedendo una gestione unitaria e integrata per l’insieme dei servizi di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e depurazione delle acque reflue.
È su questo punto che si concentrano le campagne di Goletta Verde e Goletta dei Laghi. La depurazione è uno dei tasti dolenti nel nostro Paese con 910 agglomerati per i quali sono state rilevate situazioni di non conformità ai requisiti della Direttiva sulle acque reflue (91/271/CE). In Sicilia, secondo gli ultimi dati disponibili del MASE (dicembre 2023), si contano 245 procedura di infrazione. Con il PNRR verranno finanziati interventi di ammodernamento delle reti fognarie italiane e di adeguamento dei sistemi di depurazione, per la Sicilia sono 19 gli interventi previsti. Sarà la volta buona?
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