17 Lug 2024

Change!, la mostra che parla di Po, siccità e crisi climatica

Scritto da: Elena Rasia

Palazzo Madama a Torino ospita Change!, una mostra che coniuga un percorso storico-artistico e identitario con un'analisi moderna del cambiamento climatico e dei suoi effetti in particolare sul fiume Po. Non solo: l'obiettivo dell'evento è anche quello di formare e informare, connettere e dibattere al fine di elaborare risposte alle sfide poste dalla crisi ambientale in atto.

Salva nei preferiti

Torino - La mostra Change! a Palazzo Madama di Torino è un evento significativo che esplora la crisi climatica attraverso il contesto del fiume Po, simbolo di un fenomeno globale. Promossa sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, l’esposizione è supportata da vari enti, tra cui l’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po (ABDPO) e l’Agenzia Interregionale per il fiume Po (A.I.Po), e vede la collaborazione del Politecnico di Torino e dell’Università degli Studi di Torino.

È strutturata in diverse sezioni che offrono una visione completa del cambiamento climatico. La prima sezione è un’ installazione scenografica che porta i visitatori indietro nel tempo di dieci milioni di anni, esplorando l’evoluzione del Bacino Padano. Questa parte comprende fossili e cartografie storiche, oltre alle illustrazioni originali di Jacopo Rosati. La seconda sezione si concentra sulla vita e il lavoro lungo il Po attraverso opere di artisti come Giovanni Michele Graneri e Giuseppe Pietro Bagetti, offrendo un’idea della vita quotidiana lungo il fiume nei secoli passati. 

Change
Marco Merola

La terza sezione pone l’accento sull’Antropocene, mostrando l’impatto dei cambiamenti climatici sul Po mediante immagini satellitari e fotografie delle secche del fiume. Questa sezione evidenzia la riduzione dei ghiacciai e l’emergenza idrica del Delta del Po. L’obiettivo della mostra è sensibilizzare il pubblico sulla crisi climatica attraverso un approccio che unisce storia, arte e scienza. Marco Merola, giornalista e fondatore di Adaptation.it, ha sottolineato, nella nostra intervista, l’importanza di questo approccio divulgativo per ingaggiare il pubblico non solo sui problemi attuali ma anche sul contesto storico e culturale.

Qual è l’obiettivo principale della mostra Change! e come sperate di sensibilizzare il pubblico riguardo alla crisi climatica attraverso questa esposizione?

L’obiettivo principale della mostra Change! è sensibilizzare un ampio spettro di pubblico sui temi della crisi climatica, con un focus particolare sulla regione del fiume Po. Questa area è simbolicamente ed economicamente significativa per l’Italia, dato che ospita un terzo della popolazione italiana e produce il 30-40% dei prodotti agricoli e agrozootecnici del paese.

Change

La mostra mira a fornire una comprensione chiara e diretta dell’impatto della crisi climatica in un contesto sia nazionale che mediterraneo, considerando che il Mediterraneo è uno degli hotspot globali per il riscaldamento climatico. Attraverso un approccio divulgativo e storico, Change! intende coinvolgere il pubblico non solo con informazioni attuali, ma anche con una prospettiva storica e identitaria, mostrando l’evoluzione del fiume Po e il suo ruolo cruciale nella storia e nella cultura italiana.

Come è nato il progetto e quali sono stati i principali partner coinvolti nella sua realizzazione?

Il progetto è nato durante il periodo del lockdown, ispirato dalla mostra di WordPress Photo a Palazzo Madama, che segnava un’apertura dell’istituzione verso temi contemporanei e urgenti oltre la cultura tradizionale. L’idea di una mostra sul clima, mai realizzata prima in Italia, ha preso forma grazie alla collaborazione con Palazzo Madama e il suo direttore, Giovanni Villa, il quale ha proposto di focalizzarsi sul fiume Po, combinando un percorso storico-artistico e identitario con un’analisi moderna del cambiamento climatico. I principali partner coinvolti nella realizzazione includono istituzioni locali, musei civici, il Politecnico di Torino, e piattaforme di ricerca e divulgazione come Adaptation.it.

In che modo la Change! utilizza diverse forme di espressione artistica, come pittura, fotografia, illustrazione e infografica, per raccontare la storia del fiume Po e la crisi climatica?

La mostra utilizza una varietà di espressioni artistiche per creare un percorso immersivo e informativo. Si parte con reperti paleontologici antichissimi, attraversando cartografie storiche dal Seicento in poi, dipinti e materiali dei musei civici di Torino, e infografiche realizzate dal Politecnico di Torino che mostrano il ritiro dei ghiacciai. Le installazioni artistiche includono plastica raccolta dal fiume e video didattici sulla mitigazione e l’adattamento. Questo approccio multidisciplinare permette di evidenziare l’importanza storica e contemporanea del Po, rendendo tangibile l’impatto della crisi climatica.

Quali sono alcuni dei cambiamenti climatici più significativi osservati nel bacino del Po negli ultimi decenni?

I cambiamenti climatici nel bacino del Po sono emblematici delle tendenze globali, ma avvengono in maniera più rapida e intensa. Tra i fenomeni più significativi ci sono le piogge estreme, che causano inondazioni e siccità prolungate che riducono drasticamente la portata del fiume. Questo comporta problemi come l’erosione delle sponde, la salinizzazione delle falde acquifere e la minaccia alle colture agricole. Inoltre, l’intrusione del cuneo salino, dove l’acqua salata del mare penetra nell’entroterra, compromette le risorse idriche dolci essenziali per l’agricoltura.

change57
Come la mostra affronta l’interazione tra storia, cultura e ambiente del Po e perché è importante per comprendere la crisi climatica attuale?

