10 Lug 2024

Vent’anni senza Annalisa Durante, ma la “sua” associazione continua la lotta alla camorra

Annalisa Durante aveva appena 14 anni quando fu uccisa durante uno scontro a fuoco tra membri della camorra. È stata due volte vittima: vittima del sistema e vittima dell'omertà. Un anno dopo la sua morte è stata fondata l'associazione Annalisa Durante, per preservare la sua memoria e per trasformare la sua morte in una ripartenza per il quartiere Forcella e per tutta Napoli.

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Campania - Per chi abita in grandi città, l’idea di poter vivere in una società completamente sicura e alla portata di tutti è sempre più un miraggio. Nonostante nell’ultimo ventennio si stia facendo tanto, estirpare le radici della malavita oggi è ancora un obiettivo lontano. Lo sanno bene i soci dell’associazione Annalisa Durante nel quartiere Forcella di Napoli. L’associazione, che nel 2025 festeggerà il suo primo ventennale, è sorta in memoria di Annalisa Durante, una giovane vittima innocente della camorra.

CHI ERA ANNALISA DURANTE?

Annalisa Durante era poco più che una quattordicenne quando in uno scontro a fuoco tra camorristi è stata uccisa. Una giovane donna privata del diritto alla vita, una giovane donna privata del suo futuro e dell’amore della sua città. Annalisa è il simbolo dei tanti giovani uccisi dalla malavita, non solo a Napoli, non solo in Italia, ma in tutto il mondo. La sua tragica morte ha scosso profondamente la comunità e ha spinto amici, cittadini e i familiari stessi a unirsi per promuovere la cultura della legalità e combattere la criminalità organizzata.

Nel 2005, a un anno dalla tragica morte, è stata fondata l’associazione Annalisa Durante. La fondazione dell’associazione ha rappresentato una risposta della comunità di Forcella e di Napoli alla camorra: la promozione della legalità e l’offerta di opportunità per i giovani ha liberato in questi 18 anni tante persone, che diversamente avrebbero finito per soccombere nei vasci di tufo.

annalisa durante

L’Associazione Annalisa Durante è attiva sul territorio attraverso numerose attività educative e culturali: laboratori, workshop, conferenze, progetti di inclusione sociale. L’impatto significativo sulla comunità ha contribuito ad aumentare la consapevolezza e a sensibilizzare i cittadini sulla realtà della criminalità organizzata e sull’importanza di opporsi a essa, ha offerto una speranza fornendo ai giovani opportunità per un futuro migliore lontano dalla violenza e dalla criminalità, ha promosso il cambiamento incoraggiando la cultura e la giustizia.

LA BIBLIOTECA ANNALISA DURANTE

«La biblioteca Annalisa Durante è uno spazio aperto e a tempo pieno in cui si svolgono attività culturali, di lettura, teatrali e sociali. Biblioteca e alimentata esclusivamente da libri ricevuto in dono, i cui titoli sono consultabili attraverso il Servizio bibliotecario nazionale (SBN)», spiega Giuseppe Perna, socio fondatore e presidente dell’associazione culturale Annalisa Durante. “La cultura salve le anime”: è questa la frase che vediamo scritta nei pressi della biblioteca ed è la frase che racchiude in toto gli obiettivi di questa associazione.

Dopo la morte – dapprima celebrale – della giovane i genitori hanno deciso di donare gli organi della loro giovane figlia; allo stesso modo l’associazione Annalisa Durante e i suoi progetti donano una nuova vita a coloro i quali scelgono di percorrere una strada diversa chiedendo loro aiuto. «La famiglia di Annalisa ha sempre chiesto sostegno per il quartiere e per la memoria della figlia».

La memoria è viva e aiuta altri a riflettere e a costruire

Continua Perna: «Da tanti anni ormai sono presidente dell’associazione e ho sentito l’obbligo di commemorare e far rispettare la memoria della figlia di tutti, perché Annalisa è una figlia nostra, è una figlia della città. È nostro dovere sorreggere l’impegno di chi non è fuggito, di chi non è scappato, di chi ha combattuto la camorra e di chi è rimasto per creare e portare avanti attività per dare ai giovani una vita dignitosa». L’attività della biblioteca è quella di promozione della lettura, di prestito librario e interbibliotecario, di presentazione di libri e punto di riferimento del territorio. È anche “casa di quartiere” riconosciuta dal ministero della cultura».

«La nostra è una biblioteca un po’ insolita in quanto ciò che a noi realmente interessa è il contatto umano e raccontare la storia di Annalisa. È una biblioteca attraverso la quale riusciamo a realizzare laboratori educativi che partono dal libro come mezzo per analizzare sé stessi e mettersi in gioco. È una biblioteca di inclusione che intercetta lo svantaggio, il disagio, i disturbi dell’apprendimento, i disturbi legati alla disabilità e alle dipendenze, per cui è una biblioteca che fronteggia la realtà. Il nostro quartiere ha bisogno di una comunità più responsabile: abbiamo bisogno di genitori e di cittadini che attraverso la lettura aiutino il prossimo».

IL PREMIO ANNALISA DURANTE

Nonostante le istituzioni e il mondo stesso sembrino non percepire la gravità della situazione di alcuni quartieri, l’associazione Annalisa Durante continua a tenere i riflettori accesi sui problemi e i pericoli e a mantenere vivo il filo di speranza che lega l’associazione alla comunità. «Lo stesso stato pur conoscendo determinate problematiche preferisce tamponare l’emergenza e non introdurre strategie per estirpare il problema alla radice. L’omertà dei cittadini è il limite più grande da superare: il cittadino non ha il coraggio di denunciare e non si ha la volontà di intraprendere un vero cambiamento».

annalisa durante

Sono riusciti ad arrivare anche nelle scuole: il 2024 è stato l’anno della quinta edizione del Premio Nazionale Annalisa Durante con il quale si premiano gli studenti delle scuole italiane di ogni ordine e grado partecipanti a specifici concorsi su tematiche attinenti alla memoria di Annalisa. «Noi avvertiamo il bisogno di istituire una rete tra le varie associazioni, i cittadini e le istituzioni pubbliche. Attualmente la nostra associazione ha messo insieme una rete di 45 soggetti che ha istituito un patto per la lettura: collaboriamo anche con l’ASL e le attività sono promosse nelle scuole del territorio e le associazioni che si occupano di garantire ai bambini e alle famiglie una serie di servizi sociosanitari e culturali».

Il quartiere Forcella – ma in generale tutto il nostro stivale – hanno urgente bisogno di azioni concrete e hanno bisogno che la pubblica amministrazione prenda in carico le problematiche e decida finalmente di farsi ascoltare. «La memoria è viva e aiuta altri a riflettere e a costruire», conclude il presidente Giuseppe Perna.

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