Change! esplora l’interazione tra storia, cultura e ambiente del Po per sottolineare l’importanza di questo fiume nella formazione della civiltà e dell’economia italiane. Comprendere la crisi climatica attraverso questa lente storica e culturale aiuta a sensibilizzare le persone sull’urgenza di agire. La narrazione storica permette di riconoscere la lunga evoluzione e l’attuale fragilità dell’ecosistema del Po, promuovendo un senso di responsabilità collettiva e la necessità di soluzioni rapide ed efficaci per la mitigazione e l’adattamento.

Quali sono le soluzioni proposte dagli enti di ricerca e tutela del Po per affrontare la crisi idrica e climatica della regione?

Le soluzioni proposte includono la costruzione di barriere sommerse antisale per prevenire l’intrusione dell’acqua salata, la rotazione delle colture per ridurre l’impatto idrico, la creazione di casse di espansione per mitigare le inondazioni, e il ripristino degli habitat naturali e delle zone umide. Inoltre, si stanno esplorando tecniche di evoluzione assistita per sviluppare piante più resistenti alla siccità e promuovendo l’uso di energie rinnovabili come il solare e l’eolico per ridurre la dipendenza dall’idroelettrico.

Change! combina un percorso storico-artistico e identitario con un’analisi moderna del cambiamento climatico

Può spiegare il paradosso della siccità in Italia, nonostante il nostro sia uno dei paesi con maggiori precipitazioni in Europa, e come sperate di evidenziare questo problema nella mostra?

Il paradosso della siccità in Italia è dovuto alla distribuzione irregolare delle precipitazioni. Sebbene la quantità totale di pioggia non sia diminuita significativamente, la pioggia cade in periodi brevi e intensi, causando inondazioni invece di ricaricare le falde acquifere. Il terreno, danneggiato da pratiche agricole intensive e chimiche, non riesce più ad assorbire e trattenere l’acqua come una spugna, funzionando invece come uno scivolo che porta l’acqua rapidamente ai fiumi e al mare, causando la perdita di risorse idriche cruciali. La mostra intende evidenziare questo problema attraverso installazioni e infografiche che mostrano il ciclo dell’acqua e l’impatto delle pratiche agricole.

Quali nuovi protocolli agricoli e soluzioni energetiche vengono proposti per adattarsi ai cambiamenti climatici e garantire la sicurezza alimentare e la biodiversità?

I nuovi protocolli agricoli includono l’uso di colture meno idro-esigenti come il sorgo, l’adozione di tecniche di evoluzione assistita per sviluppare varietà più resistenti, e la riduzione dell’uso di sostanze chimiche. Dal punto di vista energetico, si punta a diversificare le fonti di energia, aumentando l’uso di energie rinnovabili come il solare e l’eolico, e migliorando l’efficienza energetica. Queste soluzioni mirano a garantire la sicurezza alimentare e la biodiversità riducendo l’impatto ambientale.

Change
Quali attività collaterali, conferenze e workshop sono previsti durante la durata della mostra per coinvolgere la cittadinanza nella riscoperta e protezione del fiume Po?

La mostra prevede una serie di attività collaterali, tra cui conferenze, workshop e laboratori didattici. Questi eventi, in continuo aggiornamento per tutto il periodo di Change!, coinvolgeranno esperti del settore, ricercatori e rappresentanti delle comunità locali per discutere le sfide e le soluzioni legate alla crisi climatica e alla protezione del fiume Po. Le attività saranno progettate per sensibilizzare il pubblico, fornire informazioni pratiche e promuovere azioni concrete per la tutela dell’ecosistema del Po.

Qual è il messaggio principale che sperate i visitatori portino con sé dopo aver visitato la mostra Change!?

Il messaggio principale è l’urgenza di agire per proteggere e preservare l’ecosistema del Po e, più in generale, di affrontare la crisi climatica con soluzioni concrete e collaborative. La mostra vuole lasciare ai visitatori una consapevolezza profonda della connessione tra storia, cultura e ambiente, e l’importanza di unire le forze per un futuro sostenibile. Attraverso una combinazione di informazioni scientifiche, storiche e artistiche, si spera che i visitatori siano ispirati a diventare attivi protagonisti del cambiamento necessario per salvaguardare il nostro pianeta.

Leggi anche il nostro approfondimento sul fiume Po e i cambiamenti climatici.

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Valencia, l’alluvione e quella mattonella che ci svela cosa succederà fra cent’anni
Valencia, l’alluvione e quella mattonella che ci svela cosa succederà fra cent’anni

“Ecco come ho salvato il Giardino Epicureo dall’alluvione”
“Ecco come ho salvato il Giardino Epicureo dall’alluvione”

Adattamento climatico: come provare a prepararsi a nuovi eventi estremi
Adattamento climatico: come provare a prepararsi a nuovi eventi estremi

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Cosa dice il nuovo codice della strada e che ricadute avrà sulla mobilità sostenibile – #1024

|

La biblioteca su due ruote KORABike regala storie in giro per le strade

|

Educare al biologico: serve più consapevolezza verso salute e ambiente

|

Promemoria Auschwitz, perché davvero non accada mai più

|

Cammini e sentieri: ecco come custodire e valorizzare un tesoro lungo 150mila chilometri

|

La Robbia, il laboratorio sardo di tintura naturale che cuce tradizione e sostenibilità, dalla terra al tessuto

|

Nuove case: come devono essere per stare al passo con un mondo che cambia?

|

CereAMO: per mangiar bene dobbiamo “tornare indietro” di 80 anni

string(8) "piemonte"